Dopo due anni di dubbi e ripensamenti la proprietà americana del Liverpool ha approvato il progetto volto ad aumentare la capienza di Anfield da 53000 a 60000 posti a sedere, rendendo lo storico impianto secondo solo ad Old Trafford per capienza e incassi. Scartata definitivamente l’idea di costruire un nuovo stadio, la quale avrebbe destato notevoli malumori tra i tifosi e comportato un proibitivo esborso economico. Il fantasioso restyling sarà messo in atto a partire dall’estate del 2016 e costerà intorno a 150mila sterline (circa un terzo di quanto costerebbe il nuovo stadio); l’opera comprenderà la costruzione di nuovi livelli sopra le arcate centrali senza applicare la chiusura di alcun settore.
Il presidente Ayre ha inoltre assicurato che per finanziare il progetto non verranno ceduti i pezzi pregiati della squadra, al contrario Rodgers avrà nuovi fondi per agire sul mercato in vista della prossima stagione, nella quale i Reds saranno protagonisti anche in Champions League. “Non abbiamo mai preso in considerazione l’ipotesi di vendere giocatori per pagare lo stadio – ha detto – ovviamente ci sarà un periodo in cui tutto ciò peserà sul bilancio, ma lo facciamo per sostenere gli investimenti futuri della squadra”.
Ayre è convinto che i Reds, attualmente quinti come utili annuali in Premier con 200 milioni di sterline all’attivo, arriveranno ad insidiare i Red Devils, quasi irraggiungibili a quota 400.000, superando Manchester City, Chelsea e Arsenal, che generano rispettivamente 300 e 280mila sterline (inoltre i Gunners sono ancora sommersi dai debiti per la costruzione dell’Emirates Stadium). “Non posso commentare le azioni dell’Arsenal, ma credo che abbiamo trovato la soluzione più semplice ed efficace – continua Ayre – è inutile spendere centinaia di milioni, i debiti contratti impediranno di rinforzare la squadra: tutto ciò non aiuterebbe i tifosi, per questo credo che i nuovi stadi siano un brutto investimento.”