Come già detto in un precedente articolo sulle rivalità norvegesi, il vero nemico del Rosenborg dagli anni ottanta in poi, è stato il Molde, che ultimamente ha sempre avuto la meglio sui ragazzi in maglia bianconera. Dell’altra squadra di Trondheim, quella che gioca in seconda divisione, e che ha molti meno tifosi rispetto al Rosenborg (che di per sé non conta più di 30.000 supporters), molti ne sapevano a mala pena l’esistenza. Beh, da ora in poi verrà presa più in considerazione dalle parti di Trondheim, perlomeno perché verrà ricordata come la squadra che ha eliminato il Rosenborg dalla Coppa Nazionale 2014, unico obiettivo rimasto ormai ai ragazzi della Norvegia del nord. E’ una partita che farà epoca, è la storia di una squadra che conta otto milioni di budget (in Corone norvegesi, ovviamente) contro un colosso che ne conta 195. E’ vero che quest’anno più che mai il Rosenborg sta passando una crisi senza precedenti, una crisi di identità, di idee, di valori, e questa sconfitta rappresenta l’apice di questo momento che tutti i tifosi sperano passi presto.
Il Rosenborg si trova sempre più lontano dal suo obiettivo principale, fissato all’inizio della stagione, ovvero il primo posto con conseguente accesso ai preliminari della Champions League 2015/2016, che ora come ora è occupato, guarda un po’ il caso, dal Molde. Dovrà accontentarsi quest’anno di giocare i preliminari di Europa League, dai quali l’anno scorso è stato scalzato dal St.Johnson, e l’anno dopo di provare a tornare ai fasti di una volta, almeno in patria. E’ altrettanto giusto ricordare però che due giocatori titolari (Mikkel Diserud e Christian Gamboa) sono impegnati con le rispettive nazionali statunitense e costaricense, che giocheranno i mondiali brasiliani. Questo ovviamente non può giustificare una partita persa ai supplementari, in quella maniera poi, subendo due gol in rapida successione dopo un incredibile crollo di concentrazione che ha portato al 3-4 finale. E’ la fine di un epoca, come molti sperano a Trondheim, l’epoca di Erik Hoftun, che da ex calciatore nel 2004 aveva messo la parola fine all’età dell’oro del Rosenborg, che veniva da incredibili vittorie in Champions League, e da un dominio assoluto nel campionato nazionale, il quale ora si ritrova a coprire una delle posizione dirigenziali più importanti all’interno della società. Questa partita dunque potrà passare alla storia anche perché ha dato il via al processo di rifondazione di un club che per troppo tempo è rimasto ai margini della notorietà.
Federico Sconocchia Pisoni – @fedescony