Spagna-Cile 0-2 – La vera “Roja” è quella cilena: finisce l’era degli Invincibili

SPAGNA-CILE 0-2 – Stavolta lo si può scrivere senza timore di smentita. Non ci sarà nessun’altra prova d’appello: la Spagna, dopo solo due partite, è fuori dal Mondiale. La Spagna, dopo aver vinto consecutivamente due Europei ed un Mondiale (impresa senza eguali nella storia del calcio), è arrivata al capolinea e chiude un ciclo che resterà indelebile nella mente degli appassionati di questo sport. La Spagna, per quanto ha espresso sul campo in questi otto anni, si è potuta permettere questo fragoroso fallimento, che, con ogni probabilità, resterà anch’esso nella storia del Football. Non era mai capitato, infatti, che la squadra Campione del Mondo in carica uscisse aritmeticamente dopo solo due partite. La Spagna è stata prima anche in questo. Il ciclo di questa Spagna meritava, forse, ben altro epilogo. Ma quando si è grandi, lo si è sia nella gloria che nella vergogna. Alla Spagna, a questa Spagna, va comunque un ringraziamento, un grande ringraziamento, per quanto ci ha regalato in tutti questi anni. Oggi finisce un ciclo. Ma la Spagna, questa Spagna, è già leggenda.
PRIMO TEMPO – Del Bosque, come previsto alla vigilia, apporta solo due cambi (Xavi e Piquè in panchina, dentro Pedro e Javi Martinez), ma modifica il modulo tattico e schiera la squadra con un 4-2-3-1 che prevede Xabi Alonso e Busquets in mediana e Diego Costa unica punta supportato dal terzetto Pedro-Silva-Iniesta sulla trequarti. Il Cile, forte del successo ottenuto al debutto contro l’Australia, opta per Vidal alle spalle della coppia Edu Vergas-Sanchez. Avvio fulminante della Roja. Dopo solo sessanta secondi, al termine di una veloce azione palla a terra, Vidal viene stoppato da Azipilicueta che, in maniera un po’ fortunosa, riesce a deviare in corner. Dal conseguente angolo, Jara sfiora il goal con un colpo di testa che termina fuori di poco. Primo squillo spagnolo al quattordicesimo: percussione di Diego Costa, che entra in area ma conclude malissimo senza inquadrare lo specchio della porta; l’azione prosegue, Iniesta la mette in mezzo per Xabi Alonso su cui si butta a capofitto Bravo, autore di un intervento in uscita salva-risultato. Scampato il pericolo, la Roja, al ventesimo, passa in vantaggio: Xabi Alonso si fa rubare palla da Sanchez che verticalizza per l’inserimento di Aranguiz, bravo – a sua volta – a metterla in mezzo per Edu Vargas, che salta Casillas e deposita la sfera in rete.
Quattro giri di lancette ed è ancora Xabi Alonso, servito da Diego Costa al termine di una bella transizione, a calciare in porta, ma il pallone termina abbondantemente alto sopra la traversa. Ancora Spagna vicinissima al goal al ventiseiesimo, il tiro di Diego Costa, servito da un colpo di testa di Silva, termina fuori di poco alla destra di Bravo. La Spagna ci prova, ma non è semplice superare questo Cile, aggressivo, rapido e sempre in costante pressione sui portatori di palla spagnoli, talvolta costretti ad aprire il gioco con lanci lunghi verso gli esterni alti. A cinque minuti dal termine dall’intervallo, primo cartellino giallo in casa delle Furie Rosse comminato a Xabi Alonso, che interviene in maniera scomposta su Isla. Dalla conseguente punizione, Sanchez calcia in porta e trova la respinta (difettosa) con i pugni di Casillas, che nulla può, però, sulla ribattuta di suola di Araguiz, che mette a segno la seconda rete cilena. Clamoroso al Maracanà: alla fine del primo tempo, Cile in vantaggio di due reti.
SECONDO TEMPO – La Spagna si ripresenta in campo con una novità: fuori un opaco Xabi Alonso, dentro Koke. Primo brivido per la difesa cilena al terzo minuto: Iniesta costruisce uno splendido filtrante per Diego Costa, che si vede deviare il tiro in corner da Jara, bravissimo nel contrastare efficacemente l’attaccante dell’Atletico Madrid. Ancora Spagna al quinto minuto: Bravo respinge con i pugni una potente punizione di Ramos; Diego Costa s’avventa sulla ribattuta e si inventa un assist in rovesciata per Busquets, che, tutto solo davanti alla porta avversaria, manca l’appuntamento con il pallone e fallisce una nitidissima occasione da goal. Avvio di ripresa veemente della squadra di Del Bosque, alla ricerca disperata della rete che potrebbe riaprire il discorso qualificazione. Al quarto d’ora, difesa spagnola in affanno, Sanchez, però, decide di calciare in porta anziché servire alla sua destra un compagno meglio posizionato e si divora una grandissima chance per chiudere definitivamente i conti. Del Bosque si gioca il secondo cambio: dentro Fernando Torres, fuori Diego Costa (che esce sotto una selva di fischi). Prima sostituzione anche nelle file cilene: Gutierrez prende il posto di Aranguiz, autore, al termine del primo tempo, della seconda marcatura sudamericana.
I minuti passano inesorabili. E per la Spagna, complice un Cile ordinato, aggressivo e magistralmente messo in campo da Sampaoli, si fa sempre più dura. Grandissima occasione per il Cile al ventiduesimo: insidioso traversone dalla sinistra di Mena che taglia tutta l’area spagnola, Isla s’avventa in estirada all’interno dell’area piccola e conclude alto di poco sopra la traversa. In campo c’è una sola squadra: il Cile. La Spagna ha alzato bandiera bianca, concede tantissimo dietro e rischia a più riprese di concedere il terzo goal ai cileni, trascinati da un Sanchez in forma smagliante. A dieci dal termine, squillo spagnolo con Cazorla, autore di un insidioso sinistro dal limite deviato in corner dall’attento Bravo. Tre giri di lancette ed è Iniesta ad esaltare Bravo, che si supera su un’insidiosa conclusione da fuori area del catalano. Gli straordinari per l’estremo difensore sudamericano non sono finiti, costretto a deviare in angolo una punizione di Cazorla. I campioni del Mondo, però, ci provano – seppur in maniera confusa – fino alla fine. Al primo minuto di recupero, Sergio Ramos si vede deviato in corner un tiro a botta sicura da un difensore avversario. E’ l’ultimo squillo spagnolo a Brasile 2014. Agli ottavi di finale vanno Olanda e Cile, che nel prossimo turno si giocheranno il primo posto del girone. Sarà partita vera: a chi perde, toccherà in sorte il Brasile