Settima vittoria consecutiva, record di punti nella storia del club e quarto posto momentaneamente soffiato all’Arsenal: se Roberto Martínez e i suoi uomini non stanno compiendo un vero e proprio miracolo sportivo, ci stanno andando molto vicini. La sfida col Sunderland era la classica gara in cui il pareggio serve a ben poco per entrambe le squadre. Se da una parte, infatti, i Toffees inseguono, a pieno titolo, il sogno di qualificarsi ai preliminari di Champions League, dall’altra i padroni di casa erano attesi dalla prima delle sette finali da vincere per alimentare le residue velleità in chiave salvezza. Davvero nulla si può rimproverare ai Black Cats, usciti dal campo con la maglia madida di sudore, dopo aver gettato il cuore oltre l’ostacolo. La grande grinta, il furore agonistico, i polmoni e il cuore immenso dei padroni di casa non sono bastati di fronte ad un Everton storico.
Nel corso della prima frazione si gioca a ritmi che definire elevatissimi è un eufemismo. I padroni di casa alzano sin dalle prime battute il baricentro e pressano altissimo il portatore di palla avversario. Le strettissime linee di difesa e centrocampo non concedono un attimo di respiro ai Toffees, che, però, riescono con grande sapienza tecnica a far girare velocemente il pallone e trovare i varchi giusti specialmente sulla fascia sinistra, dove il duo Baines-Deulofeu mette in costante imbarazzo la retroguardia dei Black Cats, con le costanti sovrapposizioni del terzino e le serpentine in velocità dello spagnolo. Nella prima parte, infatti, le occasioni migliori le costruiscono proprio i ragazzi di Roberto Martínez. Al 9’ Deulofeu viene lanciato in contropiede nello spazio, si invola palla al piede nell’autentica prateria che gli si prospetta davanti, entra in area, prende la mira, ma conclude debolmente tra le braccia di Mannone. Al 14’ Naismith, trovato in area da un Baines molto propositivo, fa perno su sé stesso, e trova lo spazio per concludere di destro, ma il suo tiro violentissimo si spegne sopra la traversa. Al 31’ arriva la prima vera risposta dei padroni di casa, con Borini che sfrutta la leggerezza di Baines su un retropassaggio, aggira Howard e conclude a porta sguarnita da posizione defilata, ma trova tra se e il gol del vantaggio l’intervento disperato di Stones. L’occasione capitata nei piedi di Borini riaccende gli animi dentro e fuori dal campo, con i padroni di casa che prendono in mano il pallino del gioco e premono il piede sull’acceleratore, mettendo alle corde un Everton che non riesce più a gestire in velocità il possesso palla e a trovare le imbucate in verticale degli esterni. Lukaku troppo spesso viene lasciato tutto solo a predicare nel deserto, senza riuscire mai a mettere in seria difficoltà i difensori di casa.
Nella ripresa i Black Cats riprendono a martellare gli ospiti con dei ritmi di gioco infernali, ma la maggiore serenità e sapienza tecnico-tattica degli uomini di Martínez alla lunga si rivela decisiva per le sorti del match. Al 62’ Mannone, su un lunghissimo rilancio del collega Howard, non riesce in uscita a liberare di testa e finisce col servire a porta completamente sguarnita Naismith, che, però, non trova lo specchio della porta con la sua conclusione al volo di destro. Tre minuti più tardi Lukaku dialoga con Naismisth sulla sinistra e crossa in mezzo, dove Barkley interviene al volo di destro e costringe alla grande parata di istinto Mannone, con la palla che scheggia anche il palo esterno. Al 75’Deulofeu riceve palla sulla destra, si invola verso il fondo, punta, irride ancora una volta Alonso con i propri velocissimi giochi di gambe, lo salta e mette in mezzo un pallone teso, forte e velenoso che West Brown devia sfortunatamente verso la propria porta, beffando l’incolpevole Mannone. Al 84’ Borini riceve palla sull’out di sinistra, converge verso il centro ed esplode un violento destro a giro che si spegne di pochissimo sul fondo. Adesso il forcing offensivo dei padroni di casa non trova soluzione di continuità , ma, con i Black Cats disperatamente sbilanciati in avanti alla ricerca del pareggio, i Toffees rischiano di diventare letali in contropiede. Il finale è vibrante, saltano tutti gli schemi, ma il cuore grande del Sunderland non basta e i Toffees fanno festa.