L’Ajax di Frank De Boer riesce con le unghie e con i denti, ma soprattutto con tanta fortuna ad uscire imbattuto da un campo tradizionalmente ostico, quale il GelreDome di Arnhem, e a portarsi a soli tre punti dalla conquista del quarto titolo consecutivo in Eredivisie, che rappresenterebbe un record storico. Mai nessuno ci è riuscito, neppure il leggendario Ajax di Johan Cruijff. Sono tre le partite ancora da disputare, di cui due dinanzi al proprio pubblico, e 6 i punti da difendere sulla seconda, gli acerrimi nemici del Feyenoord, che si sono imposti in casa sul Rkc grazie alla doppietta di Pellè, tornato in campo dopo aver scontato la sanzione inflittagli dalla dirigenza, e hanno di fatto condannato, o quasi, il sodalizio di Waalwijk al play-out, insieme ad una tra Nec Nimega e Roda. La matematica non condanna né premia nessuna delle squadre fin adesso chiamate in causa, ma l’andazzo tanto in vetta alla classifica quanto nella zona rossa è facilmente interpretabile nella direzione fin qui tracciata. Neppure l’Ado Den Haag, altra squadra impegnata quest’oggi, può dirsi salvo, dopo la vittoria rotonda ottenuta per 4-1 nello scontro salvezza casalingo contro l’Utrecht, ma con 7 punti in più sulla terz’ultima e un ruolino di marcia da zone nobili della classifica, da quando sulla panchina siede Fraser, i Cigni, altri rivali storici della capolista, potranno provare a recitare il ruolo dei guastafeste domenica prossima all’Amsterdam ArenA.
C’è un giocatore che negli ultimi tempi si è messo in evidenza tra le fila dei gialloverdi e ha traghettato con le sue giocate e le sue reti la squadra di Fraser verso lidi più ameni: si tratta del velocissimo centrocampista Roland Alberg, autore della rete che ha spianato la strada all’Ado Den Haag nella gara contro l’Utrecht, azzoppato dall’espulsione di De Ridder al 24’. Il chirurgico piatto destro di van Duinen ha bissato, poco prima del riposo, quello dal limite di Alberg. Nella ripresa poi la supremazia sulle corsie laterali dei padroni di casa, specialmente sulla catena di sinistra, dove Meijers ha fatto il bello il cattivo tempo per tutta la gara, è apparsa imbarazzante e ha generato le comode reti di Schet al 69’ e Kramer al 75’. Allo scadere è arrivata la prodezza di Jens Toornstra, con un destro a giro che si è insaccato all’incrocio dei pali più lontano praticamente dalla bandierina del calcio d’angolo.
La squadra di Wouters insieme al Nac Breda è quella che più rischierebbe in caso di un ritorno di fiamma delle ultime tre in classifica, o per meglio dire delle ultime due, dato che il Roda appare davvero spacciato. In quella che doveva essere la gara verità, i ragazzi di Tomasson non sono riusciti ad andare oltre il pareggio contro un Az Alkmaar spensierato. E dire che i gialloneri di Kerkrade avevano trovato il vantaggio con un bel colpo di testa di Powel, abile a svettare più in alto di Gouweleeuw a centro area sul cross di Dijkhuizen e a superare Alvarado con una traiettoria a palombella. Gli uomini di Advocaat, però, non si sono disuniti, pervenendo al pareggio col bolide all’incrocio dei pali di Henriksen e trovando addirittura il vantaggio col colpo di testa di Aron Johannsson,sugli sviluppi di un contropiede alimentato sull’out di destra da Berghuis. Al 70’ Hupperts riaccendeva le speranze dei padroni di casa, che venivano tramortite dieci minuti più tardi dall’espulsione di Ramos. Nel corso del secondo minuto di recupero poi Johannsson, sulla ribattuta corta di Kurto, ha graziato i padroni di casa, spedendo incredibilmente sopra la traversa la sfera da pochi passi.
Tornando alle zone nobili della classifica, il Feyenoord ha archiviato la pratica Rkc senza alcun patema d’animo. Dopo 4 giornate in tribuna, Pellè è tornato in campo ed ha trascinato i suoi ad un successo che non mette alcuna pressione addosso alla capolista, come invece sperava il pubblico del De Kuip. L’Rkc, schiacciato dalla superiorità tecnica e dalla migliore condizione atletica dei padroni di casa, ha pensato soltanto ad erigere un muro davanti alla porta difesa da van Dijk. Il Feyenoord non si è scomposto, ha continuato a premere il piede sull’acceleratore e ha trovato il bandolo della matassa al 38’ con Pellè, il cui movimento sul filo del fuorigioco è stato premiato dal pregevole passaggio filtrante di Vormer, preferito anche oggi a Vilhena. Per il bomber salentino è stato un gioco da ragazzi superare van Dijk, così come al 68’, quando sul cross di Schaken la palla attendeva solo di essere appoggiata in rete di testa da pochi passi. Il Feyenoord vince e consolida il secondo posto, che vuol dire qualificazione ai preliminari di Champions League, un traguardo importante per la giovanissima squadra di Ronald Koeman. Il tecnico dei Rotterdammers vuole lasciare il De Kuip con un questo piccolo, grande dono.
Nulla a che vedere, però, con il quarto scudo consecutivo, lo Schaal assegnato a chi vince l’Eredivisie, che De Boer potrebbe alzare al cielo domenica prossima dinanzi al proprio pubblico. Se i Lancieri sono riusciti anche oggi a non capitolare, dopo un primo tempo a dir poco imbarazzante tanto in fase difensiva quanto in avanti, non immaginiamo davvero come il titolo possa sfuggire ai ragazzi di De Boer. Oggi la superiorità del Vitesse per tutta la prima frazione di gioco è stata schiacciante: sulla fascia sinistra Boilesen e Duarte sono stati irrisi, se non addirittura spazzati via, dalle discese dirompenti di Atsu, che pareva letteralmente indemoniato. Al 25’ Cillessen si oppone alla violentissima conclusione da calcio piazzato di Labyad e sulla ribattuta Kashia serve un pallone comodo da appoggiare in porta a Traoré per la rete del vantaggio. I padroni di casa mandano alle corde la capolista, ma sciupano tanto, troppo. La retroguardia dei Lancieri fa acqua da tutte le parti, ma Labyad prima, smarcato davanti a Cillessen da una sponda di Pröpper, e Vejinovic poi la graziano. L’errore di quest’ultimo ha del clamoroso: il mediano giallonero, infatti, si inserisce per vie centrali, salta Cillessen, ma spara alto sopra la traversa da posizione leggermente defilata. Al secondo minuto della ripresa il fantastico pareggio di Sigthórsson, che si invola palla al piede praticamente dalla linea di metà campo e mette palla sul secondo palo con un piatto destro chirurgico, ha l’effetto di un anestetico sulla gara e alla fine al pubblico di casa rimane l’amaro in bocca per una vittoria fondamentale in chiave secondo posto sfumata per mancanza di cinismo.