TRABZONSPOR-LAZIO 3-3 – Trasferta particolarmente delicata per la Lazio di Petkovic, impegnata a Trabzon in un match che può valere il primato del girone. I padroni di casa, nelle cui file militano alcune vecchie conoscenze del grande calcio europeo come Zokora, Malouda e Bosingwa, non sono certo un cliente facile, come dimostrano (anche) le tre vittorie consecutive in campionato. L’avvio di partita è particolarmente frizzante, con i turchi che, dopo solo centoventi secondi, si rendono pericolosi con un tiro di Erdogan neutralizzato da Marchetti. La partita prosegue su ritmi intensi per dieci minuti. Poi, al dodicesimo, i padroni di casa sbloccano il risultato con una ficcante azione di contropiede: tre tocchi e Erdogan, servito da un ottimo Paulo Henrique, batte Marchetti con un preciso diagonale. La reazione della Lazio è immediata, ma Onur è bravissimo in uscita su Anderson e riesce a mantenere illibata la propria porta. I padroni di casa, però, tornano a dominare. Al ventiduesimo, Mierzejewski – complice l’involontaria deviazione di Cana – batte Marchetti e raddoppia per i turchi. La squadra laziale è come un pugile suonato. Passano pochi minuti ed è ancora Mierzejewski a sfiorare il gol. Quando tutto sembra volgere per il peggio, i biancocelesti (oggi in tenuta gialla) riaprono il match: Perea serve una splendida palla per l’accorrente Onazi, che entra in area di rigore e batte Onur. Al trentacinquesimo però, dopo solo due minuti da un’occasione fallita di poco da Hernanes, il Trabzonspor segna il terzo gol con Paulo Henrique (il migliore per distacco dei turchi), che approfitta di un tragicomico rimpallo fra Cana e Ciani, e batte un incolpevole Marchetti. Nel finale di frazione, Lulic va vicinissimo al gol con un colpo di testa che termina fuori di poco.
Nel secondo tempo, la Lazio entra in campo con un piglio decisamente più convinto. Dopo solo due minuti Ciani si vede annullare un gol. Al quarto d’ora, Onur effettua un ottimo intervento su un tiro di Felipe Anderson, servito, nell’occasione, da un bel assist di Lulic. Petkovic aumenta le bocche di fuoco offensive: fuori un deludente Candreva, dentro Floccari. Il giocatore più ispirato dei laziali è, senza dubbio alcuno, Felipe Anderson, che al ventesimo si rende protagonista di una gran giocata vanificata, però, dall’ottimo intervento di Onur. La Lazio insiste, ma si espone, inevitabilmente, al contropiede avversario. Dopo un quarto d’ora privo di occasioni da gol, ma comunque dominato dalla squadra di Petkovic, i padroni di casa vanno vicinissimi al gol in due occasioni, prima con Alanzinho ( che fallisce clamorosamente a tu per tu con Marchetti) e poi con il solito Paulo Henrique ( autore di una bella iniziativa personale, chiusa con un tiro che non inquadra lo specchio della porta). La Lazio sembra alle corde. Appunto, sembra. Perché ad otto minuti dal termine, approfittando di un’uscita imprecisa di Onur, Floccari insacca di testa e ravviva le speranze laziali. Ma l’ex attaccante del Messina non ha ancora terminato l’opera: all’ottantacinquesimo, servito magistralmente da un filtrante di Perea, entra in area di rigore e batte per la seconda volta Onur. Nei minuti di recupero, Biglia sfiora addirittura il gol del 3-4 che, probabilmente, avrebbe reso epica la trasferta di Trebisonda.
La squadra di Petko, in soli centoventi secondi, ribalta completamente il match ed ottiene un insperato punto. Ma le cose da migliorare restano parecchie, a partire da una difesa lenta (Ciani-Cana non fanno certo della rapidità un loro punto di forza) e mal protetta da un centrocampo privo di interditori, composto esclusivamente da palleggiatori (Biglia e Hernanes) e incursori (Onazi). Molto male Candreva, autore, forse, della peggior prova stagionale. Molto bene, invece, Felipe Anderson, alla prima da titolare in maglia biancoceleste ed autentica spina nel fianco della retroguardia turca. La copertina, però, se la prende il vecchio Sergio Floccari, che mette a segno due gol importanti per la propria squadra ma, visto il deludente avvio stagionale, ancor di più per se stesso.