Riecco l’Australia, ormai diventata una presenza fissa dei Mondiali dopo lunghi anni di difficoltà. Isolata la partecipazione del 1974 in Germania, esordio al quale non ha fatto seguito nessuna qualificazione per 22 anni, poi dal 2006 a oggi Socceroos per tre volte ai gironi. In occasione del mundial tedesco che ci ha fatto gioire gli australiani fecero bene, eliminati proprio dall’Italia agli ottavi di finale. Gara non semplice, risolta grazie a un rigore procurato da Grosso e trasformato da Francesco Totti. Ce lo rinfacciano ancora. L’Australia anni fa ha salutato l’OFC, federazione oceanica, per andare a svolgere le qualificazioni nel raggruppamento asiatico, solo il Giappone è arrivato davanti. Piazzamento che sarà difficile replicare nel raggruppamento B del Mondiale: Cile, Olanda e Spagna sono avversari proibitivi. Inutile girarci intorno. Una curiosità: la maglia che l’Australia sfoggerà in Brasile è ispirata a quella della prima partecipazione mundial. Si chiude il cerchio, è un nuovo inizio.
ANALISI TECNICO-TATTICA
Nel 2006 sotto la guida Hiddink è andata bene, come abbiamo detto, eliminazione per mano dei futuri campioni del mondo, un po’ peggio la spedizione sudafricana, considerato però il girone con Serbia, Ghana e Germania era oggettivamente difficile fare tanto meglio. Sono finiti i tempi dei vari Kewell, Schwarzer e Viduka, la nomina di Ange Postecoglou nell’ottobre scorso è una chiara scelta di rinnovamento e il tecnico di origini greche non ha disatteso le aspettative. Grande conoscitore del campionato australiano, Ange ha deciso di cercare in casa la linfa per il nuovo corso. Scorrendo i nomi dei 23 spiccano i big Cahill e Bresciano, che però partirà dalla panchina, per il resto largo ai giovani. E all’attacco. Postecoglou è uno che non fa tanti complimenti, dopo tutto con un girone simile fare calcoli sarebbe impensabile, il suo 4-2-3-1 è molto più votato all’attacco di quanto dicano i freddi numeri. E’ un mondiale per fare esperienza, c’è un gruppo giovane da far progredire. A volte insegnano più i ceffoni delle carezze, la scelta di unirsi alla confederazione asiatica nel 2005 è stata presa proprio per questo, avversari più forti possono insegnare di più, da un 31 a zero contro le Samoa americane (è successo davvero, record mondiale, correva l’anno 2001) si impara poco.
Schwarzer ha salutato la nazionale, va verso i 42 anni e non ha più niente da dare alla causa, dopo due mondiali l’ex portiere del Fulham non è tornato sui suoi passi, addio definitivo alla nazionale. Scelta da rispettare. Al suo posto due numeri uno che non lo faranno rimpiangere, Mathew Ryan e Mitchell Langerak. Entrambi giocano in squadre competitive, Club Brugge e Borussia Dortmund, conoscono le pressioni. Titolare dovrebbe essere il primo, giovane di belle speranze che a 22 anni e con una stagione in Belgio alle spalle, può farsi vedere nella vetrina più importante. In difesa troviamo uno dei pochi superstiti della vecchia guardia, Luke Wilkshire. Nato centrocampista, dopo varie esperienze in giro per l’Europa è dal 2008 alla Dinamo Mosca, dieci anni fa il suo esordio in nazionale. Un veterano per blindare la fascia destra. In mezzo il punto fermo è Spiranovic, ex Norimberga giunto a pieno grado di maturazione. Dovrebbe esserci spazio anche per Ivan Franjic dei Brisbane Roar.
In mezzo c’è una grande certezza, quel Jedinak che ha aiutato il Crystal Palace a raggiungere una salvezza insperata. E’ uno di quei giocatori che tutti i tecnici vorrebbero, quel volpone di Tony Pulis si è fidato e lo stesso faranno i suoi compagni in Brasile, in primis Mark Milligan. Percorso opposto a quello di Wilkshire, inizialmente centrale di difesa, come si desume dal cinque sulla schiena, ha gironzolato un po’ per Cina e Giappone prima di tornare a casa. La A-League è infatti la grande protagonista di questo gruppo, c’è un progetto chiaro volto a far crescere il movimento calcistico, non soffermiaci sugli ingaggi stellari dei Del Piero & co. I Socceros ne guadagneranno in affiatamento.
Del gruppo fa parte anche Mark Bresciano, lo abbiamo apprezzato a lungo in Italia, Empoli, Parma, Palermo e Lazio per un curriculum di tutto rispetto. Postecoglou l’ha portato in Brasile nonostante le 34 primavere, sarà utile in corso d’opera ma titolari saranno altri. Brutta botta l’infortunio di Kruse, sulla fascia agirà Tommy Oar. Meno certezze per quanto riguarda la trequarti, tanti i nomi in ballo a cominciare da Vidosic del Sion per continuare con Leckie, attaccante che si è fatto le ossa in Germania. Tanti giovani ma le speranze australiane passano comunque da Tim Cahill. 35 anni da compiere, nel 2006 è stato il primo australiano a segnare (e fare doppietta) in un mondiale, valore aggiunto di questa squadra con un contributo fatto non solo di gol ma anche di sapienza tattica. La volontà è quella di giocare senza frasi troppi problemi, in caso di sofferenza c’è il 4-1-4-1 come variante tattica. Non prenderne però serve a poco, questo Mondiale è un laboratorio per la squadra che verrà.
LA STELLA
Tim Cahill e chi sennò? Nel discreto gruppo australiano spicca il giocatore nato a Sydney. In casa Everton lo ricordano con affetto, militanza lunghissima la sua, ben otto stagioni a Goodison Park. Abbiamo accennato alla sua polivalenza, è bravo anche di testa nonostante non arrivi al metro e ottanta. Sa leggere l’azione, a lui il compito di prendersi cura dei baby Socceroos. Lui dei giovanissimi si è sempre preso cura, uomo Unicef di lungo corso, di figli ne han quattro. Massimo goleador della nazionale, gol storici i suoi, ha l’ultima occasione per scrivere un altro capitolo di storia australiana.
LA RIVELAZIONE
Scommettiamo su Mathew Ryan, giovane numero del Club Brugge. Impara l’arte e mettila da parte, si suol dire, lui che di buoni maestri ne ha avuti fa sicuramente tesoro di questo detto. Nel 2010 si è unito ai Central Coast Mariners, dove ha rubato i trucchi del mestiere a Jess Vanstrattan. Molti di voi lo ricorderanno per l’esperienza con la maglia del Verona, per lui pure un fugace passaggio alla Juventus. All’infortunio del titolare, Mathew si è fatto trovare pronto tenendo la porta inviolata per ben 12 turni. Ciò gli è valso la chiamata in nazionale due anni fa. Precisiamo che ad aprile ha spento 22 candeline. La scorsa estate è arrivata la grande occasione, il Club Brugge si è fatto avanti e il portiere non ha avuto dubbi. Stavolta a fargli da chioccia c’è il portiere che incantò il mondo a Usa ’94, uno dei più forti della storia: Michel Preud’homme. Da uno così c’è tanto da imparare, un giovane estremo difensore non potrebbe sognare allenatore migliore, anche se Ryan è molto diverso dal fuoriclasse belga. Non altissimo, 184 cm, fisico esplosivo. “Alla Peruzzi”, per intenderci. Buona la prima stagione i nerazzurri, gli è valsa il prolungamento dell’ingaggio con tanto di cospicuo aumento. Se ascolta lo zio Michel potrà diventare grande.
PROSPETTIVE
Fare bella figura, crescere e all’occorrenza stupire. Non parte con altri auspici la spedizione australiana. Avversari pazzeschi, Olanda e Spagna, pure il Cile è di un altro pianeta. I Socceroos si trovano davanti un bivio: limitare i danni oppure prendersi qualche rischio ma con la possibilità di gettare basi importanti. Ange ha fatto la sua scelta l’ha fatta e solo per questo c’è da fargli i complimenti.
CONVOCATI
N. | Pos. | Giocatore | Data nascita | Squadra |
---|---|---|---|---|
1 | P | Mathew Ryan | 8 aprile 1992 | Club Brugge (Bel) |
12 | P | Mitchell Langerak | 22 agosto 1988 | Borussia Dortmund (Ger) |
18 | P | Eugene Galeković | 12 giugno 1981 | Adelaide United |
2 | D | Ivan Franjić | 10 settembre 1987 | Brisbane Roar |
3 | D | Jason Davidson | 29 giugno 1991 | Heracles Almelo (Ola) |
6 | D | Matthew Špiranović | 27 giugno 1988 | West. Sydney Wanderers |
8 | D | Bailey Wright | 28 luglio 1992 | Preston North End (Ing) |
19 | D | Ryan McGowan | 15 agosto 1989 | Shandong Taishan (Cina) |
22 | D | Alex Wilkinson | 13 agosto 1984 | Hyundai Motors (Cor) |
5 | C | Mark Milligan | 4 agosto 1985 | Melbourne Victory |
10 | C | Ben Halloran | 14 giugno 1992 | Fortuna Düsseldorf (Ger) |
11 | C | Tommy Oar | 10 dicembre 1991 | Utrecht (Ola) |
13 | C | Oliver Bozanić | 8 gennaio 1989 | Luzern (Svi) |
14 | C | James Troisi | 3 luglio 1988 | Melbourne Victory |
15 | C | Mile Jedinak | 3 agosto 1984 | Crystal Palace (Ing) |
16 | C | James Holland | 15 maggio 1989 | Austria Wien (Aut) |
17 | C | Matt McKay | 11 gennaio 1983 | Brisbane Roar |
20 | C | Dario Vidošić | 8 aprile 1987 | Sion (Svi) |
21 | C | Massimo Luongo | 25 settembre 1992 | Swindon Town (Ing) |
23 | C | Mark Bresciano | 11 febbraio 1980 | Al-Gharafa (Qat) |
4 | A | Tim Cahill | 6 dicembre 1979 | New York Red Bulls (Usa) |
7 | A | Mathew Leckie | 4 febbraio 1991 | FSV Frankfurt (Ger) |
9 | A | Adam Taggart | 2 giugno 1993 | Newcastle Jets |