GREUTHER FURTH-AMBURGO 1-1 – Dopo solo tre giorni dal pareggio a reti bianche dell’Imtech Arena, Greuther Furth e Amburgo si ritrovano difronte per la gara di ritorno, quella che non ammette appelli. Il Greuther, che nella sua storia vanta una sola presenza nel massimo campionato tedesco, prova a far conoscere all’Amburgo l’amaro calice della Zweite, sapore mai provato, fino ad oggi, dai tifosi Rothosen. I padroni di casa si schierano con 4-4-2 molto offensivo che spesso, complice l’accentramento di Stieber, si trasforma in un 4-3-1-2, mentre gli ospiti rispondono con un 4-2-3-1 molto più simile, a dire il vero, ad un 4-4-1-1, con Van der Vaart in appoggio di Lasogga e Çalhanoğlu e Jansen sugli esterni.
PRIMO TEMPO – Avvio di partita favorevole all’Amburgo, decisamente più vivace rispetto ai padroni di casa. Il primo squillo è di Lasogga, che colpisce male di destro dal limite dell’area. I rothosen sfondano sulla sinistra con Jansen, ma Çalhanoğlu – che raccoglie la palla sul lato opposto – non dà seguito all’ottima progressione offensiva del compagno di squadra. La squadra di Slomka preme. Al tredicesimo, azione prolungata degli ospiti: Çalhanoğlu colpisce il palo con un destro in contro balzo al limite dell’area, la palla giunge a Jansen che, a sua volta, costringe Hesl ad un difficilissimo intervento; la sfera, poi, torna nuovamente in possesso di Badelj, che si vede deviato il tiro in calcio d’angolo da un difensore avversario. Dal conseguente corner, Van der Vaart la mette in mezzo all’area dove Lasogga, mollato da Azemi, trova il colpo di testa che vale il meritato vantaggio del HSV. Dopo un quarto d’ora stranamente di buon livello, l’Amburgo tira un po’ i remi in barca e lascia il pallino del gioco ad un Furth totalmente incapace di imbastire una reazione degna di tal nome. Alla mezz’ora, in seguito ad un contatto aereo con un giocatore avversario, Djourou è costretto ad abbandonare il campo; al posto dell’ex Gunners, spazio a Mancienne. Quattro giri di lancette ed è nuovamente l’Amburgo, con Lasogga, a sfiorare il raddoppio, Hesl, però, dimostra di avere ottimi riflessi e sventa la minaccia. Nel finale di frazione si fa vivo il Greuther. A cinque minuti dal termine, ottimo spunto per vie centrali di Stieber che scarica per Azemi, protagonista di un destro a giro che si perde di poco fuori alla destra di Drobny. Tre minuti dopo, invece, Weilandt si accentra dalla sinistra, supera un paio di calciatori dell’Amburgo, ma conclude male e non impensierisce il portiere avversario.
SECONDO TEMPO – Nessun cambio per i due tecnici durante l’intervallo. La prima occasione del secondo tempo è appannaggio dell’Amburgo: Çalhanoğlu batte un calcio da fermo, Lasogga – lasciato inspiegabilmente solo – stacca di testa al limite dell’area piccola ma trova la respinta miracolosa di Hesl, bravissimo a deviare la sfera in angolo. Passano sei minuti ed è ancora l’HSV ad avere una buona chance per raddoppiare, il tiro di Arslan, però, non è preciso e non inquadra lo specchio della porta. Il Greuther, come per incanto, si sveglia all’improvviso. E al minuto cinquantotto, trova il pareggio: Stieber s’inventa un superbo assist per l’inserimento di Furstner, che approfitta di una dormita colossale di Mancienne e batte Drobny in estirada. L’inerzia del match, fino a quel momento dalla parte dell’Amburgo, è tutta a favore dei padroni di casa. Tre giri di lancette ed è ancora Stieber – a suggello di un ottimo spunto sulla trequarti avversaria – a costringere Drobny ad una miracolosa deviazione in corner. L’Amburgo è in bambola. Slomka, oltretutto, è costretto ad un cambio: fuori l’infortunato Arslan, dentro il poco affidabile Rincon. Il Greuther preme, l’Amburgo soffre. Le occasioni da gol, però, latitano. Ad un quarto d’ora dal termine, altro cambio nelle file dei Rothosen: Tesche entra per dare il cambio ad uno stanco Rafa Van der Vaart. Gli ultimi dieci minuti sono un vero e proprio assedio bianco-verde. Al minuto ottantatré, colpo di testa di Fullkrug che costringe Drobny ad un complicato intervento. Duecentoquaranta secondi più tardi, l’onnipresente Fullkrug sguscia via sulla destra, entra in area e, complice una deviazione fortuita di Westermann, serve la palla ad Azemi, che, da posizione assolutamente invitante, anziché calciare cerca un passaggio a rimorchio in una zona dove non sono presenti compagni di squadra. L’ultimo brivido al novantesimo: Stieber batte un angolo dalla destra, Sukalo stacca imperiosamente di testa e fa urlare al “goal” i tifosi sugli spalti, ma Drobny, con un superbo colpo di reni, riesce a deviare la sfera in angolo.
Finisce in parità. E l’Amburgo, in virtù della regola dei goal segnati in trasferta, giocherà anche la prossima Bundesliga. Non è stata certo una salvezza meritata. Gli uomini di Slomka, capaci di vincere solo due delle ultime dodici partite, avrebbero meritato la retrocessione per quanto espresso durante tutta la stagione. Ed anche in questo spareggio, eccezion fatta per i primi venti minuti di oggi, la squadra ha palesato dei limiti individuali e di gruppo non indifferenti. Il Greuther, invece, deve recriminare con sé stesso per aver gettato alle ortiche una promozione diretta che, solo tre mesi fa, sembrava quasi certa.