Il Brasile ha fatto una fatica maledetta per aver la meglio su un Cile tostissimo, sono serviti i calci di rigore per mettere fine a una battaglia che è valsa l’accesso ai quarti di finale. A Rio de Janeiro si è decisa l’avversaria dei padroni di casa, tra Colombia e Uruguay non c’è stata storia. Eccellente la prova dei Cafeteros, mai in difficoltà al cospetto di una Celeste orfana del suo campione. Il morso di Suarez fa ancora notizia, ma questa è la serata di un’altra stella, James Rodriguez. 23 anni a luglio, protagonista di una grande stagione con la maglia del Monaco dopo le belle cose fatte al Porto, ora il numero dieci è pronto per la grande consacrazione. Una doppietta per chiarire il concetto, altri due gol che lo portano a quota cinque in questo mondiale. Non è roba da tutti. Successo per la Colombia e per il suo numero 10, ma anche per il Professor Pekerman, capace di plasmare un materiale che fino a un paio d’anni fa sembrava informe, difficile da domare, ora ogni cosa pare al suo posto. I risultati sono tutti sotto gli occhi di Tabarez, ancorato a vecchie convinzioni e condizioni, con tutto il rispetto questo Forlan rovina il ricordo del meraviglioso bomber che ha fatto sognare un popolo intero quattro anni fa. 4-2-3-1 per i Cafeteros: Ospina; Zuniga, Zapata, Yepes, Armero; Sanchez, Aguilar; Cuadrado, Rodriguez, Gutierrez; Martinez. La Celeste risponde con un 4-4-2 improntato alla solidità: Muslera; Caceres, Gimenez, Godin, A. Pereira; M. Pereira, Gonzalez, Arevalo Rios, Rodriguez; Forlan, Cavani.
Prima fase all’insegna dell’equilibrio, atmosfera comunque elettrica, Alvaro Pereira si becca subito con Cuadrado. Uruguay concentrato a coprire i canali di passaggio, Cafeteros che ci provano con qualche percussione ma non riescono a sfondare fino al minuto 28. Qui avviene la magia, uno di quei momenti in cui tutto si ferma intorno al gesto atletico. James Rodriguez al limite dell’area controlla col petto, in una frazione di secondo prepara il tiro prima che la palla tocchi terra, rotazione col sinistro, botta che picchia sotto la traversa e finisce in fondo al sacco. Un gol sensazionale. E’ improvviamente un’altra partita, tanti spazi ora, Arevalo Rios deve metterci la pezza in due occasioni, Celeste ora protesa in avanti. Prima della sosta Gonzales saggia i riflessi di Ospina. Non mancano gli scontri a muso duro, scintille pure tra Yepes e Forlan, vecchietti arzilli.
Colombia che non vuole arretrare il baricentro e in avvio di secondo tempo torna a pressare alto, Pekerman interpreta alla perfezione l’inerzia della gara e dopo cinque minuti arriva il raddoppio. Un’azione corale fatta come dio comanda: Armero mette in mezzo dalla sinistra, stacco imperioso di Cuadrado sul palo lungo, palla al centro dove c’è appostato lo spietato Rodriguez. Doppietta, è lui il padrone del Maracanà. Doppio svantaggio, Tabarez si gioca il tutto per tutto mandano in campo Stuani e Gaston Ramirez, esce quello che resta di Forlan. Ospina ancora impegnato, al minuto 64 Rodriguez libera la botta mancina, il numero 7 ci riprova cinque giri d’orologio dopo, stavolta è Yepes a murarlo. Ottima prestazione dei due centrali colombiani, con Zapata in grande evidenza. L’Uruguay attacca, mosso più dalla proverbiale garra che non da una concreta speranza di rimonta. Dopo un rimpallo in area Maxi Pereira si trova a tu per tu con Ospina, il numero uno del Nizza è ancora molto bravo a chiudere lo specchio. A cinque dal termine ci prova anche Cavani, niente da fare.
Il match finisce così, ai quarti di finale va la Colombia. Con merito. Mai in dubbio l’esito di questa partita, il Brasile visto oggi farebbe bene a preoccuparsi dinanzi all’armata di Pekerman.