Il tabù Los Cármenes, Granada-Villarreal tra storia e calcio

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Domenica sera alle 21 il Granada ospiterà il Villarreal al Nuevo Los Cármenes. Uno stadio che rievoca sempre frammenti di storia granadina, e per questo ammantato di un fascino particolare. Non perché sia un impianto storico, visto che il vecchio stadio è stato demolito e l’attuale fu inaugurato solo nel ’95. Ma perché “los cármenes” nell’epoca nazarí, e dobbiamo tornare nel XIII sec. quando la città era un sultanato arabo, erano le tenute di campagna dei ceti sociali più alti: nobili, funzionari reali, militari. Si trattava di abitazioni fuori le mura di Granada che si arroccavano ai piedi della Sierra Nevada e che erano caratterizzate da immensi giardini pieni di fiori, arbusti e coltivazioni. Oggi, con l’espansione urbanistica, molte di queste proprietà non ci sono più, ma tra quelle sopravvissute, per lo più piccole ville, se ne possono trovare in grande quantità nel barrio di Albayzín, contraddistinto dai caratteristici muri bianchi che ne delimitano l’area verde. Deriva dall’ispano-arabo karm, ovvero vigneto, e oggi sono uno dei simboli della città andalusa.

Il Nuevo Los Cármenes è oltremodo un campo mai facile per il Submarino amarillo, che nelle uniche quattro visite su questo prato ne è sempre uscito affondato. Il primo incontro risale al vecchio impianto, nel lontano 21 maggio ’89 in Segunda B, gli andalusi si impongono due a zero e si assicurano la salvezza. Poi passa oltre un decennio, il Villarreal torna il 2 gennaio 2001 per una gara a eliminazione diretta di Copa del Rey: strappa un pareggio, ma viene eliminato ai rigori. Il resto è storia recente. Il 17 settembre 2011 il Granada neo-promosso segna la prima rete in massima serie dopo 35 anni di assenza, la firma è di Ikechukwu Uche, arrivato in prestito proprio dal Sottomarino giallo nelle ultime ore di mercato, che segna la sua prima rete proprio contro il suo club di appartenenza. Complice un rigore sbagliato di Giuseppe Rossi, grazie a quel gol gli andalusi tornano alla prima vittoria in Primera dal lontano ’76 e, ironia della sorte, a fine stagione il Villarreal retrocederà negli ultimi minuti del campionato anche grazie al biscottone tra Rayo Vallecano e Granada. Infine la trasferta della passata stagione, con il club castellonense in lotta per l’Europa e i granadini per la salvezza, stavolta finisce due a zero, apre Fran Rico e chiude il franco-marocchino Youssef El-Arabi. Morale della favola: questo è l’unico stadio di Primera in cui il Villarreal ha giocato almeno due volte senza aver raccolto mai nemmeno un punto.

Inoltre stavolta Marcelino è alle prese con qualche problema di troppo di formazione. I punti nevralgici saranno la fascia sinistra e l’attacco. Dopo il lungo stop di Jokić e l’ infortunio di giovedì di Jaume Costa, come terzino sinistro dovrebbe esordire il 17enne Adrián Marín della seconda squadra, preferito al pari-ruolo Galas. Lo ha già annunciato il tecnico amarillo in conferenza stampa, sarà il suo turno, poi giovedì in coppa si vedrà. Un bel rischio, ma il club non ha mai paura di lanciare i giovani della propria cantera. Probabilmente quella vecchia volpe di Joaquín Caparrós sposterà l’effervescente Piti proprio su quella fascia per colpire dove i suoi avversari avranno i maggiori problemi. Adrián Marín è uno di quei terzini di propulsione che ancora deve affinare la fase difensiva e un giocatore dai piedi buoni può dargli parecchio fastidio. Mentre sull’altro fronte il Sottomarino sarà orfano sia di Giovani che di Uche e dovrà far esordire un altro canterano, Gerard Moreno, al fianco del giovane Vietto – coppia completamente inedita – o addirittura cambiare ruolo e infoltire un centrocampo snaturando il proprio gioco. Un’altra soluzione potrebbe essere inserire Espinosa e spostare Chéryshev in avanguardia, oppure abbandonare il modulo classico e passare a un 4-2-3-1 con i due esterni più Cani a ridosso della prima punta. Di sicuro questi dubbi non li avrà “Michael Keaton” Caparrós che ha tutti a disposizione e adotterà il suo temperato 4-4-2 che ha in El-Arabi il suo punto di forza.

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Mi chiamo Mihai Vidroiu, ma per tutti sono semplicemente Michele, sono cresciuto a Roma, sponda giallorossa. Ho inoltre una passione smodata per il Villarreal, di cui credo di poter definirmi il maggior esperto in Italia, e più in generale per il calcio, oltre ad altri mille interessi.