La vittoria in terra francese ha portato ulteriore entusiasmo in casa bianconera, dopo la sfida tutta italiana con la Fiorentina la finale di Torino è parsa abbondantemente alla portata. Juventus-Lione offre invece un copione inaspettato per molti versi. Conte fa poco turnover, davanti ubsuene a Tevez c’è Vucinic, sulla destra Isla, spesso utilizzato nelle ultime settimane, Caceres in terza linea insieme a Bonucci e Chiellini. Garde presenta un undici offensivo con Jimmy Briand e Lacazette sostenuti da Malbranque.
Primo tempo di battaglia, con i bianconeri che non riescono mai a distendere la manovra, mentre i francesi la mettono sul fisico, Remi Garde vuole la battaglia e la battaglia ha. Colpa anche di una Juve che si accende a intermittenza, lampi individuali che non riescono a sostituire efficacemente la mancanza di una partitura armoniosa, serata da solisti e Pirlo non si fa pregare. Quattro giri d’orologio dal calcio d’inizio e il genio bresciano delizia lo Stadium con il pezzo forte della casa: la punizione. Il destro dell’ex milanista va ad infilarsi dove Lopes non può proprio arrivare. I giochi sembrano già chiusi, Vecchia Signora che fa buon possesso ma con il passare dei minuti i transalpini prendono coraggio e al quarto d’ora riescono a impattare grazie a Briand, che di testa trova l’angolo giusto, palo e fondo del sacco. Questa rete taglia un po’ le gambe ai padroni di casa che dopo un avvio promettente perdono il bandolo della matassa. Qualche rischio di troppo, a pensarci bene i francesi prima del pari non hanno mai trovato la conclusione ma poi arriva il coraggio con la qualificazione adesso a portata di mano, Buffon deve fare buona guardia in paio d’occasioni. Bianconeri che cercano la profondità solo per vie centrali, sotto il profilo fisico la retroguardia del Lione è ben messa e da lì non si passa. Il primo temo di Juventus-Lione offre un match dall’esito in bilico, basta poco per cambiare la storia di una qualificazione che sembrava già decisa.
La ripresa di Juventus-Lione nasce su note diverse rispetto a quelle del primo tempo, sempre grande agonismo ma a cambiare è l’atteggiamento bianconero, decisamente più propositivo. Stessi ventidue, Tevez le prova tutte per segnare, al 60esimo ci riuscirebbe pure, con un’incornata su cross di Pirlo ma il gol gli viene annullato per fuorigioco, decisione giusta della terna arbitrale. Lacazette in contropiede crea grattacapi alla difesa juventina che lo ferma con le cattive, è l’ultima occasione per l’attaccante, Garde pochi minuti dopo cambia la coppia offensiva. Tutti i cattivi pensieri svaniscono al minuto 67, Marchisio opta per la botta da fuori, arma scarsamente utilizzata stasera, la fortuna lo premia con la deviazione di Umtiti, determinante, Lopes spiazzato e primo gol europeo per il centrocampista piemontese. Una rete che pesa sul discorso qualificazione e alleggerisce le spalle dei bianconeri, adesso il macigno è tutto addosso ai francesi che hanno già speso molto e ora devono realizzare due reti. Ultimi quindici minuti, Pogba prende il posto di Vidal, non pervenuto, Giovinco rileva un Tevez amareggiato, il gol annullato si stasera non serve a interrompere un digiuno europeo ormai diventato una piccola ossessione. Poco male, avrà almeno altre due gare per rifarsi. La Formica Atomica entra in campo con il giusto atteggiamento, punta sempre l’uomo e si guadagna punizioni utili a rifiatare, all’83esimo Umtiti lo fa volare contro i cartelloni e si becca il giallo, a tre dal termine l’attaccante tascabile cerca gloria ma la sua conclusione si perde alta. Canta lo Juventus Stadium, semifinale di Europa League raggiunta. Un solo ostacolo separa gli uomini di Conte dalla finale che si disputerà nerla tana bianconera.