Le frange più violente del tifo organizzato del paese sudamericano saranno ancora una volta alla Coppa del Mondo, come quattro anni fa in Sudafrica. Questa volta però avranno un alleato in più, direttamente in Brasile.
Se gli ultimi due mondiali disputati lontano dall’Europa (Corea/Giappone 2002 e Sudafrica 2010) non hanno suscitato grosse preoccupazioni per il mantenimento dell’ordine pubblico, Brasile 2014 ripropone forti incertezze relative alla violenza nel calcio. Mancano ancora tre mesi prima del via della ‘Grande Festa’, ma c’è chi il suo mondiale lo ha iniziato a giocare già da molto tempo. I barras bravas argentini (potremmo semplicisticamente definirli ‘ultras’) si sono già organizzati per la trasferta brasiliana, ben prima del sorteggio del dicembre dell’anno scorso. La loro base sarà Porto Alegre, capitale dello stato di Rio Grande do Sul, dove si disputeranno 5 incontri della prossima Coppa del Mondo, compresa la partita che metterà di fronte l’Argentina e la Nigeria per la terza giornata del Gruppo F.
I barras si riuniranno sotto la sigla HUA (Hinchadas Unidas Argentinas, Tifoserie Unite Argentine) una ONG nata nel 2009 con l’avallo del ex presidente argentino, Néstor Kirchner per sostenere la nazionale albiceleste ai mondiali in Sudafrica. In tale occasione 29 dei suoi membri furono espulsi per avere precedenti penali o per intemperanze minori compiute durante il soggiono africano. Nei suoi inizi questo ‘consorzio’ di tifoserie era comandato dallo zoccolo duro dei sostenitori dell’Independiente. Adesso le gerarchie paiono essersi sovvertite e le leve del potere sono in mano a barras di squadre delle divisioni inferiori del Gran Buenos Aires, come Platense, El Porvernir e Tristán Suárez, o di squadre dell’interno del paese, come Rosario Central, Talleres di Córdoba e Godoy Cruz di Mendoza.
I barras saranno ‘ospiti d’onore’ di Jorge Martins, alias ‘Hierro’ (Ferro) signore e padrone della Guarda Popular, la torcida dell’Internacional, una delle squadre principali della città di Porto Alegre. Nonostante la grande rivalità calcistica che da sempre divide brasiliani ed argentini, questo personaggio, incriminato ma poi prosciolto due anni fa dall’accusa di omicidio volontario e associazione a delinquere, è diventato la chiave di volta per lo sbarco del tifo violento argentino ai prossimi mondiali.
All’inizio i rapporti con lui furono tessuti dalla tifoseria dell’Independiente, quando a metà del 2011 la squadra di Avellaneda affrontò l’Internacional nella Recopa Sudamericana. In seguito, sul finire di quell’anno, tale relazione si consolidò a Córdoba, dove Argentina e Brasile disputarono il Superclásico de las Américas, occasione in cui ‘Hierro’ Martins presenziò nella stessa curva dei barras argentini. Intervistato qualche mese fa dal quotidiano sportivo argentino OLÉ, Martins ha stimato che il potenziale logistico della Guarda Popular consentirà sicuramente di ospitare almeno 500 persone nel distretto di Partenón, a due passi dal centro cittadino. Oltre ad assicurare che si occuperà lui stesso di organizzare i pullman con cui i membri di Hinchadas Unidas si sposteranno da Porto Alegre verso le altre località dove giocherà l’Argentina, Hierro ha anche escluso che possano avvenire scontri tra i tifosi argentini e sostenitori locali. Certo, detto da uno il cui motto è ‘Dio perdona, Hierro no!’ non è francamente molto rassicurante.
Intanto dal canto suo, il governo argentino sta preparando degli spot pubblicitari con raccomandazioni per i tifosi che seguiranno la selección al Mondiale. Saranno trasmessi negli intervalli delle partite del campionato locale, in onda sulla Televisione Pubblica e le altre reti a circuito aperto del paese, e avviseranno circa l’importanza di avere i propri documenti personali in regola e di non acquistare biglietti da circuiti di vendita extraufficiali. Ma tra gli ulteriori suggerimenti, ve n’è uno che sorprende alquanto: “Nel caso abbiate carichi penali pendenti, rivolgetevi per un permesso al tribunale competente nella vostra causa per poter uscire dal paese e, una volta ottenutolo, presentate una copia di tale permesso alla polizia di frontiera”
Ancora una volta il governo nazionale, la federcalcio (AFA) e i club hanno deciso di premiare la funzione violenta di questi personaggi, utilizzati perlopiù a scopo intimidatorio nelle dispute politico-sindacali. La legittimazione della loro violenza criminale, in certi casi anche legata al narcotraffico sempre più crescente, ha fatto sì che assumessero un potere sempre maggiore in seno alla dirigenza dei club. Ciò consente loro di accedere a questi ed altri benefits, alla faccia del tifo pulito e della gente onesta che il Mondiale se lo potrà vedere solo in TV.