Tevez al Mondiale? Agli argentini non interessa

Nel paese sudamericano, dove tiene banco il Superclasico Boca-River, non ci si interessa molto dell’Apache, come si crede da fuori.

L’Argentina esalta Tevez? Andiamoci piano. Da Buenos Aires chi scrive può assicurare che l’ambiente dei media, dalle radio porteñas e delle sue popolarissime trasmissioni pallonare come “Competencia” di Radio Continental o “Uno de Nosotros” di Radio La Red, fino alle trasmissioni televisive como “El Show de Futbol” di América TV e “Hablemos de Fútbol” di ESPN sono tutto fuorché ‘tribune politiche’ in cui il ‘candidato’ Tevez  sia l’oggetto di dibattito sul quale si aggroviglino per ore tutti le voci degli opinon leader del pallone nazionale. Questi hanno opinioni eterogenee circa la scelta del ct della nazionale Alejandro Sabella di non convocare l’Apache.

L’articolo in cui il collega Daniel Lagares di Clarín sostiene che molti non vogliono Tevez perché crea squilibri nell’assetto della squadra, è  il pezzo che ha ingenerato nella stampa italiana l’idea che Buenos Aires e dintorni siano un feudo di calciofili disposti a tutto pur di vedere Tevez giocare il Mondiale. Questo perché Lagares(che chi scrive conosce personalmente) ha la fortuna di scrivere sul giornale più importante del paese, al quale inevitabilmente fanno riferimento i giornalisti stranieri che provino a cogliere dalla distanza gli umori della piazza.

Con questo non si vuole affatto sminuire il merito delle sue osservazioni nonché quello di firmare le pagine del quotidiano più venduto in Argentina, ma le critiche mosse verso Sabella vanno assunte come una delle tante opinioni che possono esistere circa la non convocazione dell’ex attaccante di Manchester United e City. Per isolarci un po’ dal tourbillon di voci delle ultime settimane e dagli articoli che rimbalzano tra i siti internet alle due sponde dell’Atlantico, vale la pena menzionare un articolo che scriveva un mese e mezzo fa Pablo Hacker su canchallena.com, il portale web del quotidiano La Nación, intitolato “Tevez al Mondiale? Meglio pensare nel portiere e nella difesa.” Hacker, nei giorni precedenti l’amichevole internazionale che ha visto l’Argentina pareggiare 0-0 in Romania,  ammoniva gli appassionati circa le attenzioni rivolte a un supposto ‘problema Tevez’ quando Sabella non è riuscito a consolidare una difesa titolare(sempre cambiata la linea dei 4 dietro nelle ultime 7 partite) e che il portiere che dovrebbe essere il titolare, Sergio ‘Chiquito’ Romero non lo è nel Monaco di Claudio Ranieri. Il giornalista della testata sportiva internet de La Nación sottolineava che con attaccanti in grandi condizioni come Messi, Agüero, Higuaín, Di María e Lavezzi , Tevez non si erge certo a elemento imprescindibile, mentre indispensabile è trovare una solidità nel reparto arretrato e un estremo difensore che sia un baluardo tra i pali. Che dire poi dei continui infortuni di Gago e la discontinuità di Biglia e Banega  tra i centrocampisti bassi?

Insomma, sulla sponda occidentale del Rio de La Plata da un lato si respira il forte ottimismo di chi sa che ha dalla sua ‘el  as de espadas’(l’asso di spada), dall’altra esistono dubbi circa varie situazioni irrisolte. Ma su tutto prevale l’aura di trionfalismo di chi sente che, forza calcistica a parte, il fattore della vicinanza del Brasile gli giocherà a favore.  La scarsa luce di cui gode in realtà il ‘caso Tevez’ è probabilmente un fedele specchio di questo pensiero.  Sui trionfalismi è però intervenuto proprio Sabella per gettare acqua sul fuoco:“ E’ molto difficile essere campioni del mondo” – ha dichiarato ieri a La Nación– “dobbiamo sempre analizzare il numero delle edizioni giocate e notare che solo abbiamo vinto due volte. In Argentina siamo trionfalisti e ciò ci ha portato brutte esperienze. Bisogna mantenere i piedi piantati per terra”.