Julio Cesar – Infierire su un portiere (e un uomo) di simile valore è ingeneroso, purtroppo però il destino gli ha regalato la serata di germaniabrasilesetteauno. Imparate a dirlo tutto di un fiato, questo è match è già storia. L’ex portiere dell’Inter si vede arrivare tiri da tutte le parti, fa quel che può e certamente qualcosa di meglio avrebbe potuto fare (soprattutto sul settimo gol), non è tra i principali imputati ma con tutta la generosità è difficile non dargli un: 4
Maicon – Figura bene nell’avvio arrembante dei brasiliani, figlio del furore ma assolutamente senza testa, con il passare dei minuti la sua partita si tramuta in uno psicodramma. Anche in questo caso siamo al cospetto di un grandissimo campione, uno dei pochi nella squadra di Scolari, però in questo caso le colpe sono oggettive. Non imbrocca una diagonale che sia una: 3
Dante – Facile far ironia con un nome così, Belo Horizonte è il girone infernale dei difensori verdeoro e lui è anima dannata. Maledetto il giallo preso da Thiago Silva (voto 9 per aver aver mascherato i limiti dei suoi compagni) che gli ha fatto saltare la semifinale. Il centrale del Bayern Monaco sostituisce l’ex milanista come peggio non si potrebbe, prestazione allucinante: 2
David Luiz – Capopopolo, ragazzo simpatico e personaggio pittoresco, la sua chioma lo rende ideale uomo copertina e – in mancanza di campioni veri – il popolo brasiliano ha cercato di crearne uno fittizio. Comprensibile, ma dannoso. Il gol contro la Colombia, regalo di Ospina al netto della bella conclusione del difensore, ha alimentato il malinteso e così il riccioluto centrale si è ritrovato capitano della seleçao in semifinale. Ci sarebbe quasi da ridere ma non crediamo che in Brasile ora le pensino così. I verdeoro sanno di essere inferiori all’avversario ma provano a gettare il cuore oltre l’ostacolo in avvio correndo come pazzi e pressando altissimo, ci pensa David Luiz a tagliar loro le gambe alla prima occasione dimenticandosi di… Muller. Non è il primo errore macroscopico di questo mondiale e neanche l’ultimo perché nel resto della gara si mette in mostra solo per leziosità ed errori di ogni tipo. In Brasile piangono ma a Londra ridono pensando alla cifra incassata dalla sua cessione: 1
Marcelo – Qualcosina in più dei compagni di reparto ma niente di sensazionale. Anche lui sbaglia parecchio e si tuffa a più non posso. In qualcosa sono riusciti a sostituire Neymar: 4
Fernandinho – Poveretto, la palla gli rimbalza davanti come in un flipper e lui sembra un ubriaco che cerca di prenderla. Ci mette buona volontà ma… 4 (dal 46′ Paulinho – Solito cambio di Scolari, che non brilla certo riguarda a fantasia tattica, mossa giusta visto che almeno il neoentrato ci prova. Qualche capatina dalle parti di Neuer, fare di più mentre la nave affonda era difficile: 5)
Luiz Gustavo – Mena, mena a tutto spiano, per quanto riguarda i calci ci siamo mentre in quanto al calcio stendiamo un velo pietoso. Giocatore prezioso per gli equilibri verdeoro, fa meno filtro di un retino bucato. Un mezzo voto in più per l’abnegazione: 4.5
Bernard – Il giocatore dello Shakhtar Donetsk è chiamato all’ingrato compito di sostituire Neymar. Dev’essere sicuramente un ragazzo educato, neppure si sente la sua presenza in campo: 3
Oscar – Tra i meno peggio, ma lontano anni luce dai giorni migliori. Segna allo scadere il gol della bandiera, purtroppo per Scolari non abbonda in quanto a personalità e non riesce a caricarsi la squadra sulle spalle: 4.5
Hulk – Altro idolo locale, sulle sue larghe spalle il compito di aprire la difesa avversaria. Missione fallita. Lahm, ritornato nel suo habitat naturale, lo controlla in scioltezza e intanto controlla la mail sullo smartphone. Altro giocatore che esce pesantemente ridimensionato dalla spedizione mundial, di verde ha solo la bile che fa bollire negli stomaci brasiliani: 3 (dal 46′ Ramires: giocatore che meritava minutaggio maggiore per la propria duttilità, ci mette almeno un po’ di palle: 4.5)
Fred – Al contrario di David Luiz, lui è invece la vittima sacrificale predestinata. Intendiamoci, il suo mondiale è da censura ma gli sono state assegnate colpe ben oltre la sua responsabilità. Combina poco, mobile come un nano da giardino, ma se la difesa incassa sette gol la colpa non è certo sua. Scelto da Scolari per questioni tattiche, è lontano parente del cecchino visto in Confederations Cup. I fischi lo sommergono e lui non rialza la testa: 3 (dal 69′ Willian: s.v.)
Neymar – In serate come queste si fa bella figura a non esserci, però il numero 10 merita di essere elogiato soprattutto dopo aver visto cos’è questa squadra senza di lui (e Thiago Silva). E’ riuscito a mascherare a suon di gol pesanti i limiti di un gruppo modesto. Ha solo 22 anni e nonostante questo ha accettato il ruolo di trascinatore e speranza di un popolo senza colpo ferire. Scusate se è poco. Esame di maturità superato a pieni voti, peccato che la scarogna lo abbia tolto di mezzo. Avrà modo di rifarsi, intanto proviamo a consolarlo con un voto che ha dimostrato di saper indossare: 10