CHAMPIONS LEAGUE MANCHESTER CITY-BARCELLONA – Bentornata Champions League, dopo un periodo d’assenza riecco la principale competizione europea con un appuntamento imperdibile: Manchester City-Barcellona. Diverso il blasone dei due club così come lo stato di forma, inedito lo scontro in un match ufficiale (sei amichevoli, bilancio in parità). Mourinho ritiene che questa sia la peggior versione della squadra blaugrana da un pezzo a questa parte (clicca qui per saperne di più). I Citizens però non se la passano certo benone, Pellegrini ha guai di formazione, a cominciare dall’assenza di Aguero. Tra i pali si rivede Hart dopo la partita di FA disputata da Pantilimon, Negredo punto di riferimento in avanti con Silva a supporto. Martino punta sulle sue certezze, manca Iniesta e lo sostituisce Fabregas. Messi c’è, Sanchez e Pedro a dargli una mano. Mai così avanti il City nella massima competizione europea, bella la coreografia dell’Etihad all’entrata delle due squadre, dinanzi stasera c’è la squadra che ha segnato un’era di calcio mondiale. Non solo blasone per il Barcellona, chi lo conosce lo sa bene.
Calcio d’inizio per i padroni di casa, che cercano di piazzare alto il baricentro ma nel giro di dieci di minuti ti trovi davanti proprio la gara che ti aspetti con i blaugrana a manovrare lungamente sulla trequarti e gli inglesi cortissimi tutti dietro la linea della palla. E’ una partita molto tattica, i catalani temporeggiano come è loro abitudine ma senza i tagli dentro a chiudere l’azione, giusto qualche fiammata individuale, non c’è fretta. Il possesso palla è tutto di marca spagnola, questa scelta però crea qualche problema al quarto d’ora quando Mascherano per giocare la sfera per poco non se la fa soffiare da Negredo. Questo episodio dà un pizzico di coraggio al City, Pellegrini chiede di non farsi schiacciare e dalle tribune gli fanno eco. Si accendono i mancuniani, al minuto 19 Silva serve alla grande Negredo, che salta Valdes ma si allarga e la sua palla in mezzo attraversa l’area piccola senza trovare deviazione. Spavento per i blaugrana, l’Etihad approva.
Dani Alves si becca un giallo, piuttosto severo a dire il vero, per fermare Clichy e la pressione continua, le palle inattive in particolare creano una certa apprensione, si crea un’ammucchiata da un punizione battuta sulla sinistra, Valdes prima manca in uscita e poi è agile come un gatto a sbrogliare il mischione. La timidezza delle prime battute sembra alle spalle, City che pressa che stringe gli avversari in una morsa, Valdes chiamato in causa ancora al 26esimo da Negredo. Il signor Eriksson vuole tenere la gara in pugno, piuttosto fiscale pure l’ammonizione di Negredo, la fluidità del gioco risente delle continue interruzioni. Barça di nuovo avanti, Iniesta fa slalom in area ma non trova lo spazio per battere a rete, alla mezz’ora si vede in campo anche Messi che di sinistro mette alto, Hart vola per dire no allo splendido tiro d’esterno di Iniesta. In questa fase la gara la fanno i catalani, Messi scalda il motore e si conquista una buona punizione, poi la spreca sulla barriera.
Gli scontri aumentano, i gialli fioccano, strameritato quello che sventolato in faccia a Kolarov per un’entrata su Busquets, il ritmo comunque è piuttosto sostenuto. A un minuto dall’intervallo Navas mette in area un bel pallone a giro, Alves con mestiere toglie spazio a Negredo che non può far male. La prima frazione di gioco termina senza reti ma il calcio si è visto, dopo un avvio di solo studio si è accesa la gara ma nessuna delle due squadre è riuscita a indirizzare l’inerzia. Messi ha provato a farsi vedere in un paio d’occasioni ma come solista e non come primo violino dell’orchestra. La band di Pellegrini prova a suonare il rock, poche le palle inattive per far ballare la difesa blaugrana ma il ritmo c’è.
Musicale anche il pubblico di Manchester che intona “Hey Jude” per ingannare l’attesa (anche se essendo a Manchester ci saremmo aspettati più gli Oasis dei Beatles), dal tunnel escono gli stessi 22 del primo tempo. Il Barça torna in campo con la voglia di imprimere lo sprint che è mancato nel primo tempo, al minuto 52 arriva la svolta di Manchester City-Barcellona. Messi punta la porta, Demichelis lo stende. Rigore più espulsione, tegola doppia considerando l’ottima prestazione dell’argentino fino a questo momento, la scelta dell’arbitro lascia enormi dubbi perché il fallo sembra commesso fuori dall’area. Della trasformazione si incarica la stessa Pulce, palla dentro senza esitazione e ora si fa davvero durissima per il City. Il Barcellona in questa fase fa vedere la differenza di esperienza internazionale, oltre alla superiorità numerica, capisce la confusione degli avversari e cerca il secondo ceffone. Pellegrini corre ai ripari, Lescott per Kolarov e Nasri per Navas. Si ricompone la linea a quattro dietro ma senza rinunciare alla spinta.
Nasri, considerato titolare alla vigilia, è subito in partita e al 63′ riceve da Negredo e cerca lo spazio per il tiro ma la retroguardia lo mura. Il Manchester City prova a dimenticare l’inferiorità numerica e torna a far pressing, Pellegrini guida suoi come fosse un videogioco, ovvio prestare il fianco come accade al minuto 67, Dani Alves trova Xavi nei pressi dell’area ma il regista (alla 138esima gara in Champions) ha troppa fretta e mette alto. Ancora Barcellona, ancora lo scatenato Dani Alves, dopo un’iniziativa personale il brasiliano spaventa Hart con un diagonale di poco a lato, Martino intanto manda dentro quel diavoletto di Neymar al posto di Sanchez, ancora in cerca del suo primo gol in Champions. L’Ingegner Pellegrini non sta a guardare e cambia puntero, Dzeko per Negredo, il gioco lo fanno i blaugrana ma Manchester City-Barcellona è ancora viva. A un quarto d’ora dal termine la grande battuta al volo di Silva trova un Victor Valdes strepitoso, era difficile bloccare la palla.
Xavi inventa calcio, è arte l’assist che serve a Fabregas in area, l’azione viene fermata per un fuorigioco millimetrico, bloccato dall’intervento arbitrale anche Dzeko che era riuscito ad addomesticare un pallone difficile in area, c’è una leggera spinta su Piqué. I catalani non impressionano, anzi sono i Citizens a rendersi più pericolosi ed è il portiere a salvare la situazione in più occasioni ma allo scadere arriva il raddoppio. Lo realizza l’uomo che lo merita di più, Dani Alves che riceve da Neymar e piazza la sfera tra le gambe di Hart. Manchester City-Barcellona 2-0, punizione forse eccessiva per gli inglesi che nonostante l’inferiorità numerica hanno disputato una gara di livello. E’ mancata forse un po’ di qualità, soprattutto tra le linee, fare tre reti al Camp Nou è impresa più che ardua ma c’è il dovere di provarci. Il Barça vince e lo fa grazie all’abilità nel gestire i vari momenti della gara. Ci sono cose che non si possono comprare.