La mission impossible dell’Arsenal è rimasta tale e il Bayern Monaco ha confermato anche nella gara dell’Allianz-Arena la disarmante superiorità evidenziata nel corso dei primi novanta minuti. La qualificazione non è mai stata rimessa in discussione in una gara dominata dai ragazzi di Guardiola dall’inizio alla fine. I bavaresi hanno messo alle corde gli avversari con dei ritmi disumani in fase di pressing e un prolungato giro palla, che non ha consentito mai ai Gunners di entrare veramente in partita. L’evidente superiorità tecnica, una brillante condizione fisica e l’imbarazzante supremazia sulle fasce sono state le ricette per l’ennesima grande prestazione di un Bayern che si conferma la squadra da battere. Unica nota stonata è stata l’ammonizione di Dante che costringerà Guardiola a rinunciare al pilastro della propria difesa nella gara di andata dei quarti di finale. L’Arsenal, privo dello squalificato Szczęsny e degli infortunati Monreal, Ramsey, Wilshere e Walcott, è stato letteralmente travolto dall’onda bavarese specialmente sulle fasce, dove gli esterni di Guardiola hanno fatto il bello e il cattivo tempo per tutta la gara. Al termine della sfida i ragazzi di Wenger sono usciti dal campo con i crampi, dopo aver corso per quasi novanta minuti dietro il pallone manovrato con grande rapidità dai piedi sapienti degli avversari.
Per tutta la prima frazione il Bayern Monaco impone dei ritmi asfissianti alla gara, stazionando stabilmente nella metà campo dei Gunners. I pericoli maggiori arrivano dalle fasce, dove la velocità degli esterni offensivi e le sovrapposizioni dei terzini mettono in costante imbarazzo la difesa ospite, che rischia a più riprese di capitolare. Al 20’ Ribery dialoga sull’out di sinistra con Alaba, arriva sul fondo e crossa in mezzo dove sul secondo palo si inserisce Robben, ma il suo piattone sinistro al volo termina alto sopra la traversa. Sei minuti più tardi viene giustamente annullata la rete ai bavaresi per un fuorigioco di partenza di Javi Martinez sulla punizione di Thiago. Bisogna aspettare il minuto 31 per vedere la prima conclusione in porta degli uomini di Wenger, con il colpo di testa di Koscielny che viene bloccato con sicurezza da Neuer, A pochi secondi dal termine della prima frazione il destro di Götze impegna severamente i riflessi di Fabianski, che tiene in linea di galleggiamento i suoi.
Nella ripresa l’Arsenal si ripresenta in campo con una novità importante: Wenger lascia negli spogliatoi un Özil in serata no e inserisce al suo posto Rosicky. Il Bayern Monaco prende in mano le redini del gioco, mentre i Gunners, impauriti e rinunciatari, ripiegano nella propria metà a campo, cercando di bloccare le linee di passaggio dei padroni di casa. Al 55’ Ribery punta Sagna, lo irride con una serie di finte velocissime e trova in mezzo il liberissimo Schweinsteiger, che controlla di destro e porta in vantaggio i suoi. Determinante nell’occasione del vantaggio il taglio sul primo palo di Mandzukic che libera lo spazio per l’inserimento del compagno. Due minuti più tardi Podoslki spinge Lahm, conquista palla in area di rigore e trafigge Neuer sul proprio palo con un tiro di collo sinistro di violenza inaudita da posizione molto defilata.
La rete è una vera e propria iniezione di vitalità e fiducia per i ragazzi di Wenger che finalmente riescono a prendere in mano il pallino del gioco con i continui cambi di fronte e i tagli degli esterni offensivi. La spinta dei Gunners, però, si spegne presto e il finale di gara è tutto di marca bavarese. Al 69’ Schweinsteiger premia con un prezioso lob l’inserimento alle spalle dei difensori di Thiago, che di destro al volo serve Mandzukic, ma il croato controlla male con la coscia destra e favorisce l’intervento in uscita di Fabianski. Al 91’ l’arbitro norvegese Moen concede un penalty al Bayern per fallo di Koscielny ai danni di Robben, ma Fabianski di piede respinge il tiro di Müller; il tedesco si avventa sulla palla che rotea beffardamente sulla linea di porta, ma viene anticipato dalla felina smanacciata dell’estremo difensore polacco. Il Bayern lancia così un chiaro messaggio a tutte le pretendenti: sono i campioni in carica la squadra da battere.