Gibilterra: le Colonne d’Ercole del calcio europeo

Sulle cartine geografiche per i non avvezzi alla geopolitica è poco più di un punto interrogativo. Per gli spagnoli, che per trecento anni hanno provato a riprendersela dai rivali inglesi senza mai riuscirci, un’onta storica. Dalla fine della Guerra di Successione Spagnola, 1713, questo piccolo Stato di trentamila anime è lì che resiste, e compromette un’unità territoriale che laggiù è sempre stata questione complicata; non solo dal punto di vista politico, ma anche calcistico: da non molto, infatti, e dopo una lunghissima trafila diplomatica snodatasi tra tribunali dell’ UEFA e Tribunali Amministrativi vari, Gibilterra è riuscita a ad essere riconosciuta tra le 53 federazioni dell’UEFA, diventandone la 54esima. Un successo, se non dal punto di vista sportivo –finora delle poche gare amichevoli disputate nessun successo- sicuramente politico. La Gibraltar Fooball Association è una delle più antiche nazionali di calcio del mondo e aspettava questo momento da ben 118 anni, precisamente dal 1895, data della sua fondazione.

La squadra prenderà parte regolarmente alle prossime qualificazioni per gli Europei di Francia, in programma a partire da Settembre, e, nonostante la sorte non le abbia arriso nel sorteggio delle contendenti al posto europeo, l’entusiasmo è tanto. Un entusiasmo che adesso, oltre che scatenare un effetto domino in Spagna (la Catalogna freme da decenni per una Federazione indipendente) rischia di contagiare anche tutto quello che è lo sterminato universo delle micro federazioni calcistiche in attesa di un riconoscimento ufficiale. Groenlandia, Zanzibar, Tibet, Cipro del Nord, Kurdistan, Gozo, Padania, sono solo alcune di esse, e si inseriscono in un circuito poco conosciuto ma decisamente attivo, che vede disputare regolarmente competizioni come gli Island Games, la VIVA o la FIFI Wild Cup.

Sono antiche tradizioni che si inseriscono nelle dinamiche di un mondo in cambiamento, dove i confini nazionali sfumano tra logiche global e soprattutto neolocalismo. Che sia questa l’occasione per riflettere se ridefinire meglio il modo in cui i confini politici vengano sovrapposti a quelli calcistici? Del resto, aderenza assoluta non l’hanno mai avuta, ma certo, forse, per avere una UEFA delle regioni, toccherà attendere ancora un po’.

Alessio Dell'Anna

Intrattenitore nel mondo della comunicazione con la passione per il calcio d'antan, è un solista dentro e fuori dal campo, che predica da numero 7 ma razzola da numero 9. Fra il 98' e il 2002 ha inscenato ben 824 repliche dei Mondiali di calcio nella sua cameretta, e ricerca oggi la magia del calcio di un tempo nei campionati con un debito pubblico pericolosamente oltre la soglia di guardia.

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