Il Belgio ha molto da rivedere sul piano tattico, Wilmots è sceso in campo con una formazione che non prendeva in considerazione la squadra avversaria. Origi prima punta, pochi centimetrici, fisico esile, è stato inghiottito dai due possenti centrali dell’Albiceleste. Aiutati da Mascherano come mediano, perfetto come regista, tra le linee, come difensore aggiunto, scendere in campo col giocatore del Barca è come essere in dodici nel campo. Fellaini ha giocato settanta minuti da disoccupato sulla mediana con gli esterni argentini a fuggire sulle fasce, Messi come gli elettroni o sai dove si trova o sai quanto pesa, le leggi della fisica impediscono di sapere entrambe le cose contemporaneamente.
Oltre gli evidenti errori tattici ci sono però da sottolineare i meriti dell’Argentina, a questo giro perfetta. Fortunata nel trovare subito il gol con Higuain, ha avuto anche diverse occasioni per raddoppiare. Il duo Perez-Zabaleta si è mangiato qualsiasi cosa, Hazard non ha visto un pallone, Vertonghen ogni qual volta saliva in attacco si trovava i due sudamericani a 40 metri da lui in corsa verso la porta, Kompany puntualmente si doveva staccare per coprire lasciando quel bronzo di Riace di Van Buyten solo a fare schermo alla porta. Dall’altra parte se è vero che Basanta non è un terzino adatto ad entrambi le fasi è vero che Lavezzi ci ha pensato da solo, avanti ed indietro come una trottola ha creato più volte la superiorità numerica nella propria trequarti.
I cambi nel Belgio nel secondo tempo hanno solo accentuato la confusione tattica in cui era immersa la squadra di Wilmots. De Bruyne ha vagabondato in lungo ed in largo anche con gli innesti di Chadli e Mertens, che in teoria un ruolo ce l’avevano. Nel finale il Belgio sembrava del tutto allo sbando e senza un’idea logica, lancio lungo a trovare Fellaini, che poi è vero che non ha giocato malissimo come boa ma la precisione dei cross non ha aiutato. Lukaku che per muoversi doveva prima ritirare il telepass e Van Buyten con l’agilità di Big Show hanno poi definitivamente cotto la bistecca rosso sangue che l’Albiceleste si è mangiata nel primo pomeriggio brasiliano