BUNDESLIGA, QUATTORDICESIMA GIORNATA – Giornata iniziata a ritmo lento e conclusasi, invece, con emozioni a rotto di collo. E’ stata un sabato di Bundes contraddistinto dalla girandola di emozioni di Sinsheim, dalla faticosa affermazione del Borussia e dei successi in scioltezza delle due capo-classifica. Ma andiamo a rivivere le emozioni di questo adrenalinico pomeriggio tedesco
BAYERN MONACO- EINTRACHT BRAUNSCHWEIG 2-0 – Tutto come previsto. Il Bayern di Guardiola, sceso in campo con Gotze “finto nueve” e van Buyten e Thiago nuovamente titolari, doma un buon Braunschweig, arrivato in Baviera con poche velleità ed invece capace di creare qualche grattacapo ai più titolati avversari. La gara si mette subito bene per i padroni di casa: dopo centoventi secondi, Gotze pesca Robben in area di rigore, che fa rimbalzare la palla, calcia di controbalzo sul palo e poi insacca di testa per il vantaggio locale. Il dominio iniziale degli uomini di Guardiola è evidente. L’Eintracht resta rintanato nella propria metà campo, evita il raddoppio in un paio di circostanze, ma nulla può, invece, al trentesimo: Robben, posizionato sulla fascia sinistra, raccoglie uno splendido e preciso spiovente di Kroos, supera per vie orizzontali un paio di avversari e lascia partire un chirurgico sinistro che s’insacca, imparabilmente, alle spalle di Davari. Dopo aver siglato il raddoppio, la squadra di Guardiola tira i remi in barca e gioca al piccolo trotto. Buon per il Braunschweig, che nella ripresa si rende pericoloso in almeno un paio circostanze (una clamorosa con Kumbela) e offre una prova tutto sommato positiva. Per il Bayern, però, si è trattato di un allenamento e poco più in vista di quello che è, a tutti gli effetti, l’obiettivo più importante nel breve periodo: il mondiale per club in programma, a metà dicembre, in terra marocchina.
BAYER LEVERKUSEN- NORIMBERGA 3-0 – Dopo la batosta patita in Champions, l’emicrania in casa Bayer era davvero molto intensa e dolorosa. Ma per una società di proprietà di una casa farmaceutica, per di più produttrice dell’Aspirina, la guarigione è stata, ovviamente, rapida e senza effetti collaterali. Bella vittoria per il Bayer, che si conferma squadra tosta ma, onestamente, tutt’altro che spettacolare. Dopo mezz’ora di predomino territoriale, le aspirine passano in vantaggio al trentaseiesimo con Son, che insacca di piattone un bel invito dalla sinistra di Castro (straripante quest’oggi). La squadra di Verbeek accusa il colpo e, nell’arco di tre minuti, rischia di capitolare in altre due circostanze. La ripresa sembra iniziare sotto auspici decisamente migliori per gli ospiti, che vanno vicini al gol con Chandler. Ma i buoni propositi, però, vanno a farsi friggere dopo un minuto: splendida combinazione – agevolata da una difesa avversaria decisamente sbadata – fra Kiessling e Hegeler, con quest’ultimo che, di tacco, offre uno splendido assist per lo stesso Kiessling, bravissimo a resistere all’intervento di un paio d’avversari e ad insaccare in scivolata. Il protagonista assoluto, però, è Castro. Il numero ventisette rossonero, pochi minuti dopo il raddoppio, coglie una traversa e poi, ad un quarto d’ora dal termine, si inventa uno splendido filtrante in diagonale per Son ( bravo a battere Schafer sul primo palo) in occasione del tris locale. Le aspirine mantengono la seconda piazza in classifica, mentre il Norimberga si ritrova mestamente all’ultimo posto in compagnia del Braunschweig.
HERTHA BERLINO- AUSGBURG 0-0 – Anche l’Hertha se ne è accorto: l’Ausgburg è davvero una brutta gatta da pelare. Pareggio a reti bianche all’Olympiastadion, con gli ospiti rintanati nella propria metà campo per buona parte del match. La squadra di Luhukay, alla prima da ex contro il “suo” Ausgburg ( fu lui l’artefice della promozione e della prima rocambolesca salvezza in Bundesliga), si fa subito preferire nel palleggio, crea diverse occasioni da gol (quattro nella prima frazione), ma non riesce a scardinare l’arcigna retroguardia avversaria. Nella ripresa, i padroni di casa, dopo un discreto primo quarto d’ora, s’innervosiscono e, di fatto, creano pochi grattacapi alla squadra ospite; solo Ramos, a dieci dal termine, ha una buona ( ma non clamorosa) opportunità per siglare il gol-partita. L’Ausgburg torna in Baviera con il tanto sospirato punticino e la convinzione che, dopo due salvezze particolarmente tribolate, la permanenza in Bundesliga non sarà sofferta e decisa all’ultimo minuto.
HOFFENHEIM- WERDER BREMA 4-4 – Partita da infarto a Sinsheim: otto gol, tre rigori e Hoffe doppiamente rimontato due volte. Da infarto, però, lo è stata anche per gli esteti dalla tattica ( e talvolta della tecnica), visti gli orrori mostrati dai due reparti difensivi. Il match si sbocca all’undicesimo: Garcia aggancia Volland e “costringe” l’arbitro a decretare un penalty a favore dei padroni di casa. Dal dischetto si presenta Salihovic, che spiazza Wolf e mette a segno il quinto gol stagionale. Passano solo sei minuti e, complice un fallo di Makiadi ai danni di Polanski, il direttore di gara concede un altro rigore a favore dei padroni di casa: Salihovic si presenta nuovamente dal dischetto e con un delizioso scavetto raddoppia. Il Werder, fino a quel momento poco pericoloso, ottiene un calcio di rigore al primo minuto di recupero per un fallo di mano di Schipplock su punizione calciata da Hunt: dagli undici metri lo stesso Hunt non fallisce e accorcia le distanze per i biancoverdi. Un solo giro di lancette e il Werder, complice una papera clamorosa di Casteels, trova il pareggio con Elia. Si va al riposo sul 2-2, risultato che premia in maniera eccessiva gli ospiti, dominati per buona parte della prima frazione. L’avvio di ripresa dei padroni di casa è fulminante: al quarto, Volland, clamorosamente “mollato” in marcatura da Caldirola, insacca di testa uno spiovente dalla sinistra di Salihovic, mentre all’ottavo, Herdling s’inventa il quarto gol con uno splendido mezzo esterno destro. Ma le emozioni non sono ancora finite. Il Werder si butta generosamente in avanti ed accorcia le distanze dopo sei minuti con Petersen, che prima apre a destra per l’accorrente Fritz e poi, servito a rimorchio dallo stesso numero otto biancoverde, batte di piatto Casteels. Il Werder insiste, ma l’Hoffe resiste arcignamente, rendendosi pericoloso, talvolta, con alcune ripartenze. Al novantunesimo, però, Bargfrede – da azione susseguente ad un corner – trova in mischia il piatto vincente che fa esplodere di gioia i tifosi biancoverdi. I supporter’s del TSG, invece, fischiano e tornano a casa con un pareggio che sa molto, forse troppo, di sconfitta.