BUNDESLIGA, SECONDA GIORNATA – Un quintetto al vertice della classifica, con Mainz e Werder momentanee intruse nella lotta al vertice. La domenica pomeriggio di Bundesliga è stata appassionante, e per poco non ha riservato una sorpresa clamorosa, con il Braunschweig vicino all’impresa di uscire imbattuto dal WestfalenStadion. Nel primo anticipo, invece, l’Hertha vede sfumare la vetta della classifica nel finale, ma il secondo tempo dei capitolini è stato decisamente confortante per i tifosi dell’Alte Dame: quest’anno difficilmente vedranno la loro squadra lottare per non retrocedere.
BORUSSIA DORTMUND- EINTRACHT BRAUNSCHWEIG 2-1 – Vince il Borussia, ma ci sono voluti ben settantacinque minuti per espugnare il fortino Braunschweig. Klopp, forse convinto di far un sol boccone dei leoni, opta per un terzetto di trequartisti inedito, con Kouba a destra, Aubameyang a sinistra e Mkhitaryan, al debutto assoluto in maglia schwarzgelben, ad agire da trequartista alle spalle dell’unica punta Lewandowski. I padroni di casa partono aggressivi, rischiano di subire il gol dopo due minuti ma creano nei primi venti minuti un paio di occasioni interessanti, senza creare particolari grattacapi all’estremo difensore ospite. Con il passare dei minuti, però, il Borussia, troppo lento e prevedibile nella costruzione del gioco, si spegne e non crea pericoli all’ottimo Brauschweig, ben disposto in fase difensiva dall’ottimo Lieberknecht. La migliore occasione nell’ultimo quarto d’ora occorre agli ospiti con Jackson, bloccato da un intervento in estirada di Hummels (il migliore in campo del Borussia).
La ripresa prende avvio con gli stessi ventidue protagonisti della prima frazione. La prima occasione è per Bendner, autore di un bel destro che si spegne di poco fuori alla destra di Davari. Al sessantesimo, Klopp toglie Kouba ed inserisce Reus, anche se – per quanto espresso sul rettangolo di gioco – l’indiziato numero uno a lasciare il campo corrispondeva al nome di Mkhitaryan. I minuti successivi vedono gli allenatori impegnati in una girandola di cambi che, come spesso capita, cambiano il volto del match. Il coniglio dal cilindro del mago Klopp si chiama Hofmann, giovane promessa del vivaio, che prende il posto di uno spento Aubameyang. Il neo-entrato, dopo solo otto minuti dall’ingresso in campo, triangola meravigliosamente con Hummels, penetra in area di rigore e batte Davari con un destro che tocca il palo prima di carambolare in rete. L’Eintracht è alla corde, e il Borussia sfiora il secondo gol in altre due circostanze. Il raddoppio è nell’aria ed arriva a cinque minuti dal termine grazie a Reus, che realizza un penalty – generosamente concesso dall’arbitro- per un presunto fallo di Bičakčić ai danni di un indemoniato Hofmann, bravissimo a recuperare palla sulla trequarti e a penetrare in area di rigore con una bella iniziativa personale. La gara, in modo del tutto inatteso, si riapre centottanta secondi dopo a causa di un clamoroso – ed involontario – autogol di Lewandowski, che batte Weidenfeller con un colpo di testa susseguente ad azione di calcio d’angolo. Buoni i tre punti, ma oggi l’assenza di Gundogan si è fatta oltremodo sentire. Prova non positiva di Mkhitaryan, imballato fisicamente e ancora in fase di apprendistato, ma il giocatore ha già dato un saggio dalle sue ottime doti tecniche.
NORIMBERGA-HERTHA BERLINO 2-2 – Pareggio emozionate a Norimberga, con l’Hertha che vede sfumare la possibilità di restare in vetta al torneo a pochi secondi dal termine dell’incontro. Padroni di casa che si fanno preferire nel primo tempo, senza tuttavia entusiasmare. Il vantaggio locale messo a segno da Drmic, a cinque minuti dall’intervallo, grazie ad un bel suggerimento per vie centrali di Ginczek, è la logica conseguenza del predomino locale. L’Hertha inizia decisamente meglio il secondo tempo e al quindicesimo perviene al pari con Allagui, a cui viene attributo il gol nonostante la deviazione involontaria (ma determinante) di Dabanli, centrale difensivo del Norimberga. Luhukay sbilancia ulteriormente la squadra, conscio del momento di difficoltà dei padroni di casa. L’atteggiamento offensivo dell’Alte Dame è premiato a dieci dalla fine del match: Baumjohann viene sfiorato da Pinola e cade all’interno dell’area di rigore. Dal dischetto va Ronny, che spiazza Schafer e porta in vantaggio la nobile neo-promossa. Quando tutto sembra compromesso, il Norimberga trova il gol del pareggio con Kiyotake, autore di un sublime calcio di punizione su cui Kraft non può nulla. Pareggio tutto sommato giusto, anche se l’Hertha, per quanto messo in mostra nella seconda frazione, avrebbe meritato più del Norimberga i tre punti.