Romero – Bella prestazione dell’ex portiere della Samp, non certo un fenomeno ma oggi è stato decisivo in almeno due occasioni. salva il risultato su Ghoochannejad e a pochi minuti dal termine è bravo a dissinescare un letale contropiede iraniano: 6.5
Zabaleta – Nervoso. Protesta per ogni (sacrosanta) chiamata dell’arbitro. Spinge tanto, sbaglia tanto, alla fine i compagni non lo servono più. Ce la mette tutta ma senza lucidità: 5,5
F.Fernandez – Malino, soffre tanto gli inserimenti avversari, che lo sollecitano spesso con palloni alti che non legge adeguatamente. Nota stonata, Sabella corregga lo spartito: 5
Garay – Parte bene, nella prima frazione di gioco riesce ad aggiudicarsi ogni scontro ma nella ripresa diventa pasticcione. I palloni che piovono in area lo mettono in vistoso imbarazzo, avrebbe bisogno dell’aiuto del compagno ma Fernandez non è il Luisão che gli fa compagnia al Benfica. E si vede: 5.5
Rojo – Molto bravo di testa, infatti riesce a creare qualche problema nell’area avversaria sulle palle inattive, circa i piedi… Beh, lasciamo perdere e diciamo che si vede che di mestiere fa il centrale. Terzino improponibile in certi palcoscenici, nel finale l’ansia lo strozza e sparacchia: 4.5
Mascherano – Giocatore di grande mestiere, oggi però è la copia sbiadita del bel centrocampista che tutti conosciamo. Sbaglia tanto in fase di impostazione e non fa schermo come di consueto: 5.5
Gago – Un po’ meglio del blaugrana, maggiore dinamismo e idee più chiare. Niente di straordinario, sia ben chiaro, non è certo da lui che deve arrivare la palla illuminante. Gli diamo una sorta di sei politico: 6
Di Maria – Fino a quando Messi non ha deciso di cambiare la gara l’Argentina è tutta il numero 7. Largamente il migliore dei suoi, salta l’uomo con continuità, svaria su tutto il fronte e nessuno lo aiuta. Dopo un po’ finisce la benzina e le sue scorribande diventano più rare. Comprensibile. Lo ripaghiamo con un bel: 7 (dal 48′ st Biglia sv)
Messi – Arriviamo all’mvp, anzi all’hombre del partido. Questo Mondiale per lui è un’occasione d’oro, tutti lo aspettano al varco e lui lo sa. Gioca una partita non da Messi, ma a penarci bene era accaduto anche contro la Bosnia. Non trova mai la zolla giusta, un po’ egoista in alcune circostanze e poco decisionista in altre, ma quando il gioco si fa duro… Molto spesso si parla di fuoriclasse, campioni, top player (termine da orticaria, che fortunatamente sembra passato di moda), ma di rado ci si chiede a cosa serve un giocatore di questo tipo. La gara di oggi ce l’ha dimostrato pienamente: Argentina arrotolata dentro il tappeto persiano, il pareggio pareva ormai cosa fatta e anzi era l’Albiceleste a rischiare. “Argentina fermata: Sabella sotto accusa” questo il titolo che avreste letto domani sui giornali. Non lo leggerete perché i campioni cambiano titoli e storia e quando c’è bisogno di scriverla, la storia, si fanno vedere. Il gol di Leo è una meraviglia, non solo dal punto di vista tecnico, ci spiega senza timore di smentita a cosa serva avere i fuoriclasse. Tutti corrono, ma la palla pesante nel momento decisivo nel sacco ce la mette il campione. E’ lui il professore, la lezione l’ha impartita lui, sembra blasfermo dare un voto e a pensarci bene non esiste. Ha giocato da 5, ma il ruolo di fuoriclasse l’ha interpretato da 8.
Aguero – In avvio sembra abbastanza in vena, ci mette almeno la buona volontà, poi si smarrisce. Intimorito dallo sguardo di Diego in tribuna? Non ci siamo comunque: 5 (dal 32′ st Lavezzi – Lui almeno ci prova ma ha poco tempo a disposizione: sv)
Higuain – Una statua di sale. Riconosciamogli l’attenuante dello scarso supporto da parte dei compagni ma lui ci mette il carico automarcandosi. Vaga come un’anima in pena, va a cercarsi palla larga lasciando l’area sguarnita. Peccato sia proprio quello il suo luogo di lavoro. Non avrebbe sfigurerato come dipendente pubblico. Gonzalo è anche questo, ma non solo. Il gol è il tuo mestiere: non fare l’assenteista: 4.5 (dal 32′ st Palacio sv).