Dopo gli speciali di TCE dedicati a Bundesliga e Ligue 1, parte oggi la presentazione della Liga, campionato partito lo scorso week-end e che, di certo, sarà questione a due tra Barcellona e Real Madrid. Il fascino del campionato spagnolo resta comunque intatto: nonostante la partenza di grandi centravanti, tante squadre hanno impostato un progetto tecnico basato sul bel gioco e sui giovani, la lotta per i due posti Champions sarà entusiasmante come lo scorso anno, tanti nuovi stranieri possono infiammare le tifoserie. Cominciamo il nostro viaggio con Valencia, Malaga, Granada e Osasuna.
VALENCIA
Villa, Silva, Mata, Jordi Alba. E quest’estate Soldado. A Valencia si fanno ancora i conti con una situazione economica ai limiti del sostenibile, i 30 milioni ricavati dalla cessione del centravanti al Tottenham sono ossigeno puro. L’ambiente è ancora scottato dalla mancata qualificazione in Champions nella scorsa stagione, nonostante il gran lavoro di Valverde nell’ultima parte di campionato; l’ex tecnico dell’Olympiakos è volato all’Athletic Bilbao, al suo posto Miroslav Djukic. Già, proprio il centrale serbo colonna del Valencia di fine millennio-inizio anni 2000. Djukic è reduce da due anni stupendi al Valladolid caratterizzati da bel gioco (possesso palla senza comunque lasciare da parte un rigido tatticismo) e risultati (promozione in pompa magna in Primera e salvezza tranquilla). Il tecnico, c’è da scommetterci, affiderà le chiavi della squadra a Ever Banega, atteso alla definitiva esplosione dopo che lo scorso anno era stato ad un passo dalla cessione. I tifosi del club ché, oltre al ritorno in Champions League, si aspettano finalmente spettacolo, dopo anni di grigiore. Il serbo, che ha mostrato già tanto carattere in queste prime settimane gestendo al meglio il caso Soldado, può farcela.
IL MERCATO
La cessione di Soldado è stata di certo una perdita dal punto di vista tecnico, un affarone da quello economico: 30 milioni sono un vero colpo. Il centravanti è stato sostituito da due punte (più il ritorno di Alcacer dal prestito al Getafe): Il 31enne Postiga, 14 gol la scorsa stagione al Saragozza nonostante la retrocessione, e Pabon, per il quale sono stati pagati i sette milioni di clausola rescissoria. In totale 10 milioni di euro e la speranza che l’ex Parma ripeta le prestazioni offerte col Betis da gennaio a giugno. Javi Fuego e Oriol Romeu, recuperato dal terribile infortunio dello scorso ottobre al Chelsea, sono due rinforzi “fisici” a centrocampo dove sono andati via Gago (Boca Juniors) e Albelda (ritirato). Oltre a Soldado, anche Valdez è andato via (in Qatar), ad ore il trasferimento di Piatti (Rennes o una squadra della Liga). Tino Costa è volato in Russia, destinazione Spartak Mosca, Cissokho non lascia particolari rimpianti: per lui c’è il Liverpool. Buon acquisto quello di Michel, che torna dopo una discreta stagione al Levante.
LA ROSA
In Europa League, con tutta probabilità, andrà in scena il Valencia 2. Tanti i “doppioni”, a cominciare dal portiere: Djukic sembra comunque aver scelto Diego Alves, relegando Guaita al ruolo di dodicesimo. Occhio alle fasce, a cominciare dai due terzini, Joao Pereira e Mathieu (richiesto anche dal Barcellona), per arrivare a Feghouli e Guardado che garantiscono qualità in avanti. Rami e Ricardo Costa formano una coppia collaudata, da valutare se l’ex Napoli Ruiz saprà riproporsi a buoni livelli. Jonas sarà il jolly offensivo che potrà tornare utile anche a match in corso, Djukic si affiderà al “doble pivote” Javi Fuego-Oriol Romeu a supporto di un “creativo” (Banega). Parejo potrebbe essere utile in entrambi i ruoli, Canales (fisico permettendo) è la prima alternativa al trio dietro la punta centrale ruolo nel quale Pabon e Postiga si giocheranno l’unica maglia disponibile
LA STELLA
Ever Banega ha tutte le qualità per diventare un crack del calcio mondiale. A 25 anni e con tante stagioni passate al Mestalla, è giunto il momento di vestire i panni del leader, favorito anche dal sistema di gioco di Djukic. Eliminata l’incostanza, sarà mente e braccio di questo Valencia: la consacrazione è dietro l’angolo.
MALAGA
Lo sceicco c’è ancora, ma Parigi sembra lontana un continente. A Malaga è tempo di austerity dovuto al disimpegno progressivo del presidente che è costato, a conti fatti, anche l’esclusione dalle coppe europee dopo il comunque brillante sesto posto dello scorso anno. Gli andalusi fanno i conti con un mercato che ha rivoluzionato la squadra, a partire dall’allenatore: via Pellegrini, artefice del miracolo Champions (qualificazione alle semifinali sfumata in un incredibile finale a Dortmund, nel match di ritorno dei quarti), dentro Schuster che torna in Spagna dopo l’esilio turco al Besiktas e praticamente due anni di inattività. Tante le pedine importanti andate via nel mercato estivo, i tifosi biancoazzurri pagherebbero per rivivere i momenti magici degli ultimi due anni e, in un certo senso, è questo l’obiettivo per questa stagione: cercare di non far affievolire l’entusiasmo attorno a questa squadra, smentendo tutti i pronostici che prevedono un frettoloso declino. Sono rimasti alcuni veterani (Caballero e Santa Cruz su tutti), arrivati giovani promesse (Bobley Anderson promette scintille); a Schuster il compito di assemblare una rosa “difficile” e di tenere una galla una barca che può affondare se i primi risultati non saranno quelli sperati.
IL MERCATO
Campagna trasferimenti ovviamente condizionata dalla partenza della spina dorsale dello scorso anno: Demichelis, Isco, Joaquin, Baptista, Toulalan. Aggiungiamoci anche Iturra, Lugano e Saviola e il quadro della smobilitazione generale è completo. In compenso, qualche buona occasione è stata colta al volo: Angeleri è una garanzia per la difesa e può riscattare la grigia esperienza al Sunderland, Tissone ha esperienza nella Liga e qualità per diventare il leader del centrocampo andaluso. Tre scommesse in entrata che, se vinte, potrebbero essere la fortuna del Malaga che sta nascendo: Chen, giovane centrale panamense, Pawlowski, trequartista polacco proveniente dal Widzew Lodz e, soprattutto, Bobley Anderson. Il giovane ivoriano è alla prima esperienza in Europa ma ha fisico e qualità per diventare una delle mezzali più interessanti del campionato spagnolo.
LA ROSA
Aver trattenuto Caballero è già un gran risultato: il portiere argentino porta punti, una garanzia per questo Malaga. Qualcosa di simile si può dire per Weligton, l’eterno Santa Cruz, l’ex Roma Antunes (tra i più positivi durante la scorsa stagione), Camacho e Duda. La “cantera” ha possibilità di mettersi in mostra in prima squadra, con più costanza rispetto al recente passato: l’esempio di Portillo, qualità sufficiente per diventare un pilastro di questa squadra, è il più lampante. Schuster, come sempre, punterà sul possesso palla e sul bel gioco: forse, la rosa non sarà in grado di seguire tutti i dettami tattici del bizzoso tedesco, ma qualche spunto interessante potrà venir fuori.
LA STELLA
Bobley Anderson è l’emblema del nuovo Malaga: giovane, ma non conosciutissimo. Forza fisica impressionante ma piedi da non disprezzare, può essere utile sia da mezzala che da schermo davanti alla difesa. Nel giro di due anni, sarà in un top club.
GRANADA
Ripartire dal gran lavoro di Alcaraz per vivere una stagione tranquilla e, perchè no, togliersi qualche soddisfazione. Il Granada vuole scrollarsi di dosso il campionato passato, con relativo, soffertissimo finale, con una rosa di buon livello in grado di fare la differenza rispetto alle compagini che lotteranno per non retrocedere. D’altronde, gli arrivi di Piti e Riki sono un chiaro intento: il primo arriva dalle 18 reti siglate col Rayo Vallecano lo scorso anno, il secondo – nonostante gli anni che passano – ha dimostrato l’anno scorso al Deportivo di essere ancora in grado di essere un fattore, qualitativamente e in termini di gol, in attacco. Se Dani Benitez mostrerà il 70% dell’enorme talento di cui è dotato e Yebda riuscirà a star lontano dall’infermeria, gli andalusi potranno inoltre contare su due “lussi” che nei bassifondi nessuno può permettersi. I Pozzo continuano, comunque, a coltivare il progetto Granada; questa è già un’enorme garanzia.
IL MERCATO
Detto di Riki e Piti, due colpacci per l’attacco, l’arrivo di Iturra rimpolpa il centrocampo dotandolo di un mediano che anche in Champions, col Malaga, ha fatto la sua buona figura. Assulin è un buon innesto in quanto a qualità, il vero colpo è stato però il riscatto di Brahimi: il franco-algerino, a 23 anni, è atteso ad una stagione che può rivelarsi decisiva per il prosieguo della carriera. Non sono mancate le cessioni eccellenti: Ighalo (potrebbe però tornare l’uomo dai gol importanti) e Torje, Inigo Lopez e Recio, oltre al portiere Tono e a Mikel Rico ceduto all’Athletic Bilbao. Al momento, inoltre, Siqueira è ancora in rosa; il terzino sinistro, vero fuoriclasse, è però richiesto da grandi club europei, Liverpool su tutti, e difficilmente resterà in Andalusia il prossimo anno. Questa può essere in effetti una grave perdita.
LA ROSA
Alcaraz punta sulla solidità: Diakhaté e Mainz sono due ottimi centrali, Nyom è ormai una sicurezza sulla destra; Iturra garantisce quantità in mezzo al campo, così come Yebda che aggiunge centimetri e inserimenti in fase offensiva. La fase d’attacco è affidata alle lune di Dani Benitez e Brahimi, oltre che ai gol di Piti e Riki dietro ai quali spinge El-Arabi, una possibile sorpresa della stagione. Buonanotte e Aranda partono indietro nelle gerarchie ma entrambi, soprattutto il primo, hanno le possibilità di ritagliarsi spazi importanti durante la stagione.
LA STELLA
Brahimi, a 23 anni, può spiccare il volo verso il grande calcio. Il franco-algerino è stato riscattato dal Rennes, ha grandissima qualità e può essere la vera arma in più del Granada. Importante anche che resti lontano dagli infortuni che, ad oggi, ne hanno frenato l’ascesa.
OSASUNA
Quattordicesima stagione consecutiva in Primera, record eguagliato (1981-1994) nella storia dell’Osasuna. Per riuscire a batterlo, il club di Pamplona ha effettuato una piccola rifondazione sul mercato: via alcuni “veterani” come Ricardo, Joseba Llorente, Nano, Ruben e Masoud, dentro un gruppo di giovani o calciatori per la prima volta proposti a questi livelli. La speranza è, ovviamente, quella di riuscire a salvarsi anche prima della penultima giornata, come successe la scorsa stagione. Mendilibar, al quarto anno di fila sulla panchina navarra, proseguirà nel suo progetto tattico: difesa arcigna (quinta migliore nell’ultima Liga) per rendere l’El Sadar un fortino come sempre inespugnabile, anche se la prima giornata ha clamorosamente visto il Granada uscirne con tre punti in tasca. La cessione importante, oltre ai nomi menzionati in precedenza, c’è stata: Kike Sola, miglior marcatore della scorsa “temporada” con nove reti, è passato all’Athletic Bilbao. L’attacco è stato il punto debole negli ultimi anni, con Nino fuori per l’inizio di campionato, la responsabilità di segnare cade su Oriol Riera, reduce da una strepitosa stagione in Segunda con l’Alcorcon e alla prima esperienza in Primera a 27 anni, e sul paraguaiano Ariel Nunez, prima volta in Europa dove arriva in prestito dal Libertad di Asunciòn. L’Osasuna, comunque, ha le carte in regola per salvarsi.
IL MERCATO
La cessione di Kike Sola all’Athletic Bilbao ha fruttato 4 milioni di euro, una buona somma re-investita in parte sul mercato. Sono così arrivati Oriol Riera (vivaio Barcellona ed ex Celta), ex ariete dell’Alcorcon con cui ha siglato 18 reti la scorsa stagione in Segunda, e il 25 paraguaiano Ariel Nunez a rinforzare l’attacco, da dove è partito anche Llorente. Ottime le operazioni che hanno portato al riscatto di De las Cuevas e, soprattutto, del “Gato” Silva, rivelazione della seconda metà nell’ultimo campionato. Buono l’acquisto, a parametro zero, del francese Loties (può essere impiegato sia da centrale difensivo che da mediano), ex Rennes. Dal Villarreal è arrivato anche Joan Oriol, terzino sinistro. Tutti giocatori sotto i 30 anni e con grandissima “fame” di grande calcio. Via i veterani Ricardo, Joseba Llorente, Nano, Ruben e Masoud. Mercato intelligente e che può rivelarsi utile anche in ottica futura con calciatori che possono veder crescere tanto le proprie valutazioni.
LA ROSA
Ricca, per essere una squadra dal budget limitato. Fernandez in porta è una sicurezza, meriterebbe palcoscenici anche più prestigiosi. Bertran-Arribas-Loties-Oriol dovrebbe essere il quartetto di difesa, con alternative di valore come Damià, Oier e lo stesso Miguel Flano, bloccato per ora da un infortunio. Il Gato Silva è un regista coi fiocchi, se saprà ripetere le prestazioni offerte nel girone di ritorno della scorsa stagione, l’Osasuna può dormire sogni tranquilli; al suo fianco, l’eterno Punal. Fantasia, e tanta, nei piedi di Armenteros, De las Cuevas, Torres e l’ex Valladolid Sisi: si giocheranno i tre posti dietro al centravanti che, almeno sulla carta, sarà Oriol Riera, perfetto per lo stile di gioco di Mendilibar. Squadra e rosa compatta, la solidità è l’arma in più di questo Osasuna.
LA STELLA
Francisco Punal è il simbolo dell’undici di Pamplona. 37 anni cominciano a pesare (molte partite saltate durante l’ultimo campionato), ma il capitano fa sentire il suo peso anche all’interno dello spogliatioi. E’ all’Osasuna dal 2001, è il giocatore con più partite nella storia del club, a quota 483. La cifra tonda non è lontana…