Bundesliga – Crisi nera per il Bayer, il Nord ha un solo padrone: il Werder Brema

BUNDESLIGA VENTITREESIMO TURNO

BAYER LEVERKUSEN – MAINZ 0-1 –  E’ un Bayer che sa solo perdere. Quinta sconfitta consecutiva – fra campionato, coppa di Germania e Champions – per le aspirine, sconfitte dal volitivo Mainz di Tuchel che, complice il mezzo passo falso del Gladbach, aggancia il sesto posto in classifica (ultima piazza utile per l’accesso diretto alla prossima Europa League). Avvio di partita decisamente favorevole per gli ospiti, che dominano i primi dieci minuti e creano almeno un paio di nitide occasioni da gol. La squadra di Hyppia si sveglia, prende in mano il controllo del match, ma non si rende mai realmente pericolosa dalle parti di Karius. Al trentasettesimo, sette minuti dopo una clamorosa palla-gol fallita da Park, il Mainz passa in vantaggo: Bell la mette in mezzo per Choupo-Motin, che anticipa il diretto marcatore e batte Leno con una bella zampata. Il Bayer reagisce e crea tre nitide occasioni negli ultimi cinque minuti, ma la porta di Karius resta illibata. L’avvio di secondo tempo è di chiara marca locale, Karius però, è bravissimo in almeno due circostanze a “dire no” agli avanti del Bayer. Nell’ultima mezz’ora, il Mainz si chiude bene dietro e riesce ad arginare al meglio le offensive delle aspirine, rischiando di subire il gol del pari solo nel finale di partita. Per il Bayer beffa doppia: oltre al quinto k.o. consecutivo, Hyppia dovrà far a meno di Toprak e Reinartz nella delicata trasferta di Hannover.

WERDER BREMA – AMBURGO 1-0 – Vittoria all’andata. Vittoria al ritorno. Calcisticamente parlando, il nord tedesco ha un unico padrone: il Werder Brema. La squadra di Dutt batte di misura l’Amburgo, conquista il centesimo “Nord-Derby” della storia e si porta a +6 della zona-retrocessione. Brutto pre-partita al Weser: il pullman dell’Amburgo, all’ingresso dell’impianto bremese, è stato accolto da una fitta sassaiola. Brutto gesto che non fa onore ad una tifoseria come quella biancoverde, nota per il calore e la correttezza mostrata nel corso degli anni. Il Werder parte bene, costringe l’HSV sulla difensiva e staziona stabilmente nella metà campo avversaria. La pressione locale viene premiata al ventesimo: Hunt s’inventa uno splendido assist di tacco, Junozovic si inserisce tempestivamente in area beffando la non irreprensibile linea difensiva avversaria, e batte Adler in uscita. Il Weser esplode: Werder in vantaggio! I locali insistono, ma Petersen, al venticinquesimo, fallisce una chiara occasione da gol. L’Amburgo tarda ad impostare una reazione e crea una sola palla-gol in tutto il primo tempo; il tiro di Calhanoglu viene deviato da Wolf. Gli ospiti effettuano un cambio nell’intervallo: fuori Rincon, dentro Van der Vaart. Slomka sbilancia la squadra, ma il Werder non corre rischi significativi, Nel finale di frazione, dopo una fase centrale avara di emozioni, la partita si accende, le occasioni occorrono da ambo le parti e gli estremi difensori sono chiamati ad effettuare alcuni interventi non semplici. Dopo sei lunghi ed estenuanti minuti di recupero, l’arbitro sancisce la fine delle ostilità. E al Weser può iniziare la festa.

EINTRACHT BRAUNSCHWEIG – BORUSSIA M’GLADBACH 1-1 – Prosegue l’orribile 2014 dei fohlen, bloccati sul campo del fanalino di coda Braunschweig. Avvio di partita nettamente appannaggio dei locali, che creano  una nitida occasione da gol con Hochscheidt su cui ter Stegen si fa trovare pronto. Poi, lemme, lemme, guadagna campo il Gladbach, che si porta in vantaggio al venticinquesimo: angolo dalla destra di Raffael e clamorosa incertezza di Davari, che – forse ingannato dal mancato intervento di Boland – tocca la sfera con il ginocchio e la deposita nella porta da lui stesso difesa. Il Braunschweig reagisce, sfiora il pareggio in tre circostanze, ma rischia grosso in chiusura di frazione: Davari si riscatta e para con il piede un tiro da distanza ravvicinata di Hrgota. Dopo sette minuti dalla ripresa delle ostilità, l’Eintracht giunge al pareggio: retropassaggio di Stranzl in direzione di ter Stegen, che non riesce a controllare la sfera con i piede e si rende protagonista di un clamoroso autogol, più eclatante di quello che, nel primo tempo, aveva visto protagonista il collega Davari. Subito il pari, il Gladbach gioca con maggior convinzione, sfiora a più riprese il gol, soffre talvolta le sortite dei locali, ma non riesce a cambiare le sorti del match. Finisce 1-1. Un punto, che, francamente, non accontenta nessuno.

AUGSBURG – HANNOVER 1-1 – Torna a sorridere l’Hannover. La squadra di Korkut, reduce da tre sconfitte consecutive, torna a far punti sul campo della rivelazione Augsburg. La partita si sblocca al ventesimo: Schmiedebach calcia dalla grande distanza, Diouf intercetta la sfera, mette a sedere Verhaegh ( che si infortuna e sarà costretto ad abbandonare il campo) e batte Manninger sul secondo palo. L’Augsburg è la copia sbiadita di quello fin qui ammirato. Ed è l’Hannover in un paio di circostanze a sfiorare il gol del raddoppio: Stindl e Doiuf, però, fanno tutto bene fuorché la conclusione finale. La ripresa è tutta un’altra musica. Dopo dieci minuti, l’Augsburg perviene al pareggio con Klavan, autore di un imperioso stacco di testa che s’insacca sul palo più lontano. La mezz’ora finale è a senso unico. Ad eccezione di un’occasione occorsa all’Hannover con Bittencourt, i bavaresi sfiorano a più riprese il secondo gol. Ma la bravura di Zieler, unita all’imprecisione dei giocatori di Weinzierl, fissano il punteggio sull’1-1 finale, risultato che, tutto sommato, può andar bene ad entrambe.