Da un vero e proprio santone del calcio russo, come Kurban Berdyev, ad un tecnico quasi privo di esperienza, se si eccettua la breve parentesi alla Lokomotiv Mosca nel lontano 2007, come Rinat Bilyaletdinov, ha creato grande scalpore la scelta del Rubin Kazan per la panchina. La decisione, infatti, appare in netta controtendenza con la volontà, espressa nel momento del divorzio da Berdyev, di dare una svolta ad una stagione insipida. Se in campionato l’undicesimo posto pregiudica ogni velleità, in Europa League la squadra fin ora ha ben figurato e ha tutte le carte in regola per provare ad arrivare sino in fondo. In questo senso, la scelta di un traghettatore, come Bilyaletdinov, appare incomprensibile e controproducente per due ragioni: in primis perché la sapienza tattica e il carisma di Berdyev sarebbero stati preziosissimi alleati in Europa League e in secondo luogo perché il rischio, più che mai reale, è di trasmettere alla squadra un segnale negativo circa l’esistenza di un progetto.