TOTTENHAM-MANCHESTER UNITED 2-2 – Ottava contro settima. Così recita la classifica alla viglia di Tottenham-Manchester United, big-match della tredicesima giornata dalla Premier League, che vede opposte due formazioni in netto ritardo rispetto alla capolista, ma ancora in grado di poter centrare il quarto posto che significa Champions League. Gli Spurs, reduci dal disastroso cappotto del City of Manchester, propongono un 4-2-3-1 con diverse novità: dentro Dembelè (con Paulinho vertice alto e – insieme a Soldado – primo uomo a pressare il primo portatore di palla avversario), Chiriches e Chadli, fuori Holtby (inconsistente a dir poco sette giorni fa), Kaboul (disastroso contro i citizens) e Lamela (spedito addirittura in tribuna). Lo United, invece, ripropone per 9/11 la stessa squadra vista a Leverkusen, con le uniche novità rappresentate da Cleverly al posto di Giggs e Welbeck in luogo di Nani.
PRIMO TEMPO – Nelle prime battute del match si fa preferire il Tottenham, che, al sesto, sciupa una buona occasione con Walker. Lo United, però, non sta a guardare e con il passare dei minuti guadagna campo. Al quindicesimo, dopo dieci minuti di netto dominio territoriale, i Red Devils sfiorano il gol con Valencia, il cui tiro viene bloccato in mischia da un calciatore degli Spurs; da sottolineare il clamoroso errore di Chiriches, che perde palla al limite dell’area e favorisce l’inserimento del calciatore ecuadoregno. Nel momento migliore degli ospiti, però, arriva il gol del vantaggio locale grazie a Walker, che va a segno su calcio di punizione – concesso per un’idiozia commessa da Evans, costretto poi a commettere fallo ai danni di Paulinho – approfittando della maldisposta barriera avversaria. La squadra di Villas Boas prende coraggio e, nel quarto d’ora successivo, crea due nitide palle-gol: la prima, al minuto ventotto, con Soldado che, servito nel corridoio in maniera splendida da Paulinho, calcia alle stelle da posizione favorevole; la seconda, tre minuti più tardi, con Lennon, che s’inserisce bene nella retroguardia avversaria, ma si vede respinta la conclusione da un prodigioso intervento con il piede di De Gea. Un solo giro di lancette e, all’improvviso, tutto cambia: Jones crossa dalla destra, Walker si rende involontario protagonista di un assist al bacio per Rooney, che da distanza ravvicinata non sbaglia e pareggia i conti. Il finale di frazione non regala altre occasioni da gol: le due squadre vanno al riposo sul punteggio di parità.
SECONDO TEMPO -Dopo un primo tempo giocata a ritmo forsennato, la ripresa inizia ad un’andatura decisamente più blanda. Al nono, però, la partita si accende nuovamente grazie a Sandro, che s’inventa una splendida conclusione dai venticinque metri su cui nulla può l”incolpevole De Gea. White Hart Lane esplode di gioia per la prodezza del calciatore brasiliano, ma si tratta, purtroppo per i tifosi londinesi, di una felicità effimera. Lo United, dopo solo centoventi secondi, ottiene un calcio di rigore per un fallo di Lloris su Welbeck, servito in maniera splendida da un ispiratissimo Rooney (migliore in campo del match): dal dischetto si presenta lo stesso numero dieci dei red devils, che spiazza il portiere avversario e riporta nuovamente il punteggio in parità. La gara resta gradevole, anche se il ritmo imposto dalle due squadre comprensibilmente cala. Buona chance, al ventitreesimo, per lo United, ma Welbeck, dopo aver superato in velocità un disastroso Dawson, sbaglia il passaggio decisivo per l’accorrente Rooney. Entrambe le squadre provano a vincere il match, visto che l’Arsenal, battistrada della Premier, è distante dieci lunghezze: saltano gli schemi, le compagini si allungano, i ribaltamenti di fronte sono continui e rendono il confronto piacevole e divertente. A poco meno di dieci dal termine, gli Spurs hanno la grande occasione per portare a casa i tre punti: ripartenza di Walker che mette una palla in mezzo per Townsend, l’ex giocatore del QPR, però, non riesce a deviare la sfera per un non nulla. Nelle battute finali, Defoe e Hernandez provano a ravvivare il match, ma non si annotano ulteriori opportunità né da una parte, né dell’altra.
ANALISI – Le due squadre si dividono la posta in palio. E nessuna delle due, vista l’attuale classifica, può ritenersi soddisfatta. Il Tottenham ha confermato i limiti di una squadra costruita decisamente male in sede di mercato, con Verthongen (unico centrale di spessore internazionale della rosa) costretto a spostarsi sulla mancina vista l’assoluta mancanza di alternative al giovanissimo Rose; inoltre, Dawson è stato protagonista della ennesima prova negativa stagionale, mentre Chiriches ha confermato di essere molto bravo nell’uno contro uno ma assolutamente disastroso del punto di vista tattico ( senso della posizione pari a zero). E di Soldado, ne vogliamo parlare? La punta spagnola sta ampiamente deludendo: anche oggi non ha combinato nulla di buono, fallendo una ghiotta opportunità e facendosi apprezzare maggiormente in fase di non possesso. Nello United, invece, prova monumentale di Rooney, uomo ovunque e anima dei Red Devils. A centrocampo è mancato un po’ di fosforo, ma giocare con Cleverly ( autore di una buona prova) e Jones (meno bene del compagno di reparto) non garantisce certo inventiva. Male anche Smalling – che Moses continua a preferire a Fabio prevalentemente per la fase difensiva – messo sovente in difficoltà da un buon Chadli. Al tirar dello somme, gli Spurs avrebbero forse meritato i tre punti, specie per le maggiori palle-gol create, ma resta un fatto incontrovertibile: queste due squadre, ad oggi, non possono ambire neppure lontanamente alla conquista del titolo. E ad entrambe manca, oggettivamente, un uomo d’ordine in grado di dettare i tempi in mezzo al campo, anche se una squadra, lo United, ha in rosa un certo Carrick, giocatore la cui importanza si capisce solo quando, come oggi, non è presente sul rettangolo di gioco.