Quinto gol più veloce di sempre ai Mondiali. Così si apre Ghana-USA con un tiro di Dempsey che va a gonfiare la rete. L’ex Spurs, galvanizzato probabilmente dalla vittoria degli altri Spurs, quelli NBA, ha rifinito l’assist di Jones, superando Boyo e insaccando nell’angolino basso alle spalle del portiere. Il difensore ghanese ha avuto modo di vendicarsi più tardi, ovviamente involontariamente, con un intervento scomposto più simile ad un dropkick di Rey Misterio che ad un tackle di calcio, colpendo al volto lo statunitense, costringendolo ad uscire per medicarsi.
L’attacco viene decimato completamente con l’infortunio di Altidore, l’attaccante del Sunderland che viene sostituito da un suo ex compagno all’AZ, il giovanissimo Jóhannsson. Questo e un atteggiamento propositivo del Ghana costringono gli USA a giocare una partita di rimessa, probabilmente ringraziando anche visto che hanno vissuto la partita da spettatori. Il gioco dei ghanesi è vigoroso ed energico ma totalmente scoordinato, molti lanci e passaggi sbagliati, fase di impostazione confusionaria, negli ultimi 15 metri il caos.
Si tenta più volte con tiri da lontano ma risultano totalmente inefficaci e non fanno altro che spezzare la buona intensità di gioco fino a quel momento creata. Anche la fase difensiva soffre delle medesime carenze con falli inutili, contrasti scomposti e quant’altro. Giocatori esperti come Muntari incorrono in falli di frustrazione, cosa che ha condizionato mentalmente poi tutta la partita.
Lo stato fisico degli africani è eccellente ma sembra mancare una unità di gioco, come undici pedine che vanno a caso nella scacchiera. In contropiede hanno poi rischiato più volte la definitiva capitolazione. Gli americani nonostante abbiano meno gambe e meno tecnica nei piedi sono stati perfettamente istruiti da Klinsmann che è riuscito, si con fortuna, ma anche intelligentemente a portare a casa il risultato. Il centrocampo a rombo con Jones e Bedoya ai lati è servito da diga, specialmente il giocatore dello Schalke ha sovrastato fisicamente i più gracili Rabiu ed Atsu.
Sotto la spinta di un pubblico nutritissimo di statunitensi la nazionale stelle e strisce, anche se con una divisa veramente inguardabile, ha dimostrato delle qualità che potranno tornare utili in una competizione ad eliminazione diretta. Si ricordi il Paraguay che arrivò nel mondiale scorso nella fase finale senza vincere una partita e perendo solo ai rigori, quattro pareggi, che il catenaccio sia un’arte morta è una diceria oramai sbugiardata in tutti i fronti, dal Chelsea di Di Matteo all’Atletico dell’ultima di campionato. La tenacia dimostrata nel ribaltare il momentaneo pareggio dell’82esimo pochi istanti dopo è un altro fattore che in vista di un Portogallo così incolore visto oggi pomeriggio potrebbe regalare la qualificazione agli statunitensi.
Il Ghana dal canto suo ci ha provato, dopo 80 minuti di sforzi sono riusciti a metterla dentro con André Ayew ma ancora una volta l’imprinting mentale è stato insufficiente, la squadra si è distratta ed in pochissimo hanno perso quanto di guadagnato dopo più di un’ora di assalto. Probabilmente la peggior sconfitta immaginabile. Tutto da rivedere sul profilo tecnico-tattico per il Ghana. Gli Stati Uniti ora possono sperare.