La campagna europea della muova Juventus marchiata Allegri parte con un impegno alla portata, sfida casalinga contro il Malmö. Max riparte dalle certezze dell’era Conte, a cominciare dal 3-5-2, la novità principale è rappresentata da Asamoah in posizione di interno. Bianconeri in controllo della situazione in avvio di gara, Llorente impegna Olsen di testa ma il gioco è fermo per offside. L’arbitro lascia giocare, non mancano gli scontri ma ne guadagna il ritmo, gli svedesi con il passare dei minuti si fanno vivi dalle parti di Buffon. Al quarto d’ora Asamoah si trova senza spazi utili e opta per la bordata da fuori: sopra la traversa. La difesa juventina gioca molto alta, serve un Buffon attento per chiudere su Eriksson dopo un contropiede ben orchestrato. Il Malmö mena, più agonismo che cattiveria, al 22esimo però sono già i due nomi sul taccuino dell’arbitro.
La Juve non riesce a sfruttare il campo in tutta la sua ampiezza, gli svedesi chiudono bene in mezzo, alla mezz’ora un’azione elaborata libera finalmente Lichtsteiner sul fondo, Tevez in mezzo viene domato dalla difesa. Llorente sgomita a centro area male retroguardia svedese lavora benissimo. Seconda fase del primo tempo piuttosto spenta, buon per il Malmö che prende coraggio e alza il baricentro mentre i padroni di casa sembrano non saper bene quel che fare. Prima della sosta un’invenzione di Tevez pesca l’inserimento di Lichtsteiner, il pallone dello svizzero per Asamoah è però impreciso. Punizione invitante nel finale, Bonucci ci prova non una ma due volte: il primo tempo si chiude tra le mani di Olsen.
Nessun cambio nell’intervallo, il primo – dopo dieci minuti – è Memheti per il positivo Rosenberg. Pure la gara è la stessa con i bianconeri che attaccano, sì, ma senza rendersi molto pericolosi e il Malmö che pregusta il colpaccio ma al 58esima arriva la firma d’autore, quella più attesa. Palla dentro di Llorente, colpo di tacco smarcante di Asamoah e Tevez può finalmente mettere fine al suo lungo digiuno europeo durato più di mille minuti. Una bella azione, così come quella che due minuti dopo manda in gol Llorente, l’arbitro però annulla per offside. Tutta un’altra musica, lo Juventus Stadium si risveglia dopo un po’ di noia, in evidenza Lichteiner ora incontenibile. Occasioni per raddoppiare ce ne sono, una su tutte l’invitante palla messa in mezzo da Evra che prima Llorente e poi Pogba ciccano clamorosamente.
A otto dallo scadere ancora una palla gol ghiottissima: contropiede innescato da Pogba, palla scodellata da Lichsteiner per Llorente, Olsen si salva in qualche modo. Morata per Llorente, che ha dato molto, primo cambio per Allegri all’85’. Lo spagnolo si presenta al suo nuovo pubblico saltando netto un avversario e costringendo Holander a un fallo da posizione stuzzicante. Sulla palla va l’Apache, tiro a giro sul secondo palo, doppietta. Allegri concede la standing ovation all’argentino, strepitoso, Giovinco al suo posto, applausi meritati pure per Lichsteiner. Un successo importante, viene spontaneo fare parallelismi con le difficoltà incontrate lo scorso anno al cospetto del Copenhagen, stavolta il risultato ha dato ragione ai bianconeri. E’ la Juve di Allegri, che conserva l’assetto “numerico” di Conte ma evidenzia già alcune differenze con il passato. Minore la sensazione di martellante intensità, maggiore il tasso di imprevedibilità in certi momenti della gara.