NORIMBERGA-WERDER BREMA 0-2 – Continua il buon momento del Werder Brema di Dutt. La squadra biancoverde, reduce dal successo ottenuto nel “Nord-Derby” contro l’Amburgo, espugna il difficile campo di Norimberga e si porta a +8 dalla zona retrocessione, massimo vantaggio da diversi mesi a questa parte. Verbeek schiera in campo Mak e Campana in luogo di Feulner (squalificato) e Pekhart (panchina), mentre Dutt opta per Caldirola a sinistra al posto dell’infortunato Garcia, con la coppia (tutt’altro che irreprensibile) Lukymia-Prodl in mezzo alla difesa.
La squadra di casa si fa preferire in avvio di partita, anche se il possesso palla è sterile e non crea grossi grattacapi alla retroguardia biancoverde. Al dodicesimo, la prima emozione del match: Hlousek crossa pericolosamente dalla sinistra per Kiyotake, ma Caldirola è bravissimo a chiudere con una superba diagonale. I bavaresi insistono, le occasioni da gol, però, non arrivano. Chi si rende realmente pericoloso, invece, è il Werder, che, al ventiduesimo, coglie una clamorosa traversa con Di Santo. Il Norimberga prova a rendersi pericoloso con azioni sulla fascia (specie la sinistra), ma la difesa del Werder è (stranamente) attenta e sventa senza troppi patemi tutti gli spioventi che arrivano in mezzo all’area di rigore. A cinque minuti dal riposo, però, il match cambia volto: Hunt effettua un potente tiro che impatta sulla traversa, Di Santo s’avventa come un avvoltoio e insacca a porta sguarnita. Si va al riposo con il Werder in vantaggio per 1-0.
Nell’intervallo, il Norimberga effettua un cambio in porta: fuori l’infortunato Schafer, dentro Rakovsky. Il ritmo della partita è compassato: i padroni di casa, forse storditi dal gol preso nel finale della frazione precedente, non riescono a dare fluidità al proprio gioco, per gli ospiti, di conseguenza, è facile mantenere illibata la porta di Wolf. Dopo due non nitidissime occasioni da gol per parte, il Werder, al minuto sessantanove, uccide definitivamente l’incontro con Bargfrede, autore di un possente destro dalla media distanza che – complice la deviazione di Pinola – s’infila alla spalle di Rakovsky. Sei giri di lancette e l’arbitro, tratto in inganno da Hunt, decreta un calcio di rigore per il Werder, ma lo stesso capitano biancoverde si rialza e ammette di essersi tuffato: il direttore di gara ritrae quanto pocanzi deciso e, giustamente, non ammonisce il reo-confesso. Bel gesto di Hunt, anche se si poteva tranquillamente risparmiare la simulazione. Nel finale non accade più nulla di significativo: il Werder, dopo illo tempore, è corsaro in terra bavarese.