BRASILEIRAO – “Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”. Questa frase di Venditti, decisamente abusata nel mondo del calcio, calza a pennello per il ritorno di Dario Conca al Tricolor Carioca. Il calciatore argentino se ne andò da Rio qualche mese dopo aver vinto il Brasileirao, il terzo della storia del Fluminense. Conca fu uno dei protagonisti assoluti del trionfo della squadra di Muricy Ramalho, determinante con nove reti, venti assist, e prestazioni sublimi. All’epoca la concorrenza nella Selecciòn era troppo forte per Dario, anche se non erano pochi coloro che lo avrebbero incluso nella rosa dell’Albiceleste. Ad accorgersi di lui, però, fu il Guangzhou, ambiziosa squadra cinese, che gli offrì un contratto da dieci milioni e mezzo annui e staccò un assegno di otto milioni a favore del Flu, che, seppur a malincuore, cedette il suo gioiellino.
L’esperienza cinese con il Guangzhou, che si concluderà con il mondiale per club in programma a dicembre, si è rivelata – al di là dell’aspetto economico – decisamente positiva per Conca, che ha vinto due titoli cinesi, una Champions asiatica ed è entrato nel cuore degli appassionati di calcio dagli occhi a mandorla. Ora, però, è arrivato il momento del ritorno. Il Flu, mestamente in lotta per non retrocedere dopo aver conquistato lo scorso anno il quarto titolo (preziosissimo il successo colto in extremis, ieri, contro il San Paolo), ha bisogno di lui. E lui, nonostante uno stipendio ridotto di un quinto (da 10,5 milioni a 2,5 milioni), ha un estremo bisogno di sentirsi ancora amato dalla Torcida Tricolor, la stessa a cui deve gloria e ricchezza. E che, ne siamo certi, saprà ancora deliziare con le sue giocate.