ITALIA-ARGENTINA 1-2- Dodici anni dopo gli interpreti in campo sono diversi, ma il risultato finale non cambia: a Roma, in uno stadio Olimpico gremito da un discreto pubblico, Argentina batte Italia 2-1. E fortunatamente, oggi come allora, la gara è soltanto amichevole. Sono infatti ben ventitré anni che le due selezioni non si sfidano in una gara “che conta”, dopo che per ben cinque mondiali consecutivi – dal 1974 al 1990 – si sono affrontate in una fase finale di un mondiale. Il fascino di questa sfida resta intatto, anche se collocata in un momento particolare della stagione, con i campionati alle porte e i giocatori ancora alla ricerca della forma migliore. Gli ingredienti per una gara non particolarmente entusiasmante ci sono tutti. E il campo, ahinoi, non ci smentirà.
Sin dalle prime battute l’Argentina dimostra maggiore intraprendenza, domina in mezzo al campo e costringe gli azzurri a rintanarsi nella propria metà campo. Il predominio territoriale degli ospiti viene premiato con il “Pipita” al ventesimo minuto: De Rossi perde palla, la stessa, grazie ad un passaggio rasoterra di Di Maria, giunge ad Higuain, che entra in area, si porta la palla sul destro e scocca un potente tiro su cui Buffon non può opporre resistenza. L’Albiceleste, dopo venti minuti giocati ad un ritmo decisamente apprezzabile, cala d’intensità, lasciando il pallino del gioco in mano agli azzurri, che tuttavia non riescono a creare pericoli significativi alla porta di Andjuar. La prima nitida occasione per gli azzurri occorre a cinque minuti dall’intervallo: Candreva effettua una bella progressione sull’out di destra e mette in mezzo un pallone che Marchisio, completamente libero a due passi dalla linea di porta, non riesce ad impattare bene e a indirizzarlo in porta. Nel finale di frazione, De Rossi si fa perdonare alcuni errori commessi in occasione del primo gol, e blocca Palacio (lanciato a rete) con un tackle deciso ed efficace che fa carambolare il pallone in angolo.
Il secondo tempo inizia con un triplice cambio nella fila azzurre: fuori Marchisio, Montolivo e Candreva; dentro Florenzi, Aquilani e Insigne. Pronti, via , e dopo quattro minuti gli argentini – grazie ad una ficcante ripartenza – raddoppiano con Banega, che batte con un preciso destro l’incolpevole Buffon. L’Italia subisce il contraccolpo e, cinque minuti più tardi, rischia di capitolare definitivamente, ma Higuain – da posizione particolarmente invitante – manca completamente lo specchio della porta favorendo la respinta di Marchetti, entrato in campo centoottanta secondi prima al posto di Buffon. La partita si gioca al piccolo trotto, con gli azzurri che sortiscono una piccola reazione che, però, non produce significativi pericoli alla porta sudamericana. Bisogna aspettare il settantesimo per annotare sul taccuino un’occasione da gol per gli uomini del “Mago di Orz”, ma l’ottima punizione di Diamanti si stampa sulla traversa. L’Italia sembra finalmente crederci ed accorcia le distanze ad un quarto d’ora dal termine con Insigne, che raccoglie palla al limite dell’area e s’inventa un delizioso destro a giro su cui Andujar non può nulla. Nel finale di partita entrambe le compagini hanno la possibilità di andare a segno, ma Andujar in uscita disperata su Antonelli, e Marchetti d’istinto su una conclusione a botta sicura di Maxi Rodriguez, si superano e contribuiscono a fissare il punteggio sul 2-1 finale per gli argentini.