LA POSTA DI SALVA IN EXTREMIS – A grande richiesta, arriva “La Posta di Salva in eXtremis”! Andrea Salvarani, preparatore dei portieri del settore giovanile del Parma, risponde alla domande dei lettori in quello che, abbinato alla rubrica “l’Ascensore”, diverrà un appuntamento settimanale con il nostro Salva. Questa settimana l’ha fatta da padrona la Premier League, a conferma di quanto sia seguito il campionato inglese nel nostro paese. Abbiamo selezionato le tre domande più interessanti e il “Salva”, come da tradizione, ha dato risposte puntuali, precise e non banali.
Domandate, e vi sarà risposto: se vuoi porre il tuo quesito ad Andrea, mandate una e-mail a “salvainextremis@www.tuttocalcioestero.it”.
@Persep95 – Ciao Andrea, sono un tifoso del Chelsea e volevo porti una domanda: ricordi un dualismo del livello di Cech-Courtois?
SALVA: Penso che nelle ultime stagioni il Real Madrid si sia affidato proprio su questo dualismo tra portieri, prima tra Casillas e Diego Lopez e ora fra lo stesso Iker e Keylor Navas. Penso che anche in casa Barcellona e Atletico Madrid possano nascere dei conflitti fra gli estremi difensori. Tornando indietro nel tempo, mi ricordo molto bene il dualismo nella nazionale tedesca tra Kahn e Lahmann, ma a livello di club – nella maggior parte dei casi – si segue una gerarchia iniziale decisa dalla società. Personalmente, a livello giovanile sono d’accordo nel creare competizione tra portieri, mentre a livello di prime squadre penso che il giusto dualismo possa portare benefici ma partendo sempre da ruoli definiti come titolare e riserva. Per quanto riguarda Cech-Courtois, penso che la società abbia deciso, in base all’età e alla bravura, di puntare fortemente sul portiere più giovane con alle spalle con un portiere pronto a sgomitare per ottenere il posto, in caso di bisogno o di prestazioni negative del portiere belga. Una cosa è certa, l’umore del portiere ceco non porterà sicuramente grossi benefici al club inglese.
#RickyComi – Sig. Salvarani, De Gea cosa può fare per migliorare nelle uscite?
SALVA: Non è semplice rispondere a questa domanda. Sicuramente De Gea è allenato da un ottimo preparatore dei portieri molto attento ai particolari e non spetta a me dare consigli su come allenarlo. Penso che ogni atleta possa migliorare sempre, prendiamo come esempi Rafael, portiere del Verona, e il più conosciuto Julio Cesar, che quando arrivarono in Italia ebbero diversi problemi nel gesto tecnico dell’uscita alta e nelle letture di gioco. Ora è sotto gli occhi di tutti il loro netto miglioramento, grazie al lavoro di preparatori italiani di livello. In questo momento, è sempre più difficile uscire, i palloni a volte prendono traiettorie complicate e i giocatori di movimento, a differenza di 20 anni fa, calciano con molta potenza. A mio parere, non esiste più la tipica frase che ci urlavano all’oratorio: “i palloni che passano nell’area piccola devono essere tutti del portiere” anche perché se calcolate bene le misure…l’area piccola è grande come un appartamento, ovvero 100 metri quadrati.
#Bardini83 – Da amante del calcio inglese, mi sono sempre posto un quesito: perché la scuola dei portieri inglesi è sempre un passo indietro? Grazie per la risposta e complimenti al “Salva” per la rubrica.
SALVA: In Inghilterra la figura del preparatore dei portieri è sempre stata secondaria. In questi ultimi anni, con l’arrivo di molti tecnici stranieri, il nostro ruolo è diventato leggermente più considerato, ma solamente nelle prime squadre. Per quanto riguarda la metodologia di lavoro, è molto difficile modificare radicalmente la loro tradizione o la loro mentalità inglese. In Inghilterra, in quasi tutti i settori giovanili, i preperatori sono inglesi e come detto in precedenza, continuano a istruire i portieri ancora con il metodo classico.