PSG-BAYER LEVERKUSEN 2-1 – Tutto come copione: il PSG, forte del 4-0 della BayArena, strappa il biglietto per i quarti di finale, ma la partita, a differenza di quanto ipotizzabile alla vigilia, è risultata gradevole e divertente. Le due squadre, infatti, si sono affrontate a viso aperto, complice, per l’appunto, il discorso qualificazione già chiuso all’andata. I due tecnici optano per una squadra composta, in parte, da seconde linee: Blanc schiera il tridente offensivo titolare, mentre a centrocampo e in difesa opta per un turn-over decisamente ampio; Hyypiä, alle prese con un momento decisamente negativo in ambito nazionale, ripresenta Castro in posizione più avanzata, Emre Can interno di centrocampo e in difesa dà spazio a Donati e Wollscheid.
PRIMO TEMPO – Chi si attende un Bayer totalmente remissivo, si sbaglia di grosso. La squadra di Hyypiä, infatti, parte forte e già al quarto minuto, con una potente conclusione da fuori area di Emre Can, costringe Sirigu ad una difficile deviazione in calcio d’angolo. Due giri di lancette ed è vantaggio Bayer: cross dalla destra di Donati e imperioso stacco vincente di Sidney Sam, che batte Leno e sblocca il match. Gli ospiti insistono. Al decimo, Sam si fa beffe di Digne al limite dell’area, ma conclude in maniera imprecisa e non impensierire l’estremo difensore locale. Passano centoventi secondi ed è finalmente PSG: Cavani ruba palla sulla trequarti e serve Ibra in area di rigore, Leno, però, si rende protagonista di un difficile intervento con il piede e devia la conclusione dello svedese in angolo. Ed è proprio dal susseguente corner che il PSG trova il pareggio grazie a Marquinhos, bravissimo nell’inserimento e nel beffare la maldisposta retroguardia ospite con un bel colpo di testa. La qualificazione è già decisa, ma il match resta comunque interessante e vivace. Ottenuto il pareggio, i padroni di casa cercano il gol del raddoppio, ma la conclusione di Ibrahimovic, servito ancora una volta da un Cavani in serata “assist-man”, si spegne sulla traversa a Leno battuto. Al ventisettesimo, grande chance per il Bayer: Derdiyok, steso in area di rigore da Jallet, si guadagna un calcio di rigore. Dal dischetto si presenta Rolfes, ma Sirigu è bravo a respingere l’imprecisa conclusione del tedesco. Scampato il pericolo, i transalpini si rendono pericolosi due volte con Cavani, Leno, però, è bravo in entrambe le circostanze.
SECONDO TEMPO – Avvio di ripresa in salsa parigina, con il Bayer costretto a rintanarsi nella propria metà campo. La superiorità degli uomini di Blanc viene premiata al cinquantacinquesimo: spunto personale di Digne sulla sinistra e palla in mezzo per Lavezzi che, di piatto destro, batte Leno e porta in vantaggio i suoi. Reazione immediate delle aspirine, decisa ad uscire a testa alta dalla Champions. Dopo solo sessanta secondi dal gol messo a segno da Lavezzi, l’ex interista Donati costringe il connazionale Sirigu ad una difficilissima deviazione in angolo. Un solo giro di lancette, ed è ancora “Super-Sirigu”, bravo sulla conclusione della distanza di Castro e provvidenziale, poi, sulla ribattuta da distanza ravvicinata di Derdiyok. La partita, nonostante la qualificazione abbondantemente decisa, resta piacevole, grazie all’atteggiamento tattico particolarmente “rilassato” delle due compagini. Al sessantacinquesimo, dopo una mezza occasione occorsa al Bayer con Derdiyok, il PSG va vicino al terzo con gol Ibra, che, servito nello stretto da Pastore, non inquadra la porta avversaria per una questione di centimetri. Centoventi secondi, ed è ancora Derdiyok a mettere in apprensione la retroguardia locale, Sirigu, però, è bravo a deviare la sfera in corner. Verso la metà del secondo tempo, ingenuità di Can che, già ammonito in precedenza, si rende protagonista di una simulazione e viene espulso dal direttore di gara; decisione un po’ severa, ma ineccepibile dal punto di vista regolamentare. Nel finale, complice (anche) l’inferiorità numerica delle aspirine, non si registrano particolari occasioni da gol. Il PSG, per il secondo anno consecutivo, accede ai quarti di finale della “Coppa della grandi orecchie”. E quest’anno, a differenza della scorsa edizione, sembra maggiormente convinto dei propri mezzi: avversario avvisato, mezzo salvato.