ATLETICO MADRID-MILAN 4-1 – Dieci minuti. Solo dieci minuti. No, non possono bastare dieci buoni – per certi versi ottimi- minuti per meritarsi la qualificazione agli ottavi. Non possono bastare perché la supremazia dell’avversario è stata, specie nella ripresa, disarmante, ed ha messo in risalto tutti gli arcinoti difetti di un Milan costruito alla “bene e meglio” e decisamente poco attento in fase difensiva, complice anche una mediana dove il solo de Jong, abbandonato a sé stesso da un Essien totalmente inesistente, ha provato a dar man forte ai due centrali difensivi. Sono mancati tanti giocatori al Milan di stasera, da Balotelli (per certi versi irritante) al già citato Essien, passando da Taarabt (giustamente lasciato negli spogliatoi al termine del primo tempo) a Emanuelson. Ma la palma del peggiore, però, spetta indiscutibilmente a Rami: nel primo gol, si perde completamente Diego Costa, mentre in occasione del raddoppio dell’Atletico, maturato nell’unico periodo discreto dei rossoneri, lascia il tempo a Turan di stoppare e calciare il pallone. Onore, e tanto, all’Atletico del “Cholo“, che anche stasera ha dimostrato di essere una squadra solida, cinica, concreta e dannatamente vogliosa di vincere, caratteristica, quest’ultima, che non difettava di certo al “Simeone-calciatore”.
PRIMO TEMPO – Le note della composizione di Britten si esauriscono, il Calderon ribolle: si parte! E dopo centocinquanta secondi, il Milan capitola: Essien perde palla, Gabi la recupera e apre a destra per Koke, che sforna un assist in mezzo all’area di rigore, dove Diego Costa – lasciato colpevolmente solo da un disattento Rami – insacca con una superba acrobazia. I colchoneros insistono. Minuto numero nove, Koke calcia una punizione in direzione dell’area di rigore, Godin s’avventa sulla sfera ed effettua una potente girata di destro che si perde di poco a lato alla sinistra di Abbiati. L’Atletico pressa alto, ma il Milan, con il passare dei minuti, guadagna campo e fiducia. E al ventottesimo viene premiato: cross lungo dalla destra di Poli in direzione del secondo palo, Kaka s’avventa di testa, e complice la deviazione involontaria di un disattento Juanfran, batte Courtois e rimette la situazione in parità. La rete del brasiliano galvanizza il Milan che, per almeno dieci minuti, diventa padrone indiscusso del campo. A cinque minuti dall’intervallo, Taarabt crossa in mezzo dalla destra, Kaka stacca imperiosamente di testa ma non trova lo specchio della porta per una questione di centimetri. Passa solo un minuto e l‘Atletico si conferma squadra cinica, spietata e, talvolta, anche un po’ fortunata: Turan raccoglie palla al limite dell’area, la stoppa e lascia partire un destro in contro balzo che, complice l’involontaria deviazione di Rami (totalmente inesistente nella marcatura del giocatore turco), si insacca a “palombella” alle spalle dell’incolpevole Abbiati.
SECONDO TEMPO – La ripresa prende avvio con un cambio nelle fila rossonere: fuori l’impalpabile Taarabt, dentro Robinho. I primi cinque minuti sono di chiara marca colchoneros: al quarantasettesimo, Diego Costa sfiora il gol con un potente destro, due minuti più tardi, invece, è Gabi, al termine di una ficcante ripartenza, ad effettuare un tiro che si spegne sulla parte esterna dell’incrocio dei pali. In campo c’è solo l’Atletico. Il Milan, dopo la buona fase centrale del primo tempo, è sparito dal rettangolo verde. L’unico squillo, se così si può definire, dei rossoneri è al sessantesimo, la punizione di Balotelli, però, non inquadra lo specchio della porta. Le vere occasioni da gol occorrono all’Atletico: al minuto sessantadue, Miranda effettua un colpo di testa che impegna Abbiati, mentre sessanta secondi più tardi è Raul Garcia a rendersi pericoloso con un sinistro che si perde di poco alto sopra la traversa. Due giri di lancette, ed è finalmente il Milan a farsi vivo dalle parti di Courtois, bravissimo a deviare verso l’esterno un insidioso tiro di Robinho da posizione defilata. Seedorf, a venti dal termine, gioca la carta della disperazione: fuori il deludente Essien, dentro Pazzini. Il Milan si sbilancia. Ma è l’Atletico, al settantunesimo, a trovare il gol che condanna definitivamente i rossoneri: punizione di Gabi dalla trequarti, imperioso stacco di testa di Raul Garcia fra de Jong e Rami, e palla in rete. Scatto d’orgoglio dei rossoneri che, dopo solo due minuti, colpiscono la traversa con Robinho, imbeccato magistralmente da Kaka. L’Atletico controlla agevolmente il match, il Milan non esiste. A cinque minuti dal triplice fischio, la squadra di Simeone mette la ciliegina sulla torta: “El Prinicipito” Sosa serve Diego Costa, che, da posizione defilata, lascia partire un destro secco ad incrociare sul secondo palo che batte Abbiati. Gli ultimi minuti non regalano ulteriori emozioni sul campo, mentre sugli spalti la festa è appena iniziata: l’Atletico è ai quarti di finale di Champions. E batterlo, non sarà impresa certamente semplice.