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Stati Uniti-Germania 0-1: Muller, Klinsmann, Low…tutti felici a Recife

Il biscotto non c’è stato ma, come lecito aspettarsi, non è stata una partita indimenticabile: la Germania batte 1-0 gli Stati Uniti nell’ultima giornata del Gruppo G del Mondiale grazie alla rete del solito Muller (9 partite e 9 gol in carriera ai Mondiali, 4 in 3 match disputati in Brasile) e si qualifica come prima. La festa in campo è doppia: gli Usa, pur perdendo, passano agli ottavi grazie alla miglior differenza reti rispetto al Portogallo, nel frattempo uscito vincitore (2-1) dalla sfida col Ghana. Un bel risultato per i ragazzi di Klinsmann che, probabilmente, avrebbero meritato il passaggio del turno già cinque giorni fa quando furono ripresi solo allo scadere dal Portogallo.

Klinsmann si affida ai soliti undici, sette dei quali militano nella MLS; anche questo è un ulteriore segnale della crescita del movimento statunitense. I polmoni di Jones, eroe del match contro il Portogallo, l’astuzia di Dempsey, la corsa degli esterni…gli Stati Uniti ci credono. Low, dal suo canto, cambia poco: Schweinsteiger torna titolare dopo aver smaltito i problemi fisici che hanno condizionato l’inizio del Mondiale, Podolski rileva Gotze nel trio d’attacco completato da Muller e Ozil. Lahm è il regista, i terzini sono ancora due centrali, Boateng e Howedes. La Germania è lontana davvero anni luce rispetto a quella vista a Euro 2012.

Sono proprio i terzini tedeschi ad essere gli assoluti protagonisti dei primi 15 minuti; Schweinsteiger si appoggia soprattutto sulla destra dove Boateng domina contro l’asse Beasley-Davis ma è impreciso nel passaggio finale. Howard così riesce a salvarsi sempre con sicurezza, un paio di volte è Muller ad arrivare con un pizzico di ritardo. L’atteggiamento degli Stati Uniti non è però catenacciaro, nonostante lo 0-0 sia l’obiettivo finale i ragazzi di Klinsmann non rinunciano a giocare. Cosa che avrebbe dovuto fare anche qualche altra nazionale, con maglia azzurra, un pizzico più blasonata di quella statunitense. Non che la manovra offensiva degli americani sia particolarmente fluida, ma un brivido per Neuer arriva sulla conclusione a giro, di poco alta, di Zusi. Ozil, per la verità in ombra durante tutta la partita, chiama Howard a una bella respinta su conclusione centrale da posizione pericolosa, poi è Kroos ad impegnare il portiere dell’Everton alla presa su sinistro dal limite. Gonzalez e Besler appaiono sicuri, la Germania si affida all’esperienza del positivo Schweini oltre che al dinamismo di capitan Lahm in mezzo al campo. Lo 0-0, al 45′, rispecchia in pieno quanto visto in campo. 

Low, al rientro in campo, toglie il più in difficoltà dei suoi, Podolski; al suo posto c’è Klose. Il centravanti della Lazio subito mette in apprensione la retroguardia statunitense, Boateng lo cerca con un cross pericoloso ma Howard si salva. La Germania preme, non vuol rischiare il primo posto del girone. E, al 55′, arriva il gol del vantaggio: corner dalla destra e colpo di testa di Mertesacker. Howard riesce a respingere ma il pallone schizza al limite dell’area dov’è appostato Muller, chirurgico col destro a fil di palo. Un capolavoro di furbizia tattica, sembrava ad inizio azione già dove sarebbe finito il pallone. Il gol non scuote più di tanto gli statunitensi, rinfrancati dal risultato di Portogallo-Ghana (1-1, pareggio degli africani a inizio ripresa). Insomma, considerato che una delle altre due avversarie dovrebbe vincere di goleada, a Klinsmann va più che bene anche l’1-0. E la partita, di conseguenza, da brutta diventa bruttissima. La Germania non spinge e riserva energie, gli americani badano più al risultato di Portogallo-Ghana. E il gol di Ronaldo all’80’ è la notizia migliore che potesse arrivare, considerato che i lusitani erano più lontani nella differenza reti. Gli Usa nel finale si sciolgono, nel recupero Lahm compie un intervento prodigioso su Bedoya, poi è Dempsey, al 93′, a sprecare di testa da un metro dalla porta difesa da Neuer. Poco male, in ogni caso sarebbe stato secondo posto. Ora sotto col Belgio! Per la Germania una tra Russia e Algeria, più remota l’ipotesi Corea del Sud.

Alfonso Alfano

Sono Alfonso Alfano, 32 anni, della provincia di Salerno ma da anni vivo in Spagna, a Madrid. Appassionato di sport (calcio, tennis, basket e motori in particolare), di tecnologia, divoratore di libri, adoro scrivere e cimentarmi in nuove avventure. Conto su svariate e importanti esperienze sul Web.

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