The K point: Manchester City, 3 motivi per essere campione

Dopo il risultato del derby di Manchester di ieri sera, qualcuno si sarebbe aspettato un articolo sul nuovo (l’ennesimo) tonfo dei Red Devils. Eppure, secondo me non c’è motivo di farlo. Si è scritto fin troppo (e anch’io l’ho fatto nelle precedenti edizioni di “The K point”) riguardo a Moyes, alla società e ai giocatori. Sarebbe banale e forse anche noioso servire la stessa minestra.ManCity

Guardando la partita invece, mi sono convinto che ormai è tempo di decretare l’altra squadra di Manchester, quella meno “nobile” e che fino a pochi anni fa lottava per non retrocedere, come principale contendente del titolo in Premier. Non l‘Arsenal, che tanto aveva impressionato a inizio stagione, non il Liverpool, che sta facendo un campionato eccezionale, nè tantomeno il Chelsea, che con la strategia Mourinhana di non stare sotto i riflettori potrebbe calare l’asso vincente. E’il gruppo dell’ingegner Pellegrini quello da superare per aggiudicarsi questa edizione della Premier.

Perchè? A mio modestissimo parere (e qualcuno giustamente potrebbe obiettare) i motivi principali sono categorizzabili in 3 categorie: 1) qualità, 2) esperienza e 3) pressioni.

– Partiamo dall’ultimo: le pressioni. Nelle altre competizioni i Citizens sono arrivati due volte in finale, vincendo la Capital One Cup, ma perdendo l’FA Cup contro il Wigan e sono usciti agli ottavi di Champions League. Tradotto significa che hanno già vinto un trofeo (anche se il meno “importante” della stagione) e ora possono concentrarsi esclusivamente sul campionato. Inoltre, l’amarezza per le due finali di FA Cup perse consecutivamente potrebbe essere uno stimolo in più per regalare un super finale di stagione. Non è da sottovalutare anche un altro aspetto relativo alla categoria pressioni: la situazione disastrosa dei cugini mancuniani. L’anno scorso Mancini e il City hanno sofferto la supremazia cittadina dei Red Devils, mentre quest’anno i citiziens di Pellegrini sono chiamati a tenere alto l’onore della città. E ciò potrebbe essere un ulteriore stimolo.

– Capitolo qualità: probabilmente il fattore più importante nella mia scelta. La rosa del City è spaventosa, e permette di avere una panchina di qualità in ogni reparto. Basti pensare che l’infortunio di Aguero, che per ogni altra squadra sarebbe stato un dramma, è passato in secondo piano grazie alle prestazioni di Dzeko e Negredo. Ciò che però rende il livello della squadra più alto delle contendenti è il centrocampo, che non solo è dotato sia di dinamismo che di piedi buoni, ma che garantisce un apporto importantissimo in termini di gol. Per fare un esempio, Yaya Toure ha segnato solo in campionato la bellezza di 17 gol, più di tre volte tanto la somma dei gol realizzati dai centrocampisti dello United. L’unica pecca ella rosa potrebbe essere il reparto difensivo, ma per il momento, anche grazie alla media gol mostruosa in fase offensiva, sta reggendo.

-Terzo fattore: l’esperienza. Potrebbe suonare strano come motivo della scelta, ma il gruppo di giocatori è ormai collaudato da diverse stagioni. Il City che ha vinto il titolo 2 anni fa è molto simile a quello che potrebbe vincerlo quest’anno. Nel frattempo i giocatori hanno imparato a conoscersi e hanno maturato esperienza che squadre più “nuove” come Chelsea e Liverpool non hanno. Inoltre Pellegrini ha un’esperienza ed un’ intelligenza calcistica di livello internazionale che sta giocando a vantaggio dei citiziens in campionato.

Con due partite da recuperare e a 3 punti di distanza dal Chelsea, il cammino del City potrebbe portare realisticamente ad una vittoria della Premier, anche se come sempre nel calcio le incognite sono sempre dietro l’angolo. Chissà che però vincendo, il City non possa far riabbracciare i fratelli Gallagher per festeggiare con un epico concerto all’Etihad degli Oasis. Se Pellegrini dovesse fallire, potrebbe essere invece un’occasione per consolare l’ambiente…e che consolazione!

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About Davide K. Cappelli 51 Articoli
Giornalista Sportivo Brit-It, autore della rubrica "The K point".
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