Il Cska Mosca riscatta la cocente sconfitta patita in rimonta nel derby contro la Dinamo e alimenta le proprie quotazione nella corsa al titolo, battendo uno Zenit ancora sotto shock per l’esonero di Luciano Spalletti. Definire deficitario il cammino dello Zenit, a partire dal termine della pausa invernale, è un eufemismo. La squadra guidata da Semak è apparsa sfiduciata e totalmente priva di idee in fase di costruzione del gioco. Troppo spesso, infatti, gli ospiti hanno cercato di aggrapparsi alle giocate di Hulk e Danny, rendendo prevedibile la propria manovra offensiva. Il neo tecnico dello Zenit doveva rinunciare allo squalificato Neto e al suo posto schierava Lombaerts in coppia con Hubočan. Rispetto al brutto pareggio casalingo contro il Tom’ Tomsk, Smolnikov e Danny venivano preferiti a Criscito e Shatov. Dal canto suo, Slutsky nella linea mediana schierava una coppia composta da Elm e Milanov, che prendeva il posto di Wernbloom.
In avvio di gara le due squadre si studiano e riescono ad annullarsi a vicenda, ma al 13’ gli ospiti vanno vicinissimi alla rete del vantaggio: Danny serve Hulk al limite dell’area e il brasiliano lascia partire un affilatissimo fendente mancino rasoterra che bacia la faccia interna del palo. Lo spavento scuote i rossoblù, che cominciano a rendersi pericolosi in avanti specialmente con le sortite sulla fascia destra di Mário Fernandes. Musa e Tošić si accentrano per aprire lo spazio alle sovrapposizioni dei terzini, ma finiscono per facilitare il compito della difesa ospite, creando tanta confusione per vie centrali. Dzagoev è l’autentico fulcro della manovra del Cska: da buon direttore d’orchestra va a prendersi palla lontanissimo dalla porta e, quando si invola nello spazio, diventa praticamente inarrestabile. Al 31’ Mário Fernandes si accentra, scarica il pallone per Dzagoev, che spalle alla porta serve indietro l’accorrente Milanov, il cui sinistro violentissimo si insacca dritto per dritto all’incrocio dei pali, lasciando immobile al centro della porta Lodygin. Al 39’ sugli sviluppi di un corner battuto dalla sinistra Danny trova Witsel alle spalle dei difensori di casa e il centrocampista belga appoggia di coscia per il liberissimo Lombaerts, che al volo calcia goffamente sopra la traversa. Due minuti più tardi, tanto per cambiare, Mário Fernandes dialoga con Dzagoev e mette una velenosa palla bassa al centro sulla quale si avventa Musa, che di prima intenzione spara alto sopra la traversa di collo destro. In panchina Slutsky si inalbera, mentre Semak passeggia nervosamente.
In avvio di ripresa lo Zenit alza il baricentro e prende in mano le redini del gioco, ma in contropiede il Cska rischia di diventare letale come al minuto 59, quando Mário Ferandes premia l’inserimento in profondità di Doumbia, che controlla male la sfera e si fa ribattere la conclusione dal prodigioso intervento in recupero disperato di Hubočan. Al 63’ Dzagoev viene lasciato libero di prendere la mira e far partire un siluro dal limite dell’area che centra in pieno la traversa. Due minuti più tardi Musa si invola sulla fascia sinistra, salta secco Hubočan con un’impressionante serie di finte velocissime e serve in mezzo Doumbia, che vede la sua conclusione ribattuta prodigiosamente da Lombaerts; sulla palla vagante Hubočan, in evidente imbarazzo, non riesce a liberare l’area di rigore e serve involontariamente Milanov, che conclude alto sopra la traversa all’altezza del dischetto dell’area di rigore. Nel finale lo Zenit prova a ristabilire la parità col violento destro di Anyukov da posizione defilata, deviato in corner da Akinfeev. E’, però, la conclusione di Kerzhakov che, dopo una beffarda deviazione, fa salire un brivido su per la schiena dei tifosi rossoblù, prima di essere deviata da Akinfeev con un prodigioso colpo di reni in controtempo. Con un grande secondo tempo e una prestazione di grande personalità di Dzagoev, il Cska ha legittimato la vittoria in una gara tutto sommata noiosa e decisa da un lampo, un acuto folgorante.