BAYER LEVERKUSEN-WERDER BREMA 3-3 – Anticipo prestigioso per la terza giornata di Bundesliga, che mette difronte Bayer Leverkusen e Werder Brema. Aspirine favorite e in forma smagliante, come testimoniano le vittorie colte in campionato (che sono valse il primo posto in classifica) e l’agevole qualificazione ottenuta per la fase a gironi della Champions League; biancoverdi, invece, reduci da una qualificazione alquanto complicata in Coppa di Germania (ottenuta ai supplementari al cospetto di una squadra di quarta serie) e da due pareggi in altrettante partite fin qui disputate in Bundesliga. Il primo brivido del match lo regala il Bayer con Castro, che coglie il palo con un potente tiro dal limite dell’area. Il Werder soffre un Bayer particolarmente pimpante, trascinato da un Bellarabi in splendida forma. Il goal è nell’aria e puntuale giunge al sedicesimo: Kiessling serve nello spazio l’accorrente Jedvaj, che batte Wolf con un ficcante destro sotto la traversa. Passano solo cinque giri di lancette ed è ancora il Bayer a sfiorare la rete, Wolf, però, è bravo a respingere la conclusione di Çalhanoğlu e fortunato, poi, a ribattere la debole conclusione di Kiessling, che fallisce il più classico dei tap-in.
Il Werder prova a scuotersi. Al minuto venticinque, Bartels arriva in corsa dopo una corta (e difettosa) respinta di Leno, ma calcia alto sopra la traversa. Il Bayer risponde subito e sfiora nuovamente il vantaggio con Spahic, che – da azione susseguente a calcio d’angolo – coglie la traversa a Wolf battuto. Le Aspirine dominano e costringono Wolf, nell’arco di soli tre minuti, a due difficili interventi su altrettante conclusioni di Kiessling, prima, e Bellarabi, poi. Bayer assoluto dominatore del rettangolo verde, ma il Werder si conferma squadra dal valore infimo, che può ambire alla salvezza e niente più. Sempre e solo Leverkusen, che – al trentacinquesimo – colpisce il terzo legno con Öztunali, autore di una conclusione dal limite dell’area infrantasi sulla traversa. Ma il calcio, si sa, è uno sport strano. E il Werder, all’ultimo minuto della prima frazione, trova un immeritato pareggio: Bartels, complici i clamorosi buchi difensivi di Spahic e Boenisch, raccoglie il traversone di Santiago Garcia, e batte Leno sul primo palo. Il Werder va al riposo sull’1-1, risultato che si può comparare – tradotto direttamente dal Codice Civile – alla voce “furto con scasso.”
SECONDO TEMPO – La ripresa prende avvio con gli stessi ventidue protagonisti del primo tempo. Werder leggermente più intraprendente nei primissimi minuti. Ci prova Galvez, ma Leno si tuffa e fa la sua sfera senza troppi problemi. Dopo un primo tempo frizzante, seppur a senso unico, i primi dieci minuti della ripresa non riservano particolari emozioni. Ma al quindicesimo, complice un Bayer sbilanciato in avanti senza alcun criterio logico, il Werder passa in vantaggio con Di Santo, che non fallisce a tu per tu con Leno e fa esplodere di gioia lo spicchio dedicato ai tifosi di Brema. Gioia effimera, però, per i supporter’s ospiti. Passano solo tre minuti ed il Bayer trova il pareggio con una magia di Çalhanoğlu, autore di uno splendido calcio di punizione che non da scampo a Wolf. La gara si accende. Il Werder, dopo solo un minuto dal goal subito, sfiora la terza rete con Selke, che fallisce a tu per tu con Leno. La gara prosegue su ritmi intensi, nonostante non si registrino ulteriori chiare occasioni da gol. Il Bayer è decisamente sbilanciato in avanti e concede qualcosa dietro. Ma al settantaduesimo, si porta in vantaggio: Son disorienta Lukymia (impresa che non entrerà certamente nel Guinness dei primati) e lascia partire un sinistro al fulmicotone che batte Wolf sul palo di competenza. Il Bayer sembra in pieno controllo dell’incontro, complice un Werder mai realmente pericoloso. A cinque dal termine, però, la squadra ospite trova un inatteso goal: Busch crossa dalla destra, Petersen prolunga di testa verso il secondo palo in direzione di Prodl, che – lasciato colpevolmente solo dalla retroguardia Werkself – insacca al limite dall’area piccola con un pregevole sinistro al volo. Passano solo tre minuto ed il Werder reclama la concessione di un calcio di rigore per un presunto fallo ai danni di Hajrovic, ma l’arbitro (giustamente) lascia proseguire. Generoso forcing finale dei padroni di casa, che non si traduce, però, in occasioni da gol.
La squadra ospite esce dalla BayArena con un punto guadagnato e al tirar delle somme poco meritato, nonostante un secondo tempo giocato su livelli più che accettabili. Ai Biancoverdi manca creatività in mezzo al campo, oltre a rapidità nella zona centrale difensiva. Non pervenuto Selke, poco assistito dalla squadra, ma anche impreciso (clamoroso errore solo davatni a Leno) e poco incline a dare una mano in fase difensiva. Sfortunato il Bayer, che se vuole essere competitivo ai massimi livelli deve sistemare, obbligatoriamente, la fase difensiva: giocare con cinque giocatori dalla caratteristiche prettamente offensive (uno dei quali, Castro, schierato da mediano con licenza di offendere) e due laterali molto propensi a proporsi in avanti, sbilancia eccessivamente una squadra che dietro dispone di due difensori centrali “affidabili ma non troppo” (Spahic non fa della velocità una peculiarità del suo repertorio, Toprak spesso impreciso nella lettura delle situazioni). Schmidt, però, può essere soddisfatto: questo Bayer, nel bene e nel male, regala emozioni.
TABELLINO
BAYER LEVERKUSEN: Leno ,Jedvaj ,Toprak , Spahic,Boenisch,Castro ,L. Bender(dal 68°,Reinartz), Bellarabi, Öztunali (dal 61°, Son), Calhanoglu, Kießling (dal 90°, Drmic)