L’ultimo gol europeo lo aveva messo a segno il 7 aprile del 2009, quando vestiva ancora la casacca del Manchester United, e l’avversario, guarda caso, era una squadra portoghese, il Porto. Cinque lunghissimi anni di digiuno europeo e poi un lampo, un dribbling per superare il muro difensivo del Benfica e un tocco beffardo sotto le gambe di Artur. L’esultanza spasmodica, la corsa furiosa verso la panchina per esultare col gruppo, col suo condottiero, Antonio Conte.
Si è innamorato della Juventus fin dal primo sguardo Carlos Tevez, ne ha sposato in pieno la causa. Nella buona e nella cattiva sorte lui ci mette anima e corpo, generoso come è. L’Apache ha messo a segno un gol importante, un mattoncino su cui costruire tra le mura amiche la qualificazione alla finale di Torino: “Sono contento per il mio gol. Ma non conta il fatto che mi sia sbloccato piuttosto che la qualificazione resti aperta. Abbiamo molte speranze di passare il turno e qualificarci. Il gol lo dedico alla mia famiglia. Abbiamo fatto 90′ bene per vincere”.
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