Hannover – Ufficiale: Slomka esonerato. Ma c’è modo e modo…

BUNDESLIGA, ESONERO SLOMKA –  La notizia tanto attesa è arrivata: Slomka non è più l’allenatore dell’Hannover. Ad ufficializzare la notizia è stata la dirigenza della squadra del Niedersachsen, anche se il tecnico tedesco era considerato da diversi giorni un “Dead Man Walking“.  Queste le dichiarazioni rilasciate da Dufner, direttore sportivo dei sechsundneunzig: ” La (sofferta) decisione è stata presa al termine di un lungo vertice societario che ha coinvolto il sottoscritto, il presidente (Martin Kind) e i membri dei consigli d’amministrazione e dei soci del club. Ringrazio personalmente Slomka: quando è arrivato ci ha salvati dalla retrocessione in Zweite Liga e poi ci ha portato due volte in Europa League, sfiorando finanche l’accesso in Champions . La situazione attuale, però, è particolarmente delicata: questa mossa servirà a dare una scossa alla squadra“. Per la sostituzione, il nome forte resta quello di Kramer, attuale allenatore del Greuther Furth.

Se la scelta di esonerare è stata legittima, i modi e i tempi sono francamente inaccettabili. La dirigenza, infatti,  aveva deciso di esonerare Slomka già sabato scorso al termine del match perso a Friburgo, ma Thomas Schaaf, prima scelta dei dirigenti dell’Hannover, ha rifiutato la panchina nonostante la corte serrata di Dufner e Kind. Per giorni si è assistito ad un teatrino poco edificante, con alcune dichiarazioni allucinanti rilasciate dalla premiata ditta  Kind&Dufner ( “Stiamo rifllettendo… Nulla è stato deciso”, etc..), che Slomka, francamente, non meritava udire. Un allenatore, come ha ricordato lo stesso Dufner, che ha portato l’Hannover dalle ceneri della zona retrocessione alla stabilità in Bundesliga, passando per due qualificazioni in Europa League ad un “quasi- accesso” in Champions ( quarto posto nel 2010/2011, ultimo anno che la Bundesliga qualificava solo tre squadre nella massima competizione europea), meritava ben altra uscita di scena. Ma, si sa, la classe non è acqua. E ad Hannover, i dirigenti, a dispetto delle mire europee sventolate quest’estate ai quattro venti, si sono dimostrati piccoli, piccoli. O meglio, da Zweite Liga.