Per completare il quadro dei quarti di finale manca solo una sfida, il tassello lo riempirà la vincente di Belgio-Messico che andrà ad affrontare l’Argentina di Messi. Wilmots si affida a Fellaini-Witzel in mezzo al campo, con De Bruyne avanti a loro, Hazard e Mertens larghi e il giovane Origi davanti che sembra subito muoversi molto meglio di quanto fatto finora da Lukaku: taglia, tiene palla e apre gli spazi per gli inserimenti da dietro. Gli Stati Uniti rispondono con il 4-2-3-1 con Bradley a giostrare dietro a Dempsey, confermato prima punta data la perdurante assenza di Altidore (e la presenza di Chris Wondolowski, che si farebbe soffiare il posto da parecchi…)
Partita subito vivace con le squadre che si affrontano a viso aperto, lasciando ripartire l’avversario in una lunga serie di capovolgimenti di fronte e occasioni da gol, meglio gli Usa nella prima parte, poi piano piano cresce il Belgio che sfiora il vantaggio 3 volte e impone il suo gioco in avvio di ripresa: Klinsmann non riesce a sistemare i suoi per fermare i belgi che fanno partire il loro gioco da dietro, con Alderweireld e soprattutto Vertonghen che si alzano costantemente al livello dei centrocampisti e diventano spine nel fianco degli americani. Fioccano le occasioni per il Belgio ma la palla non entra, grazie soprattutto ad Howard che sfodera una grande prestazione.
Alla fine di 90 minuti divertenti si va ai supplementari e il copione è quello già visto tra Algeria e Germania: subito gol del Belgio con De Bruyne, Usa che appaiono frastornati e sembrano in balìa dell’avversario, fino a subire il secondo gol dal nuovo entrato Lukaku. Partita che sembra finita ma il giovane Green la riapre e dà un senso agli ultimi 15 minuti di gioco. L’assalto finale non produce effetti se non quello di regalarci un’altro finale intenso e divertente, ormai caratteristica peculiare di Brasile 2014.
Wilmots ci ha abituato sin dalla prima partita alla sua interpretazione della partita, quando i gol arrivarono dai cambi, oggi ci ha dato un’altra dimostrazione di come sia capace di leggere le situazioni offensive e di sfruttare al massimo il capitale umano (ottimo) che ha a disposizione in quel reparto; anche oggi Mirallas prima e Lukaku poi hanno dato alla manovra offensiva una soluzione diversa rispetto a quella di partenza. Il giovane centravanti in particolare è stato gestito bene, facendolo partire dalla panchina in favore di Origi, sfruttando le sue doti fisiche a partita in corso quando le maglie sono più larghe e non deve giocare spalle alla porta, cosa che non gli riesce per nulla bene.
Wilmots, ex centrocampista col viziaccio del gol mai troppo apprezzato fuori dal Belgio, sa bene come funzionano le cose negli ultimi 40 metri e sa che per far gol non servono necessariamente grandi giocate, basta un rapido tocco….di punta.