Bosnia, finalmente l’olimpo mondiale

MONDIALI 2014 BOSNIA – Nel 2002 fu il Senegal, nel 2006 furono Ghana ed Ucraina e nel 2010 fu la volta della Serbia e della Slovacchia. Tra otto mesi in Brasile toccherà alla Bosnia-Erzegovina debuttare sul palcoscenico del Mondiale di calcio. E pensare che la giovanissima federazione  nacque nel 1998 e ora dovrà caricarsi sulle spalle tutto il peso “calcistico” della mitica ex Jugoslavia, dopo i clamorosi flop delle più quotate Serbia e Croazia. Questa volta per approdare in Sudamerica la squadra balcana è passata direttamente dalla porta principale (clicca qui per saperne di più) dopo le concenti delusioni con il Portogallo ai play-off che la sconfisse sia per l’accesso ai Mondiali del Sudafrica sia per quello agli Europei di Polonia ed Ucraina.

25 punti su 30 disponibili è un ottimo bottino per la squadra guidata da Safet Susic, che ha potuto contare su 5 colonne portanti per raggiungere questo traguardo. Asmir Begovic, estremo difensore classe 1987 dello Stoke City, il capitano Emir Spahic, difensore di esperienza del Bayer Leverkusen con un passato in molti di campionati di maggior rilievo in Europa e in mezzo al campo ricordiamo due conoscenze della Serie A e del calcio della Capitale come Senad Lulic e Miralem Pjanic, calciatori rispettivamente di Lazio e Roma.

Due pilastri della mediana che fanno della compagine dell’ex Jugoslavia una delle più difficili da perforare in fase difensiva. E poi le punte di diamante. Edin Dzeko del Manchester City e Vedad Ibisevic dello Stoccarda, due veri bomber di Premier e Bundesliga. L’eroe della Bosnia è di certo Dzeko, stella dei Citizens, che con i suoi 10 centri li ha fatti decollare direttamente per il Brasile. E pensare che meglio dell’attacco bosniaco, 30 gol, hanno fatto solo Olanda e Germania. Il bomber ha coronato un sogno da bambino quando al posto di rincorrere una palla doveva fuggire dalle bombe che piovevano sulla sua città; la rete di Ibisevic nel secondo tempo che ha permesso alla Bosnia di vincere contro la Lituania ed accedere alla massima competizione calcistica, il centravanti, dunque, non la dimenticherà certo facilmente.

Extra-calcisticamente i ragazzi di Susic si sono tolti un bel sassolino dalla scarpa visto che quasi un milione di abitanti ha “gufato” sperando nella qualificazione della Grecia. Questa è l’altra faccia della medaglia della festa di Sarajevo. La Republika Srpska o meglio l’entità territoriale serba incastonata in Bosnia, sono rimasti fortemente delusi dalla qualificazione di Dzeko e compagni, che ora più che mai vogliono lasciare un segno indelebile nel prossimo Mondiale per nazioni.