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Juninho incontra Pirlo: uno sguardo agli specialisti del mondiale

Si è tenuto nella sede degli azzurri l’incontro tra il fresco pensionato, calcisticamente parlando, Juninho Pernambucano e Andrea Pirlo. I due numeri 21 in gesto di una amicizia che li lega oramai da molti anni hanno colto l’occasione per scambiarsi le maglie delle rispettive nazionali. Il brasiliano ha sfruttato l’occasione per elogiare il romanista Miralem Pjanic, suo compagno al Lione dove il brasiliano già ne notò le grandi potenzialità, augurandosi un buon futuro per lui spera che il ragazzo continui la sua carriera in ascesa. Juninho ha poi parlato delle differenze con Andrea elogiando lo juventino dalle brevi distanze ma prendendosi i meriti per le punizioni dai 30 metri, indimenticabile quella contro il Real Madrid nella Champions 2006-2007 dove sfoderò un tiro degno di Holly e Benji, a 126 Km/H da 36 metri, insaccando il pallone pure nell’angolino basso, cose che non vedi nemmeno sui giochi per Playstation. La stima tra i due è iniziata diversi anni fa quando Pirlo citò personalmente il brasiliano , a quel tempo in forza al Lione, come suo personale maestro per le tecniche dei calci piazzati. Il segreto fu svelato non molto tempo fa quando Juninho spiegò come sia essenziale colpire la palla con le prime tre dita ma mantenendo la caviglia abbastanza rigida. Tecnica tramandata di brasiliano in brasiliano visto che già Roberto Carlos si destreggiò in essa con punizioni indimenticabili in ogni competizione.
Di maestro in maestro si è perfezionata sino a Pirlo che ha portato l’eleganza della punizione nella cosiddetta “parabola discendente” anche a pochi metri dalla porta. Nel calcio moderno i calci piazzati diventano decisivi, al tempo l’Equipe stipulò una classifica dove notò come il 45% dei gol del Lione venivano da palle inattive. La stessa Juventus quest’anno ha beneficiato ben più di una volta della classe di Pirlo sia in cabina di regia sia per assist e goal, sottolineando che il tipo di giocatore della quale il bresciano si fa archetipo può durare sino a 34 anni in grande forma. Con l’avanzare dell’età le capacità fisiche tendono inesorabilmente a crollare ma quelle tecniche non subiscono flessioni, motivo per il quale è di poche ore fa la notizia del rinnovo sino al 2016 con la Juventus, vedremo quindi giocare, magari non tutte le partite, ma sicuramente ad alti livelli sino a 37 anni. Juninho ne ha 39 ed ha lasciato il Lione nel 2009, da quell’anno sino al 2014 si è sempre ritagliato uno spazio importante tra i NY Red Bull ed il Vasco da Gama.
A chi passare il testimone? Nel Brasile il solo Neymar si candidata come specialista per le punizioni, nel mondo troviamo questa “razza” oramai in estinzione. Ci piace ricordare come l’Inter di molti anni fa potesse contare su Van Der Meyde, Mihajilovic, Stankovic, Veron e Recoba, un set di specialisti da far invidia a chiunque.
Dei veterani troviamo Ronaldinho che con il suo Atletico Mineiro sta facendo benissimo, Van Der Vaart e Xavi. Al mondiale oltre i noti Ronaldo e Sneijder troveremo l’esperto Sejad Salihovic per la Bosnia, il giocatore capitano dell’Hoffenheim è il membro chiave dei tedeschi, nelle sue oltre 200 presenze ha segnato 51 gol.
Altre punizioni potrebbero essere battute dal milanista Honda e da Drogba con la sua Costa D’Avorio. La Germania nonostante una quantità di trequartisti indegna per qualsiasi nazionale non ha nessun giocatore specifico per i calci piazzati ma uno a caso tra Gotze, Schurrle e Muller andrà benissimo. La Francia con ogni probabilità si affiderà invece al gioiellino Griezmann.
Come sempre, specialmente nei tornei internazionali, avere degli specialisti dei calci piazzati, sia che si parli di corner, punizioni ma soprattutto di rigori determinerà il vincitore della competizione e anche quest’anno sarà così, salvo trovarsi il portiere avversario in stato di grazia divina.

Edoardo Del Principe

Chief Editor presso YDBCN e scribacchino su TuttoCalcioEstero. Studio scienze politiche all'università di Perugia e suono in un gruppo Death Metal.

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Edoardo Del Principe

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