Molto eccitato dall’idea di esordire con la “camiseta” del Real Madrid, Chicharito Hernandez ha rilasciato un intervista per la Tv dei “Blancos” da cui abbiamo estrapolato una parte per i lettori di Tuttocalcioestero.it
Come son0 state le sue prime ore a Madrid?
E’ stata incredibile l’attenzione che ho ricevuto fin da quando sono atterrato a Barajas, mi ha impressionato molto la parte medica dove ho fatto le visite di routine, la conferenza stampa al Bernabeu, ma sopratutto aver visitato il museo della squadra con tutti i trofei insieme al presidente Florentino Perez, che mi ha trattato come un figlio. Sono felicissimo è un sogno che si avvera
Come ti senti a far parte di questa squadra?
Ripeto è un sogno che si avvera, da piccolo vedevo le gesta del mio connazionale Hugo Sanchez e sognavo di indossare quella maglia, ancora non ci credo. Darò il massimo senza dubbio e ancora più importante voglio contribuire alla tradizione del club che vuol dire vincere, la storia parla chiaro
Come ti definisci come calciatore?
Mi ritengo innanzitutto una persona professionale dentro e fuori dal campo, sono un attaccante a cui piace fare tanto movimento ed aprire gli spazi per i miei compagni. I gol non vengono da soli, dipende molto dalla squadra, a me piace essere un rapinatore d’area e sfruttare il minimo spazio sufficiente per battere il portiere in qualunque modo
Se dico Hugo Sanchez che cosa pensi?
E’ il mio idolo dall’infanzia, so che qui a Madrid la tifoseria ancora lo ricorda con affetto, anche se non mi piacciono molto i paragoni, anche con mio padre e mio nonno per esempio che sono stati calciatori. Io voglio una mia dimensione ed essere ricordato come Javier Hernandez o Chicharito come ormai sono abituato, voglio la mia storia personale che vada al di là dei paragoni
E di Alfredo Di Stefano cosa puoi dirmi?
Lui ha dato molto al calcio, non solo ai suoi club o alla nazionale, lui era un immagine impressionante per tutti, tutto il mondo lo conosceva, anche nei paesi più strani. Quando è venuto a mancare tutto il mondo credo abbia pianto, è stato tra i migliori se non il miglior calciatore di sempre
Hai una bella responsabilità adesso, come ti senti?
Non vedo l’ora di allenarmi, ed entrare in campo al Santiago Bernabeu, mi darà una grande carica, ci sarà molta concorrenza ma sono sicuro di ritagliarmi il mio spazio, e lavorerò sodo come sempre