Dopo mesi di forzata inattività post-Ucraina, finalmente la Serenissima torna ad una partita ufficiale, pur amichevole che sia, e la Brigata Mai 1 Gioia risponde “presente”. Partenza di prima mattina per [D], inizio pomeriggio per [M], [P], [S], [IH] e sua moglie, unico assente (più che giustificato) [F] che, da Roma, ci sosterrà con danze della pioggia, macumba, fatture e bolle d’accompagnamento.
Arrivati a metà pomeriggio, la Brigata s’apposta nella boscaglia di fronte all’Olimpico con un thermos pieno di birre in bottiglia di plastica da bere e tonno e fagioli in scatola (da mangiare con le mani) per pasteggiare… Remake di Via col Vento con la Brigata nei panni di Rossella Ho Aria, in seguito i gendarmi ci accuseranno d’avere usato fumogeni maleodoranti durante la partita. Li sfidiamo a trovare il corpo del reato!
Comunque, dopo il picnic malefico tra legumi e zanzare (toh Ligabue, prova a fare meglio), entriamo allo stadio e ci sottoponiamo alla prassi del controllo striscioni da parte delle forze dell’ordine che, fortunatamente, ormai conoscono la nostra goliardia e abbassano la loro rigidezza. Gli steward, invece, si dimostrano rigidi, pignoli, fiscali e perfettini nemmeno fossero gli esattori di Equitalia: ci fanno togliere lo striscione dal solito posto perché “questo è il settore D, voi dovete andare al settore C… non vorremmo che poi qualcuno avesse da ridire nel caso rubaste loro il posto”. Ci spostiamo al Settore C, per inciso UNA FILA SOPRA al Settore D il quale, per tutto l’incontro, resterà DESERTO (come preventivato). Un applauso agli steward: anche oggi la vostra diligenza ha salvato il mondo!
Dopo qualche minuto di vagabondaggio per la tribuna con lo striscione in mano (perché se chiedi allo steward dove si trova il tuo settore, lui casca dalle nuvole), ci sistemiamo in piccionaia, tributiamo il giusto coro a Giampaolo Mazza mentre entra allo stadio (che sembra gradire) e ci compattiamo: solite facce più il debutto di [D]; completano la compagnia Nicolò da Milano (aficionado della nostra pagina FB) più alcuni ragazzi di Reggio Calabria che troviamo a caso lì vicino. Il settore C è tutto qui. Chi si aspettava un gran afflusso di pubblico casalingo alla “prima” di Manzaroli come C.T. resterà deluso: la Tribuna è desolatamente vuota e resterà in silenzio pneumatico per tutta la gara, nemmeno fosse la messa del papa. Di ben altro spirito sono i tifosi ospiti: vuoi che molti risiedano qua, fatto sta che la Tribuna opposta si riempie e ben figura tra bandiere, striscioni, colori e cori. Tornando alla partita, ci viene data la distinta ufficiale con le formazioni: San Marino schiera un bella miscela di ragazzi provenienti dall’Under 21 delle meraviglie e vecchi volponi del calibro di Simoncini, Della Valle, Palazzi e dell’eterno Selva. Inizia la gara (e i nostri cori) e la Serenissima tiene benissimo il campo: i giovani non mostrano paure da debutto e la Leggenda tiene banco in attacco con le movenze dei tempi che furono (ah, come gioca Selva!).
A circa metà del primo tempo il risultato si sblocca: mischia in area, Mavraj spinge in area (Fallo? Non fallo? Per noi era fallo, ma noi non siamo oggettivi, eheh) e di testa infila Simoncini. Passano appena 5 minuti e Vajushi s’inventa il goal della domenica battezzando il sette alla destra di Aldo Jr. da discreta distanza. E San Marino? San Marino non si fa abbattere dalla bella coralità albanese e continua con il suo buon gioco, sicché la prima frazione si conclude sullo 0-2 senza rischiare molto altro. Dopo la pausa panini-bibite-caffè (al baretto l’unica birra servita era quella analcolica: se la tengano) ricomincia la gara e il canovaccio non cambia: l’Albania a sperimentare, San Marino a trovare la giusta amalgama, la Brigata a starnazzare in piccionaia e il resto della tribuna loquaci quanto i pesci rossi nell’acquario, però la serata è piacevolissima e tutto scorre senza problemi mostrando una Nazionale di casa in palla malgrado il 0-3 segnato da Vila con un bel diagonale al volo. Le sostituzioni abbassano un po’ l’intensità della gara e al 90’ il direttore di gara spedisce un po’ tutti al giusto posto: i giocatori alle docce, gli spettatori a casa e la brigata a quel paese (beh, essendo maltese l’arbitro non poteva mica pretendere di essere lasciato in pace, no? ahah).
Data l’esiguità delle ugole disponibili e il caldo soffocante di Serravalle, il nostro tifo verso la fine è un po’ calato di volume (però provateci voi ad urlare per 90’ in 6) iniziando a somigliare più a Fausto Leali alle prese con i Canti Gregoriani… siamo ancora in rodaggio, speriamo comunque che i giocatori abbiano apprezzato! E poi basta, fine, stop, tutti a casa con duemila strati di sudore addosso, le corde vocali abbandonate da qualche parte, gli striscioni un po’ spiegazzati e la certezza che, alle prossime qualificazioni, una qualche gioia arriverà di sicuro (e, per dover di cronaca, anche l’Albania di sicuro dirà la sua).
Forza Titano!