Roma, 8 luglio 1990. La Germania Ovest, si perché il muro era crollato da qualche mese ma a livello calcistico occidente e oriente erano ancora separati, alzò al cielo la Coppa del Mondo, la terza della sua storia, al termine di una contestatissima finale contro l’Argentina, vinta grazie ad un generoso rigore trasformato da Bremhe e concesso per un lieve contatto fra Sensini e Völler. La storia delle finali vinte dai tedeschi, d’altronde, è ricca di aneddoti e polemiche. Il primo successo, nel mondiale svizzero del ’54, fu conquistato al termine della celeberrima finale contro lo squadrone ungherese, che batté i tedeschi nel girone eliminatorio (8-3) prima di essere sconfitto all’atto conclusivo. Su quella partita, ribattezzata e celebre con il nome di “Miracolo di Berna“, si sono consumati litri di inchiostro. C’è chi sostiene che la squadra tedesca si dopò pesantemente per battere lo squadrone magiaro. E i vari problemi fisici accusati dalla quasi totalità dei giocatori di quella Germania, ne sono, forse, la più fulgida testimonianza.
A distanza di ventiquattro anni, nel mondiale giocato in casa, la superba Germania di Beckenbauer s’impose, in finale, sull’Olanda di Cruyff. Ma anche in quel caso, nonostante il valore indiscutibile della squadra all’epoca allenata da Helmut Schön, qualcuno ipotizzò dei favoritismi in quanto nazione organizzatrice del torneo. Di tempo dall’ultimo successo, però, ne è passato davvero parecchio. Ventiquattro anni d’attesa, per la Nationalmannschaft, sono un periodo di tempo lungo, lunghissimo. Quasi intollerabile. Ed è per questo motivo che quest’anno, complice una squadra dotata di grande talento (ma con alcuni punti deboli piuttosto evidenti), i tifosi della Germania si attendono la Coppa, la prima dalla riunificazione fra la parte occidentale e quella orientale. Mai, nella lunga storia del Campionato del Mondo, una squadra europea ha portato a casa la preziosa scultura del Cazzaniga quando la manifestazione è stata organizzata nel continente americano: ci riusciranno gli uomini di Joachim Löw?
ANALISI TECNICO-TATTICA
Una sola certezza: la Germania, come da dieci anni a questa parte, scenderà in campo il collaudatissimo 4-2-3-1, che può variare “filosofia” in base agli interpreti che, di volta in volta, Löw metterà in campo. Per il resto, tanti dubbi e poche certezze: fra infortunati dell’ultimo minuto (pesantissima l’assenza di Reus) e giocatori che si presenteranno al via in uno stato di forma tutt’altro che eccellente, Löw arriva in Brasile con molti punti interrogativi ancora da sciogliere. La porta sarà difesa da Neuer, abile e arruolato con “riserva”, visti i problemi fisici che lo hanno tormentato nell’ultima parte di stagione; non è casuale che il c.t. tedesco, nelle amichevoli pre-mondiale, abbia preferito schierare fra i pali Weidenfeller anziché Manuel, per preservarlo da eventuali ricadute. La linea a quattro è un rompicapo assai complicato. A destra, le opzioni sono tre: Boateng (terzino bloccato), Grosskreutz ( bravo più a offendere che a difendere) e Lahm (terzino a tutto tondo, che quest’anno ha giocato con continuità come mediano). In mezzo alla difesa, invece, la coppia titolare, complice il probabile impiego di Boateng come terzino bloccato, dovrebbe essere composta,da Mertesacker e Hummels, che nelle ultime amichevoli hanno palesato qualche problema d’intesa. Per il ruolo di esterno basso sinistro, le alternative sono ben quattro: Boateng, Höwedes, Lahm e Durm; i primi due sono centrali difensivi che, giocoforza, offrirebbero un’interpretazione del ruolo decisamente prudente, mentre il terzo (comunque più produttivo sulla fascia destra) e il quarto garantiscono maggior incisività in fase offensiva.
Passando al centrocampo, la coppia davanti alla difesa dovrebbe essere formata da Schweinsteiger e Khedira. Dovrebbe, per l’appunto, perché la condizioni fisiche di entrambi non lasciano tranquillo Löw. Le primissime alternative sono rappresentate da Lahm (che il c.t. tedesco preferirebbe schierare come esterno basso), Kroos (che ha buone chance di essere avanzato sulla trequarti a causa dell’infortunio di Reus), Kramer e, in ultima battuta, Ginter. Infinite anche le opzioni sulla trequarti, dove i tedeschi, nonostante l’esclusione di Reus, esibiscono un Parterre de Rois davvero eccellente: Götze, Özil, Müller, Schürrle, Kroos e Podolski, compongono un reparto con pochi eguali nelle altre trentuno partecipanti. Se la trequarti fa dormire sonni tranquilli allo staff tecnico, altrettanto non si può dire per il comparto prime punte. L’unica di ruolo, infatti, è Miroslav Klose, che si presenta al via con qualche acciacco di troppo. In alternativa al calciatore della Lazio, Joachim potrebbe optare per il tanto famigerato “finto nueve”, ruolo che potrebbe essere ricoperto da Müller e Götze. Ad oggi, quindi, è alquanto complicato stabilire quali saranno i quattro giocatori offensivi della selezione tedesca. Gli unici che sembrano certi dalla maglia da titolare sono Özil e Müller, anche se non è ancora ben definito quale ruolo andranno a ricoprire.
LA STELLA
La selezione tedesca abbonda di giocatori importanti ed affermati a livello internazionale. Quello maggiormente rappresentativo, dotato di ottima tecnica, straordinarie doti tattiche (come pochissimi altri al mondo) e di una leadership silenziosa ma non per questo poco efficace, è Philip Lahm, capitano della Nationalmannschaft e del Bayern Monaco. Esterno basso, a destra o a sinistra, oppure play basso, Lahm offre sempre prestazioni generose ed assolutamente all’altezza delle aspettative. Al mondiale non arriva nelle condizioni fisiche migliori, ma Low non può fare a meno del suo capitano. Capitano dentro e fuori dal campo.
LA SORPRESA
L’infortunio di Reus potrebbe lanciare un ragazzo dell’altra sponda della Ruhr: Julian Draxler, trequartista dello Schalke 04. Il nome non è nuovo agli amanti del grande calcio internazionale. Il calciatore, infatti, è seguito da tutti i più importanti club a livello internazionale, pronti a fare carte false per questo giovanissimo talento tedesco che, a soli venti anni, vale già trentacinque milioni. Il Mondiale potrebbe essere la vetrina ideale per mostrare al mondo intero le straordinarie doti tecniche di cui dispone. E lo Schalke, che ha già in rampo di lancio altri giovanissimi talenti dal futuro assai promettente (Meyer e Goretzka su tutti), potrebbe incassare una cifra ancora più alta rispetto all’attuale valutazione del calciatore. La montagna da scalare, però, non è delle più semplici: rubare il posto a gente come Kroos, Müller e Özil, è impresa tutt’altro che facile.
LE PROSPETTIVE
In territorio tedesco, si attendono una sola cosa: riportare a casa la Coppa del Mondo. Ventiquattro anni di attesa sono un periodo troppo lungo per un popolo che, da sempre, è abituato a mietere successi. I dubbi che accompagnano questa spedizione, però, sono molteplici. La difesa, specie durante le ultime amichevoli, è sembrata tutt’altro che solida, mentre la mediana potrebbe soffrire a causa dello stato di forma non eccellente di Schweinsteiger, Khedira e Lahm. La straordinaria abbondanza sulla trequarti, inoltre, mal si concilia con la presenza di una sola vera prima punta, Klose, in condizioni fisiche non entusiasmanti. L’attesa è tanta, ma lo stato di salute non eccellente con le quali si presenta una fetta considerevole della rosa, potrebbe pesare, e non poco, sulle fortune della Nationalmannschaft.
CONVOCATI
N. | Pos. | Giocatore | Data nascita | Squadra |
---|---|---|---|---|
1 | P | Manuel Neuer | 27 marzo 1986 | Bayern Munich |
12 | P | Ron-Robert Zieler | 12 febbraio 1989 | Hannover 96 |
22 | P | Roman Weidenfeller | 6 agosto 1980 | Borussia Dortmund |
2 | D | Kevin Großkreutz | 19 luglio 1988 | Borussia Dortmund |
3 | D | Matthias Ginter | 19 gennaio 1994 | SC Freiburg |
4 | D | Benedikt Höwedes | 29 febbraio 1988 | Schalke 04 |
5 | D | Mats Hummels | 16 dicembre 1988 | Borussia Dortmund |
15 | D | Erik Durm | 12 maggio 1992 | Borussia Dortmund |
16 | D | Philipp Lahm | 11 novembre 1983 | Bayern Munich |
17 | D | Per Mertesacker | 29 settembre 1984 | Arsenal (Ing) |
20 | D | Jérôme Boateng | 3 settembre 1988 | Bayern Munich |
21 | D | Shkodran Mustafi | 17 aprile 1992 | Sampdoria (Ita) |
6 | C | Sami Khedira | 4 aprile 1987 | Real Madrid (Spa) |
7 | C | Bastian Schweinsteiger | 1 agosto 1984 | Bayern Munich |
8 | C | Mesut Özil | 15 ottobre 1988 | Arsenal (Ing) |
9 | C | André Schürrle | 6 novembre 1990 | Chelsea (Ing) |
10 | C | Lukas Podolski | 4 giugno 1985 | Arsenal (Ing) |
13 | C | Thomas Müller | 13 settembre 1989 | Bayern Munich |
14 | C | Julian Draxler | 20 settembre 1993 | Schalke 04 |
18 | C | Toni Kroos | 4 gennaio 1990 | Bayern Munich |
19 | C | Mario Götze | 3 giugno 1992 | Bayern Munich |
23 | C | Christoph Kramer | 19 febbraio 1991 | Borussia Mönchengladbach |
11 | A | Miroslav Klose | 9 giugno 1978 | Lazio (Ita) |