Pálinkalcio: Addio a Sándor, il “carpitore”

N.B. – L’ordine dei nomi di persona qui riportati segue la regola ungherese: cognome nome.

Lutto nel calcio ungherese: si è spenta mercoledì, all’età di 85 anni, dopo una lunga malattia, un’altra stella della rosa della gloriosa “Squadradoro” (e non “Squadra d’oro”, come erroneamente riportato da molte fonti), Sándor “Csikar” Károly (il soprannome, da pronunciare: “Cicor”, con la “o” aperta, in italiano potrebbe essere tradotto in “Carpo”, da “carpire”; a detta sua, dovuto al fatto che non ci fosse palla che non avrebbe cercato di carpire, mentre secondo altri derivante dalle urla dei compagni nel chiedergli il pallone: “Karcsi, Karcsi!”, diminutivo ungherese di Carlo, il suo nome, mutato in “Csikar, Csikar!”). Unghe 1

Nato a Seghedino il 26 novemre del 1928, Csikar iniziò la sua carriera nella metà degli anni ’40 nel Móravárosi Kinizsi, squadra cittadina ora militante nella seconda serie provinciale. Ala destra, dopo un paio d’anni, nonostante lo volesse anche il grande Ferencváros, scelse di giocare nell’MTK, al quale rimase fedele per tutta la carriera, disputando il numero record di 379 partite di campionato, segnando 182 gol, secondo solo al grande Hidegkuti, e vincendo tre campionati (1951, 1953, 1957/58), una Coppa della Repubblica Popolare Ungherese (1952) e due Coppe Mitropa (1955, 1963), oltre ad essere finalista a Bruxelle in Coppa delle Coppe nel ’64 nella leggendaria partita contro lo Sporting, dove Csikar, a conclusione di una carriera splendida, segnò due reti, la prima della quale, quella dell’1-0, dalla classica “Angolazione-Sándor”, suo “marchio di fabbrica”, ovvero da posizione vicinissima alla linea di fondo (la partita, dopo vari capovolgimenti di fronte, si concluse sul 3-3; rigiocata ad Amsterdam, secondo le regole di allora, a un paio di giorni di distanza, vide la vittoria dello Sporting per 1-0).

CoppaCome scritto: fece parte della rosa della “Squadradoro”, ma aveva in Budai, che si intendeva a meraviglia con Kocsis, un rivale fortissimo, preferito dall’allora CT Sebes Gusztáv. Per questo motivo “si perse” l’oro alle Olimpiadi del ’52, fu “solo” riserva durante la “Partita del Secolo” (Inghilterra-Ungheria del ’53: 3-6) e, pur viaggiando con la nazionale, non fu nominato in squadra ai mondiali del ’54. In compenso, nel ’57 ereditò la fascia di capitano dal leggendario Puskás. In nazionale disputò più partite di qualsiasi altro giocatore dell’MTK: 75, segnando 27 gol. Prese parte ai mondiali in Svezia del ’58, arrivando decimo con la squadra e a quelli in Cile quattro anni dopo, raggiungendo il quinto posto. Contro l’Italia giocò nella decima e decisiva partita della sesta ed ultima serie di Coppa Internazionale il 29 novembre a Firenze, finita 1-1, che valse alla squadra magiara il secondo posto dietro la Cecoslovacchia e davanti all’Austria.

Nel ’93 è stato insignito di uno dei più alti riconoscimenti dello stato ungherese, la Croce Media dell’Ordine al Merito Ungherese; nel ’98 ha ricevuto la Medaglia d’Oro commemorativa del Presidente della Repubblica; dal ’10 era Cittadino Onorario dell’Hegyvidék, la dodicesima circoscrizione di Budapest; nel ’14 ha ricevuto il premio Fair-Play alla carriera dal Comitato Olimpico Ungherese. Nell’01 gli è stata intitolata l’accademia calcistica dell’MTK. giornale

Storiche le battaglie disputate sul campo con l’arcigno difensore del Fradi, Dalnoki. Avversari nel gioco, amici nella vita, entrambi ossessionati dalla voglia di vincere, ammiratori l’uno del talento dell’altro. Secondo i ricordi dell’amico, quando l’azione si spostava dall’altra parte del campo, Sándor si avvicinava al difensore, noto per la durezza del suo gioco, e gli chiedeva: “Jenő, a casa ho dieci quintali di legna, tu sei un gran taglialegna, non ti andrebbe di tagliarmela?”. Ovviamente Dalnoki aveva la risposta pronta: “Karcsi, ma è vero che sei veloce anche con una gamba sola?”

Grazie di tutto. Addio.