HULL – La Football Association ha detto no, niente cambio nome per l’Hull City. L’idea era nata dalla mente Presidente dei Tigers Assem Alam, il quale ha pensato ad un cambio del nome da Hull ad Hull Tigers principalmente per fini commerciali.
Recentemente è stato indetto un referendum interno tra i tifosi del club, che ha avuto come esito 2.565 favorevoli al cambio nome e 2517 contrari: 9159 si sono astenuti. Nonostante la bilancia pendesse leggermente per il si, la F.A. ha annullato l’operazione. La motivazione con la quale l’organo ha motivato la sua decisione è principalmente il mancato raggiungimento dell’unanimità (il 63,5% del consiglio ha votato contro il cambio nome), come si legge nel comunicato:
“Il consiglio della F.A. ha respinto oggi la domanda dell’Hull City volta a cambiare il loro nome da Hull ad Hull Tigers per decisione del Consiglio – con una votazione del 63,5% dei suoi membri – arrivata dopo una raccomandazione da comitato soci della FA. Il Consiglio, che è composto da rappresentanti di tutto l’ambiente calcistico, tenuta pienamente in considerazione la raccomandazione e le successive risposte ricevute da Hull City ha raggiunto inequivocabilmente la sua decisione”.
La decisione è stata a malincuore rispettata dal club allenato da Steve Bruce: su Twitter la società preferisce non fare commenti, tuttavia fonti interne lasciano trasparire che verrà a breve presentato ricorso. Dichiarazioni amare sono arrivate invece da parte del manager Bruce e dal difensore Curtis Davies. “Sono tradizionalista – ha detto quest’ultimo – ma sono d’accordo con il presidente, il calcio è un mercato globale e se col cambio nome possiamo attirare altri sponsor è un’ottima cosa. A noi giocatori non interessa, non stiamo cambiando immagine come nel caso del Cardiff, vestiamo già l’emblema “Tigers” sulla maglia: come giocatore non vedo alcun problema, ma capisco le preoccupazioni di alcuni tifosi tradizionalisti.”
Bruce sembra preoccuparsi più per la semifinale di F.A. Cup di domenica contro lo Sheffield nel palcoscenico di Wembley più che alla telenovela del nome: “Senza il lavoro del Presidente non saremmo dove siamo arrivati ora. (Egli) crede che il cambio del nome possa giovare alla squadra e dobbiamo rispettarlo. Capisco le tradizioni, ma se guardiamo il suo operato, abbiamo raggiunto in 2 anni una promozione, una tranquilla salvezza e una semifinale di F.A. Cup, direi che le sue decisioni sono state buone. Non avrei mai pensato che la FA Cup avrebbe preso il nome di Budweiser FA Cup. Le cose cambiano e noi dobbiamo accettare questi cambiamenti, questa è la mia filosofia”.