BENFICA-JUVENTUS 2-1, I PROMOSSI
GARAY – Apre le danze dopo due minuti con una bella incornata di testa. Dietro non sbaglia un colpo: puntuale nelle chiusure, dominatore delle palle alte, praticamente infallibile. A ventotto anni meriterebbe la seconda chance in un top club europeo. Roccioso.
TEVEZ – Dopo cinque anni, torna al gol in una competizione europea. E lo fa con una rete di notevole fattura. Gioca una gara generosa e, a differenza del compagno di reparto, riesce a creare qualche grattacapo alla solida retroguardia lusitana, spesso messa in difficoltà delle accelerazioni dell’Apache. Fondamentale.
MARKOVIC – Che fosse un calciatore dalla tecnica sopraffina, rapido di pensiero e abile con il pallone fra i piedi, era cosa nota. Ma oggi, a differenza di quanto accaduto spesso nel passato, gioca anche una gara sopraffina dal punto di vista tattico. Il ragazzo serbo, classe 94′, è già un talento pronto per i grandi palcoscenici. Funambolo.
POGBA – Sfiora il gol, incide in maniera significativa nello sviluppo della manovra bianconera (complice un Pirlo in serata no) e, come di consueto, ci mette il fisico. Di gran lunga il migliore del terzetto del centrocampo bianconero. Leone.
LIMA – Entra in campo al diciottesimo della ripresa e lascia il segno in maniera determinante nel match. L’ex attaccante degli Arsenalistas, titolare in campionato e panchinaro in Europa League, mette a segno il gol vittoria e sfiora la doppietta personale, mostrandosi decisamente più utile e mobile dello spento Cardozo. Il nome sulla maglia dice tutto: tagliante.
BENFICA-JUVENTUS 2-1, I BOCCIATI
BONUCCI – Non riesce quasi mai ad impostare l’azione da dietro, ostacolato dal pressing alto delle Aguias. E’ responsabile dei due gol subiti dai bianconeri, complici due dormite clamorose (soprattutto nell’azione della prima rete). In parole povere, non ne imbrocca una giusta. Inguardabile.
CARDOZO – Svogliato, lento (ma non è una novità), poco utile alla squadra e mai pericoloso in area di rigore. Serata da dimenticare per l’attaccante paraguaiano del Benfica. E c’è ancora qualcuno che, a Lisbona, si chiede perché Jorge Jesus gli preferisca Lima. Andamento lento.
VUCINIC – Conte, un po’ a sorpresa, lo preferisce a Llorente. Il montenegrino, però, dimostra di non meritare la fiducia accordatagli dal tecnico salentino. Mai realmente pericoloso, qualche buon duetto con Tevez e nulla più. I centrali del Benfica vanno in crisi se presi in velocità, ma lui ci mette solo il fisico e nulla più. Evanescente.
MAXI PEREIRA – Non spinge, bloccato dalle continue sovrapposizioni di Asamoah e dal moto perpetuo di Tevez, che spesso si allarga sulla destra per poi accentrarsi (non è casuale che Siqueira spinga decisamente di più sul lato opposto). Dietro, inoltre, non brilla e commette qualche sbavatura di troppo. Preoccupato.
MARCHISIO – Gioca un primo tempo abulico: non si inserisce mai fra le linee, non partecipa alla costruzione del gioco e fa rimpiangere Vidal. Gioca meglio nella ripresa. Ma il gol fallito a tu per tu con Artur, pesa come un macigno sul risultato finale di stasera e rischia di essere determinante in ottica qualificazione. Braccino corto.