Il Benfica non è sicuro del minimo vantaggio maturato nella gara di andata, è preoccupato dalla superiorità tecnica dell’avversario, spaventato dalla spinta dello Juventus Stadium. Non lo dicono i portoghesi, loro preferiscono buttarla sulle provocazione a mezzo stampa, vili perché prive di fondamento. Qui in Italia si parla tanto di mancanza di sportività, di predominio assoluto della cultura del sospetto, ma il Benfica, attraverso le parole del proprio vice presidente, Silvio Cervan, sta davvero dando un brutto esempio. Cervan allude, infatti, a interessi superiori, che vanno ben oltre le quattro linee laterali di un campo da calcio:“La Uefa vorrebbe spedire in finale la Juve, per questioni commerciali e per il peso del club bianconero”.
“A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”, osserverebbe qualcuno. E allora consentiamo pure a Cervan di avvelenare la vigila di una festa, ma prendiamo in seria considerazione l’idea che qualcuno a Lisbona sia davvero preoccupato di venire sbattuto fuori dall’Europa League e stia cercando così di spostare l’attenzione su chiacchiere da bar.