Ogni allenatore che si rispetti sa che prima di ogni match deve valutare il suo avversario, cercare di capire il suo gioco, scoprire i suoi punti deboli e limitare i punti forti. Chissà se anche nella testa di Kent Nielsen e del tedesco naturalizzato greco Donis, rispettivamente allenatori dell’Aalborg il primo e dell’APOEL Nicosia il secondo, è passato per la testa una simile preparazione alla gara. Fatto sta che all’ Aalborg Stadium è tempo di grande calcio, è tempo di far la storia. Dalle parti scandinave sanno che l’Apoel è un avversario temibile. Arrivato ai quarti di Champions due anni fa, conosce meglio rispetto ai danesi questo palcoscenico; inoltre i ciprioti arrivano in Danimarca dopo aver eliminato i finlandesi HJK e aver perso clamorosamente la Supercoppa cipriota contro l’Ermis. Dal canto suo l’APOEL conosce il potenziale danese, capace lo scorso anno di spodestare dal trono il Copenhagen, battuto persino in coppa. La squadra di Nielsen si schiera con un 4-4-2 con davanti Helenius e Jacobsen supportati dagli esterni offensivi Thomsen e Wichmann. I ciprioti scendono in campo con un inusuale 4-1-2-3, cercando di sfruttare la velocità di De Vincenti e Charalambidis contro la fisicità della difesa danese che dovrà vedersela contro il gigante Sheridan. La gara inizia con l’Aalborg che prova a mantenere il pallino del gioco cercando di trovare uno spiraglio nella difesa ospite che però limita le disattenzioni in fase difensiva. Fatto sta che la prima occasione da rete capita all’APOEL al 15′ con Vinicius che dal limite dell’area fa partire un tiro che esce di poco sopra la traversa. Un minuto più tardi l’Aalborg colpisce. Azione magistrale dei danesi con Helenius che difende palla e serve l’inserimento sulla fascia di Kristensen che dal fondo mette un pallone basso dove si fionda l’accorrente Thomsen che batte di piatto Pardo. Gli ospiti fanno fatica a reagire e le giocate di De Vincenti vengono bloccate dai centrocampisti danesi. Al 31′ è ancora l’Aalborg a rendersi pericoloso con Jacobsen che servito al limite dell’area fa partire un destro che finisce in maniera semplice tra le braccia del portiere ospite. La punta dei padroni di casa cerca di colpire nuovamente al 38′ ma il suo tiro è parato dall’attento Pardo. Al termine della prima frazione di gara capita l’occasione più ghiotta ai ciprioti con Nuno Morais che lanciato in contropiede si fa rimontare da Thomsen proprio al momento della conclusione.
Nella ripresa i padroni di casa partono con un piglio meno aggressivo e ciò va a vantaggio degli ospiti che trovano subito il pari con Vinicius Oliveira bravo a raccogliere il passaggio in orizzontale di Gomes, penetrare nell’area di rigore avversaria e battere Larsen. La risposta danese si fa attendere poco e al 65′ Helenius inventa per Risgard che da buona posizione fallisce clamorosamente. L‘APOEL cerca di reggere la pressione dei padroni di casa e prova a sfruttare il contropiede come al 72′ quando Sheridan ruba un pallone nella meta campo avversaria e dal fondo fa partire un cross arretrato che trova il tiro debole e innocuo di Alexandrou. Poco dopo la difesa giallo-blu trema quando Helenius libera con leggero lob Thomsen che da pochi passi non riesce ad esser cattivo al punto giusto per portare in vantaggio i suoi. Ora le due squadre cercano di sfruttare ogni occasione. Una punizione battuta da Gomes trova la testa di Vinicius che non calibra bene e fa finire il pallone fuori. Il finale è tutto della squadra di Nielsen. All’80’ Dalsgaard fa partire un bolide che centra l’esterno della rete facendo per un attimo gridare al gol il pubblico di casa. L’arrembaggio finale però non porta alcun frutto. I danesi cadono quindi nella trappola cipriota consapevoli che a Nicosia, nella bolgia del Neo GSP sarà tutta un’altra storia.